von Vap 19.04.2024 11:54 Uhr

Camminando – In Val San Nicolò

Tra guerra e pace in Val di Fassa

Si respira un senso di pace e serenità in questa valle, incastonata tra le montagne della Val di Fassa, tra cime ancora innevate e baite ancora chiuse per la bassa stagione. Questo luogo in primavera appare incontaminato, silenzioso, sbocciano i crocus, il verde dei pendii si libera della neve e la roccia si staglia su cieli sempre più blu. Eppure il rumore qui non è mancato, il vociferare sommesso, a volte chiacchiericcio sereno, altre un sommesso passo parole, altre ancora sussurro silenzioso di paura. Perché questo luogo, apparentemente così pacifico, incontaminato e pure è stato teatro di guerra, la prima grande guerra.

In val San Nicolò infatti venne realizzato un accampamento militare al servizio del fronte di Costabella, con il quale era collegato con teleferiche, e del settore della Marmolada, attraverso il passo San Nicolò. Nelle baite e baracche alloggiavano soldati austro-ungarici ma anche numerosi prigionieri di guerra russi, che venivano utilizzati per il trasporto di materiale e per altri lavori pesanti.

 

La Val San Nicolò si raggiungeda Pozza di Fassa.

Dalla località Vidor, si raggiunge la località Sauch dove la valle si apre in una bella conca prativa. Nei pressi di Baita Ciampié è possibile vedere il  monumento che raccoglie i nomi dei comandanti dei vari reparti schierati nella zona tra il 1915 e il 1916.
Lasciandosi alle spalle il monumento si imbocca il sentiero di destra – indicazione per le cascate – e lo si percorre per circa mezzo chilometro, attraversando il torrente e inoltrandosi in un rado bosco di larici fino a raggiungere lo slargo prativo di Forcia. Qui, sulla sinistra e poco discosto dal sentiero, sorge un secondo monumento dedicato alla guida alpina di Sarentino Josef Premstaller, caduto sul Costabella nel 1916. Accanto al monumento sorge una tipica e antica baita che fu sede del Comando militare austro-ungarico, come ricorda anche una targa posta accanto all’entrata.
Si prosegue per circa 500 m per raggiungere la Baita alle cascate. Poco prima della baita, attraversando il torrente si raggiunge la “Strada dei Russi”,  costruita in tempo di guerra dai prigionieri russi, permetteva il trasporto di materiale, viveri e munizioni verso la prima linea, al riparo dagli sguardi dei soldati italiani che occupavano la parte est della catena di Costabella.
Percorrendo la “strada dei Russi” in poco più di un’ora si può rientrare al Sauch quindi al parcheggio Vidor.

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