von fpm 13.03.2024 13:30 Uhr

Viazàr tra le parole: dal todésc al trentìn… (16)

Apriamo un ventaglio di parole della lingua parlata in provincia di Trento che provengono dal tedesco…

collage, Flavio Pedrotti Moser

La “parlata” trentina coinvolge un gruppo di particolari espressioni linguistiche diffuse principalmente nella provincia di Trento e nella Südtiroler Unterland in provincia di Bozen. La storia dei dialetti è legata alla stratificazione degli eventi storici e a come territori vicini abbiano subito influssi differenti nel corso dei secoli. Nella provincia di Trento in particolare tali voci risalgono in gran parte al periodo dell’Impero asburgico o ad altre forme di contatto con il mondo di lingua tedesca, come ad esempio l’emigrazione o i frequenti scambi lavorativi e commerciali con le popolazioni del Südtirol. Ma si risale ancora prima, alla politica di colonizzazione dei principi vescovi, che richiamarono folti gruppi di minatori, contadini e boscaioli alemanno-bavaresi allo scopo di sfruttare le ricche miniere del principato e dare impulso all’agricoltura bonificando e riducendo a pascoli e colture ampie zone della regione. Poi al periodo del conte del Tirolo e arciduca d’Austria Sigismondo d’Asburgo e l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo (dal sec. XIV con apice nel XV sec., fino al XVII sec.); nello stesso periodo si ebbe inoltre una seconda ondata di potenti compagnie di minatori tedeschi (sec. XV – XVII).

La lingua tedesca insomma ha contribuito non poco alla composizione di parole del dialetto della provincia di Trento che sono ancora in uso e che difficilmente potranno essere rimosse almeno fino a quando abiteremo la nostra Heimat, la nostra casa, il nostro territorio, con le nostre… gefühle, le nostre emozioni…“sina”, ad esempio, che sarebbe la rotaia, deriva sicuramente da Schiene: no sta miga traversar le sine che se ariva ’n treno el tè ciapa sót… non attraversare le rotaie che se passa un treno ti travolge…

Smarloss o marlos”, lucchetto, deriva sicuramente da Türschloss, serratura: algeri sera mé són desmentegà dé ‘nciavar él smarlos dé la caneva, vago a dar n’ociada che no sia nà dént qualchedun… ieri sera mi sono scordato di chiuder a chiave la porta della cantina, vado a vedere che non sia entrato qualcuno… La “grimia„, la donna o uomo petulante, viene da Grim, iracondo, e Grima, spettro, maschera, elmo… Mi no ghé la fago pù a sentirla… l’è na grimia da parar via… Non lo sopporto più, è così petulante da mandarla via…

Borer”, in dialetto trentino vuol dire „scovare, snidare, levare la selvaggina e deriva da quella terminologia longobarda, Bunjan „levare la selvaggina“… come “burcio”, il burchio (barca a fondo piatto a remi) che deriva da Burki, „barchetta“… (continua)

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