Tracce di fede: Quattro facce per quattro santi

Tracce di fede, indelebili. Sono quelle che caratterizzano l’intero territorio tirolese. A volte sono segni importanti, dipinti o sculture di artisti noti e famosi. Altre, forse la maggior parte, sono opera di semplici artigiani dotati di senso artistico e di innata manualità , altre ancora sono il risultato dell’impegno, elementare ma originale, del proprietario del fondo o del maso. Ma di qualsiasi opera si tratti, questi segni stanno a testimoniare la fede
Se vi capita di passare per la valle dell’Adige, una volta o l’altra invece che seguire l’autostrada o la statale del Brennero con la consueta fretta, provate a fermarvi a Ora. Il nucleo storico della cittadina atesina è un dedalo di stradine lastricate fra antiche case padronali. Qua e là , una bifora, un affresco, un crocifisso. E questo semplicissimo ma particolare capitello a quattro facce: muri imbiancati a calce, nicchie di un vivacissimo punto d’azzurro, tetto a scandole che pare una pagoda.
Le quattro nicchie affrescate ospitano le raffigurazioni di quattro santi: San Rocco, il protettore contro il contagio della peste; san Sebastiano, patrono degli Schützen; e poi due santi particolari, due santi pellegrini. San Colombano, il santo irlandese che nel sesto secolo partì dall’Irlanda per un lungo viaggio di missione che lo portò fino a Bobbio, incontrando sul suo cammini re, imperatori e poveri cristi, e fondando monasteri un po‘ ovunque lungo il suo cammino.  E Sankt Jodok / San Giodoco, originario della Bretagna, che nel sesto secolo secondo la sua leggenda, percorse le vie dell’Europa prendendo poi il Brennerpass per giungere al sepolcro di San Pietro a Roma. In Tirolo, lungo il suo „cammino“ gli sono dedicate molte chiese e cappelle… e una faccia di questo particolare capitello






