von mas 03.02.2024 18:00 Uhr

Un libro al mese: „Il BAS e gli esponenti politici … – 1°

… segretamente informati, sostenitori e complici“   –  L’ultimo lavoro di Helmut Golowitsch, basato su documenti e pubblicazioni  comunemente accessibili, illustra nel dettaglio la conoscenza ed il sostegno alle attività del BAS (Befreiungsausschuss Südtirol – Comitato per la Liberazione del Sudtirolo) da parte delle forze politiche in Sudtirolo e in Austria.  

 

L'introduzione di Roland Lang, Obmann del Heimatbund

La fondazione del BAS venne pianificata e realizzata con la conoscenza e il sostegno dei più alti livelli politici austriaci e sudtirolesi, che in seguito  apppoggiarono le sue azioni con le parole e con i fatti.  I politici in questione non potevano certo ammettere di essere in qualche modo coinvolti nelle attività del BAS e negli attentati: in Sudtirolo questo avrebbe portato all‘immediato scioglimento della Südtiroler Volkspartei (SVP – il partito popolare sudtirolese) e all’incriminazione dei suoi principali esponenti.

In un’intervista rilasciata al settimanale sudtirolese „FF“ nel giugno 2001, l’allora leader della SVP Silvius Magnago prese nettamente posizione al riguardo: 

FF: „Lei e la SVP avete immediatamente condannato gli attentati. Lo rifareste?“

 Magnago: „Rifarlo? Dovetti condannarli perché ne immaginai subito le possibili gravi conseguenze. Non potevo permettere si pensasse che dietro gli attentati ci fosse il partito: se la SVP fosse stata sciolta, non saremmo mai più stati in grado di ricostituirla. Sarei stato un assoluto irresponsabile anche solo tacendo.  Dovetti per forza condannare gli attentati“.

Analogamente, un’aperta ammissione da parte di esponenti politici austriaci avrebbe dato a Roma l’opportunità di interrompere immediatamente tutte le trattative con l’Austria, denunciandola e mettendola alla gogna di fronte all’opinione pubblica mondiale.

Informato: Silvius Magnago

Nel 1958 Kerschbaumer incontrò il leader della SVP Silvius Magnago e lo informò a grandi linee dei suoi piani.

L’ex combattente per la libertà e storico Josef Fontana riferisce di una conversazione avuta nel 2000 con Magnago.  Nel 1958 – asseriva Magnago – Kerschbaumer gli aveva espresso la convinzione che i negoziati non avrebbero portato a nulla: “ Così non si va avanti. […] Dobbiamo farci sentire di più. Dovremmo compiere degli attentati, ma contro le cose, non contro le persone”.

In un’altra intervista con lo storico sudtirolese Hans Karl Peterlini, Magnago confermò questo incontro e dichiarò: „[…] Ebbi un colloquio con lui e mi disse che … non si può andare avanti così, non si fa nessun progresso, quando lotto per la giustizia io agisco in nome di Dio … se faccio qualcosa non voglio spargimenti di sangue…   Ha detto che voleva provocare clamore e gli ho chiesto cosa volesse dire.  Allora ha fatto qualche allusione ed io gli dissi: Le faccio notare che non sono d’accordo. Ne prendo atto, non posso legarLe le mani.  […] E poi gli ho detto: Le faccio notare che Lei è il presidente della sezione locale della SVP e che il Suo comportamento potrebbe danneggiare il partito. Naturalmente l’ho sconsigliato, anche se aveva giurato che sarebbe stata una lotta senza spargimento di sangue, poiché lui combatteva assieme a Dio”.

Di conseguenza, Kerschbaumer rispettò le richieste di Magnago riguardo alla SVP e nel 1958 rinunciò alla carica politica all’interno del partito.

Informato e compagno di lotta: Hans Dietl (SVP)

Il consigliere provinciale e vicepresidente della SVP, nonché presidente dell’Associazione Contadini del Sudtirolo Hans Dietl, era stato in stretto contatto con Wolfgang Pfaundler, rappresentante del BAS nordtirolese, fin dal dicembre 1959.  Dietl era un amico dichiarato e un confidente di Sepp Kerschbaumer e di Jörg Klotz.

Peterlini afferma che: „Per il BAS nordtirolese, Hans Dietl è più di un interlocutore nel contesto politico. […] Egli è il più importante punto di riferimento politico in Sudtirolo, anche per l’attuazione degli attentati. ‘Non ho fatto nulla che Dietl non approvasse’, afferma Wolfgang Pfaundler. […] Per noi Dietl è stato colui che, in Sudtirolo, ha dato una svolta a tutto. Se ci diceva: attenti, non potete fare questo, potete fare quello, noi ci attenevamo al cento per cento a ciò che diceva, afferma Günther Andergassen. Hans Dietl è in contatto con tutti e tre i dirigenti del BAS, Pfaundler, Klier e Andergassen e tutti e tre confermano il suo ruolo decisivo fin dall’inizio. […] Il giovane studente austriaco Helmut Wintersberger, che prese parte alla Notte dei Fuochi con il gruppo di allievi di Burger, prima della Feuernacht accompagnò Norbert Burger a un incontro con Dietl, durante il quale si parlò dell’imminente grande colpo e delle possibili conseguenze“

Ci informava regolarmente sullo stato della politica„, affermò il combattente per la libertà sudtirolese Siegfried Steger in una conversazione con Peterlini, allora caporedattore della rivista illustrata „FF”“.

 

 

 

Informato e cospiratore - Friedl Volgger (SVP)

Il vicepresidente della SVP Friedl Volgger durante il fascismo era stato un giovanissimo maestro nelle Katakombenschulen, le scuole clandestine in lingua tedesca. Si era poi opposto all’espatrio forzato della popolazione sudtirolese deciso da Hitler e Mussolini con l’accordo sulle opzioni: questo gli valse un anno di internamento nel campo di concentramento di Dachau. Fu liberato alla fine della guerra, salvandosi così da una morte quanto mai probabile.  Assunse quindi l’incarico di segretario della SVP, il partito popolare sudtirolese appena fondato.   Successivamente divenne redattore responsabile del quotidiano „Dolomiten“ (1956-1961), vicepresidente della SVP (1957-1969) e consigliere provinciale(1960-1968).

In qualità di caporedattore del „Dolomiten“, Volgger conosceva naturalmente anche Hans Stieler il quale lavorava per la casa editrice. Insieme con alcuni sodali, Stieler mise a segno i primi attentati dinamitardi contro i tralicci dell’alta tensione e il 1 febbraio 1957 i carabinieri arrestarono anche Friedl Volgger.   Nei suoi confronti non fu però possibile provare alcun coinvolgimento, quindi il 17 aprile 1957 dovette essere rilasciato.

Volgger era amico personale anche di Wolfgang Pfaundler.  Hans Karl Peterlini afferma che Volgger era coinvolto nei piani del BAS: „Egli è presente alla prima riunione del BAS a Frangart, alla quale partecipa anche Innerhofer. In seguito mantiene un basso profilo per motivi di sicurezza. Anche Pfaundler conferma che Volgger è coinvolto fin dall’inizio. […] Helmut Heuberger si incontra con Volgger per concordare gli attentati sotto il profilo politico”

 

Kerschbaumer e i suoi compagni di lotta dapprima scrissero lettere e stamparono volantini contro la politica fascista di snazionalizzazione e di oppressione che l’Italia „democratica“ bellamente riproponeva senza alcun cambiamento.

Quando tutti i mezzi pacifici si rivelarono inefficaci, si decise di passare all’attuazione di attentati dinamitardi dimostrativi contro i beni materiali, con assoluto rispetto delle vite umane. Il BAS voleva attirare l’attenzione del mondo sull’insostenibile situazione venutasi a creare nel Sudtirolo. L’obiettivo era l’ottenimento dell’autodeterminazione e la riunificazione del Tirolo.

Quali forze politiche in Sudtirolo e in Austria erano a conoscenza dei piani del BAS a quel tempo? Quali politici di alto livello sapevano o addirittura sostenevano il movimento di resistenza sudtirolese?   Questo testo elaborato da Helmut Golowitsch  sulla base di documenti e pubblicazioni  comunemente accessibili, vuole far luce su questo particolare aspetto della lotta per la libertà dell’epoca. 

La pubblicazione, edita dal Südtiroler Heimatbund per i tipi di Effekt!, è disponibile sia in lingua tedesca che nella versione in lingua italiana, curata da Max Unterrichter e Manuela Sartori.   

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