von fpm 23.04.2024 18:00 Uhr

Vita quotidiana a scuola nel Tirolo storico (12)

Dalla scuola asburgica alle Katakombenschulen: il racconto di un percorso didattico e popolare

elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Riproponiamo una interessante sintesi di Alberto Folgheraiter come cornice della storia scolastica al tempo di Maria Teresa. “La lavagna di ardesia, la cattedra sulla pedana, i banchi di legno, il calamaio con l’inchiostro e l’asticella con il pennino. Alla parete, una carta geografica del regno (e dell’impero), le lettere dell’alfabeto. In un angolo la stufa che doveva essere alimentata con la legna portata da casa direttamente dagli alunni. I quali calzavano zoccoli di legno: “dàlmedre” o “sgàlmere”, secondo la parlata che differiva da valle a valle. Si cominciava con le “aste” e si finiva con lezioni di “bella calligrafia”. I bambini dovevano imparare a “leggere, scrivere e far di conto”, così come previsto fin dal Regolamento Scolastico Generale (6 dicembre 1774) di Maria Teresa d’Austria per la “Trivialschule”, la scuola “triviale” o “comune”. In poco più di dieci anni, sul finire del Settecento illuminista, nel solo Tirolo italiano, l’attuale Trentino, furono avviate 69 scuole “triviali”.

Da quelle scuole, i figli del popolo dovevano uscire con una “mentalità onesta, sensata e lucida”. In campagna, dai 6 agli 8 anni, i figli dei contadini, dovevano frequentare la scuola estiva (da Pasqua a fine settembre); tra gli 8 e i 12 anni erano obbligati a seguire le lezioni invernali (dicembre-marzo) per poter poi dare una mano nel lavoro dei campi. Nel Tirolo meridionale, i testi scolastici agli indigenti erano forniti gratuitamente. Gli insegnanti erano per lo più i preti ai quali era riconosciuto un compenso. Oltre alla scuola “triviale”, l’ordinamento teresiano contemplava per i centri maggiori una scuola “ordinaria” o “principale” (“Hauptschule”), e, nel capoluogo della regione, una scuola “normale” (“Normalhauptschule”). Per il Trentino fu avviata a Rovereto. Alla fine del XVIII secolo, nelle scuole “triviali” del Circolo di Rovereto operavano 92 insegnanti.

Ogni classe era formata da una novantina di alunni. Una circolare del 1817 dell’Imperial Regio Capitanato di Trento stabiliva che “In istanza debbono stare ordinariamente 80 scolari; un maestro solo può avere anche 110-120 scolari”.

Finita la scuola primaria si passava alla “scuola di ripetizione”. Nella relazione seguita all’ispezione del 1853, in val di Sole, si scrisse: “La scuola di ripetizione è tenuta regolarmente tutte le domeniche, dalle 3 alle 4. Gli obbligati sono fanciulli 16, di questi i mancanti sono 6 che emigrarono nell’autunno recandosi nell’Italia al travaglio (lavoro)”. (continua)

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