von fpm 08.12.2023 10:00 Uhr

8 dicembre: Festa d’inverno dei quattro elementi.

Quando le feste hanno anche significati atavici ed antropologici che hanno radici nel mito

collage fpm

A differenza della Festa d’estate dei quattro elementi del 5 Luglio, qui si onora il cambio di predominanza da Fuoco e Terra, predominanti nei mesi estivi, ad Acqua e Vento più presenti nei mesi invernali. Rimane comunque una festa dedicata ai quattro elementi in generale, e al ruolo che ricoprono giorno per giorno nella nostra vita, onorateli sempre. È difficile ai giorni nostri notare le immagini e le simbologie che si celano dietro alle ricorrenze che ci vengono proposte dalla fede e dalla cultura dominante che freme tutto attorno a noi ma, soffermandoci un pochino ad analizzare la storia che ci precede potremmo sorprenderci ad inciampare in diverse ed interessanti tradizioni che svelano il nostro arcaico patrimonio culturale.

Al tempo dei nostri predecessori romani, l’8 dicembre cadeva un’importante festività che celebrava l’anniversario della nascita del tempio di Tiberinus (o Fater Tiberinus) sull’isola Tiberina. La leggenda racconta che Tiberio, figlio di Giano e Giuturna, descritto da Virgilio come un vecchio dio canuto e dal capo ornato di corna, cadde per impudenza nel Tevere ove malauguratamente annegò donando il suo nome al fiume. Il suo spirito si trasferì nelle acque stesse, ove riversò la sua rabbia e violenza rendendone il corso tortuoso ed impetuoso, insofferente a qualsiasi legame e costrizione. Ecco, dunque, che i Tiberinalia fungevano da cerimonie per la purificazione e benedizione delle acque e delle sorgenti, nella speranza di mantenere pacifico il rapporto con lo spirito che le abitava.

In Grecia invece si svolgevano le processioni e festeggiamenti in onore della dea Dike (o Astrea), figlia di Zeus e Tami, conosciuta come una delle tre Ore (Eunomie, Dike e Eirenie) vergine protettrice della giustizia, dei tribunali ed inflessibile punitrice dei delitti. Anche per l’Egitto l’8 dicembre era giorno di festa, dedicato questa volta a Nieth di Sais, dea guerriera raffigurata con arco e frecce, protettrice della caccia ma anche della morte. Da greci e romani venne assimilata ed identificata in Diana ed Atena.

Una tradizione millenaria giunta fino ai giorni nostri dall’età pre-romantica sembra essere la Notte dei Faugni (dai rituali pagani Fauni Ignis) che si svolge ogni anno all’alba dell’8 dicembre e vede la città di Atri (Provincia di Teramo) coinvolta nell’accensione di falò ed alti fasci di canne che vengono poi portati in processione per le vie della città in una sorta di rito propiziatorio atto a purificare (attraverso il fuoco accompagnato da canti, musica e “chiasso”) il paese ed ogni suo abitante.

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