von fpm 08.05.2024 10:00 Uhr

Andiamo a teatro

Stasera, 8 maggio (in doppia replica alle ore 20 e alle ore 22) sul palco del Teatro di Villazzano andrà in scena “La Nona – Quel che resta di noi e della terra”.

Foto locandina, elaborazione grafica fpm

A quattro anni di distanza dal 250esimo anniversario dalla nascita di Beethoven, la compagnia incontra o, meglio, rincontra, la Nona Sinfonia del grande compositore tedesco: un oceano sinfonico dalla natura imprevedibile ma estremamente affascinante, nelle cui acque è sì un rischio immergersi, ma rappresenta al tempo stesso un richiamo irresistibile. Il 2020 è stato l’anno del 250° anniversario dalla nascita di Beethoven, ma è stato anche l’anno che rimarrà indelebile nella memoria e nella coscienza di tutti gli abitanti della terra per essere l’anno della pandemia da Covid 19. Su questa nuova sensibilità si affaccia la Nona Sinfonia: un oceano sinfonico dalla natura imprevedibile ma estremamente affascinante, immergersi nelle sue acque è un rischio, e al tempo stesso un richiamo irresistibile. L’intento di Beethoven è quello di cercare di saldare quella frattura tra genere umano e Natura, che ha rotto l’armonia delle origini. La mancanza di armonia genera malattia e morte.

Questo tema, evidente già dalle prime note, è estremamente attuale. Nulla può tornare com’era in origine, ma tutto deve necessariamente trasformarsi in qualcosa di diverso, di più evoluto sia nelle relazioni uomo natura, sia in quelle tra gli uomini, in un tutto inscindibile. È necessaria una rigenerazione, passare attraverso la sofferenza e la morte, intesa come catarsi, per dare luogo a un nuovo ordine. L’elemento Natura è presente sin dal principio della sinfonia, dove il primo movimento può essere visto come il momento della creazione dal caos, e man mano che l’esecuzione avanza, il caos scompare, o per meglio dire, si trasforma.

Il richiamo, nella Sinfonia, alla stessa vita umana è inevitabile: così come la Nona si apre con un lieve tremolio e termina in maniera trionfante, allo stesso modo la vita di ognuno di noi inizia con una semplice divisione di una cellula in due, e queste due in altre due, fino all’infinito, fino a creare un organismo complesso qual è il corpo umano. E poi intorno a noi ci sono altre cellule altri corpi, le relazioni interpersonali e le relazioni fra noi e la natura, un sistema complesso che richiede un equilibrio da reinventare, ogni volta, attraverso la fatica del caos.

Tutta la sinfonia può essere vista come un percorso alla ricerca di una riconciliazione tra il genere umano e la Natura. Costruire una coreografia sulla Nona, costituisce un rischio, ma è un rischio di cui non si può fare a meno, è una necessità.

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