von fpm 04.05.2024 10:00 Uhr

Il Südtirol esprime la sua solidarietà al Governo tibetano in esilio

Bellissima ed importante iniziativa südtirolese a fianco del popolo tibetano invaso, offeso e violentato dal governo cinese.

collage fpm

Il Südtirol, con la sua Autonomia, ha la responsabilità di sostenere altre minoranze”, ha detto il presidente Kompatscher al presidente del Governo tibetano in esilio, Penpa Tsering. Penpa Tsering è il Sikyong (leader) democraticamente eletto a capo del Governo tibetano, in esilio da circa tre anni a Dharamsala (India del Nord). Attualmente sta facendo visita ai capi di Governo e alle autorità europee e ha voluto fare una visita amichevole anche al Südtirol e al presidente della Provincia di Bozen, Arno Kompatscher. Penpa Tsering ha ringraziato il Südtirol per il suo sostegno nel corso degli anni. Ha rivolto al presidente l’invito a celebrare l'”Anno della pace 2025″ a Dharamshala. Durante la celebrazione, l’Amministrazione centrale tibetana renderà omaggio alla vita e all’eredità del Dalai Lama. Il leader spirituale del Tibet in esilio compirà 90 anni il 6 luglio 2025.

Kompatscher ha ringraziato e si è informato sulla situazione attuale del Tibet e ha riferito al leader tibetano della progettata nuova Biblioteca provinciale di Bozen, dove è prevista la creazione di un Centro di documentazione per la tutela delle minoranze e dell’Autonomia. Il presidente della Provincia ha assicurato che vi saranno rappresentate anche le istanze della minoranza tibetana. “Nei limiti delle nostre possibilità, continueremo a sostenere il Tibet“, ha promesso il presidente della Provincia. La Giunta provinciale ha mantenuto contatti diretti con il Governo tibetano in esilio dal 1993. Da allora, il Südtirol ha investito quasi 2 milioni di euro in circa 45 progetti a favore del popolo tibetano. Tra questi, la costruzione di strutture educative e sociali e misure di sostegno allo sviluppo agricolo.

Nel 1950 la Repubblica Popolare Comunista Cinese occupa il Tibet e da quel momento inizia un vero calvario per il popolo tibetano che deve subire ogni tipo di sopraffazione. Il paragone con quello che subì il popolo tirolese dopo la Prima guerra mondiale poi durante il ventennio fascista e ancora se pur in modalità diverse anche dopo la fine del secondo conflitto, non è poi così azzardato. Il genocidio culturale e esistenziale ha continuato e continua a seminare in Tibet terrore e prevaricazione.

Nel 1994 la comunità tibetana in Svizzera accusa la Cina di essere responsabile della morte di 1,2 milioni di tibetani e della distruzione sistematica di oltre 6.300 templi e siti storici. Il Tibet oggi è su una corda tesa tra la sua tradizione millenaria, la sua autonomia e il suo spirito libero e un potere cinese che si ostina a reprimere.

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