I Trapp. Storia di una famiglia del Tirolo. Il Castel Campo

Anche il castello di Campo, come le altre fortificazioni dei Trapp, godeva di una posizione strategica e di controllo. Pur essendo quasi invisibile a meno di avvicinarvisi a poca distanza, la fortezza era collocata in un nodo stradale importante, alla confluenza delle vie di comunicazione col Basso Sarca, verso Arco e Riva, con la Nonsberg-Valdenon attraverso il Banale, con le Giudicarie e il Bresciano e con Trento. Le vicende storiche e costruttive, ma soprattutto i restauri di rifacimento tra l’Ottocento e il Nocevento, lasciano poco o nulla trasparire della permanenza nel maniero dei Trapp.
Prima dei signori di Campo, poi dei Lodron che lo saccheggiarono, poi ancora dei Campo, il Castello passò nelle mani del Vescovo di Trento, lo slesiano Giorgio Hack (1446-1465) che lo dette in feudo ai suoi fratelli. Dahli Hack il castello arrivò a Trapp nel 1496 e fu sottoposto a trasformazioni per opera di maestri comacini (la loro presenza è attestata fin dal tempo dei Longobardi e vengono menzionati in due Editti di re ROTARI del 643 e in quello di re LIUTPRANDO del 713, ma si nominano già al tempo dell’Imperatore Traiano. In una lettera di Plinio Cecilio indirizzata all’imperatore viene lodato un ‘maestro comacino’ per la costruzione di una „Amenissima villa suburbana sul Lago di Como“).
Tra gli affreschi, restaurati e rifatti negli anni ’20 del secolo scorso, uno ritrae castel Campo col castello di Stenico sullo sfondo ed è accompagnato da uno stemma Trapp. Alla Churburg, nella cosiddetta Baumzimmer si trova una tela dipinta verso la metà dell’Ottocento che ritrae il possedimento di Campo. La tela è tratta da una incisione del Perini. Le altre tele presenti nella camera, ma provenienti dal palazzo Trapp di Innsbruck, ritraggono i possedimenti di Beseno, Churburg, Matsch, Friedberg ed Eschenloch. (continua)






