von fpm 03.04.2024 13:30 Uhr

Viazàr tra le parole: dal todésc al trentìn… (19)

Apriamo un ventaglio di parole della lingua parlata in provincia di Trento che provengono dal tedesco…

(Flavio Pedrotti Móser)

elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La “parlata” trentina coinvolge un gruppo di particolari espressioni linguistiche diffuse principalmente nella provincia di Trento e nella Südtiroler Unterland in provincia di Bozen. La storia dei dialetti è legata alla stratificazione degli eventi storici e a come territori vicini abbiano subito influssi differenti nel corso dei secoli. Nella provincia di Trento in particolare tali voci risalgono in gran parte al periodo dell’Impero asburgico o ad altre forme di contatto con il mondo di lingua tedesca, come ad esempio l’emigrazione o i frequenti scambi lavorativi e commerciali con le popolazioni del Südtirol. C’è da dire che molti termini del dialetto della provincia di Trento oltre che derivare da riconoscibili parole tedesche, provengono anche dal longobardo, una lingua germanica ormai estinta simile al gotico trasmessa per lo più oralmente e presente tra le popolazioni dell’antico Tirolo storico. I Longobardi penetrarono nel nostro territorio nel 569, dalla valle dell’Adige e da quella del Sarca e si insediarono in tutta la regione. Ma si dovrà attendere la presenza degli Ottoni, perché l’elemento tedesco abbia una certa influenza in regione.

Nel 951 il re di Germania Ottone I di Sassonia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, penetrò in Italia e riuscì ad entrare a Pavia, dove si fece incoronare re d’Italia. Di fatto lasciò però il regno italico a Berengario II, accontentandosi del suo giuramento di fedeltà ed aggregando al proprio regno solo le marche del Friuli, di Verona e di Trento. La provincia di Trento entrò pertanto nel Regno di Germania. Nel 952 la marca trentina e quella veronese vennero unite al ducato di Carinzia, governato dal fratello di Ottone, Enrico, duca di Baviera. Durante la dinastia degli Ottoni, il movimento di espansione tedesca verso l’Italia settentrionale ebbe un forte impulso e si ebbe un flusso di genti germanofone in tutta la provincia di Trento. Essendo il principato un feudo immediato del Sacro Romano Impero di Germania, nobili e feudatari furono prevalentemente tedeschi e si stabilirono famiglie tedesche (specialmente sui monti dell’alta Valsugana, nel Perginese e a Roncegno, e sull’altipiano di Lavarone), che portarono la loro lingua, l’alto-tedesco antico. La lingua della maggioranza della popolazione rimase comunque piuttosto omogenea e l’influsso di questa ondata migratoria si fece sentire più in Südtirol.

Ful, fus ad esempio, (vuoto, vacuo, scusso (noci), deriva da fitl, foul, vul, vouel (fradicio, guasto, marcio); gaspa (manata, giumella (quanto contenuto nel cavo delle due mani unite), da gaspja (manata, giumella); maseghir (colorarsi delle vivande sul fuoco), da masa (chiazza, macchia/cicatrice).

Sporéz, sporésol (contrafforte, bronzina (rivestimento interno del mozzo di una ruota) da spor (traccia, orma, pesta / solco (di ruota), rotaia). (continua)

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