Una Terra… cinque Lingue! – Antonia Verocai Zardini

Aldidanché fèr foto e video l’é n muie sorì, duc aon te gofa n fonin e te n moment podon fèr veder al mondo olache sion e chel che sozede. La foto l’é dapò zeche che resta tel temp, la ne fèsc viver endò da nef moments de noscia vita, aiegres o mesties, zeche che aon vedù o vèlch che l’é sozedù, donca na foto la resta e la ne rejona ence do n muie de egn.
N’outa no l’era coscita sorì fèr foto.
Pec aea aparac aldò donca foto e video fac acà zacan i à amò più valuta ajache i pel ne rejonèr de noscia families, de chi che no é più e ge aon volù ben o del temp passà. Per chesta rejon chel che à fat Antonia Verocai Zardini de Ampezo l’é dassen zeche da fora de anter e de gran valuta storica. Se pel dir che ela l’é stat la pruma foto-reporter de la Gran Vera.
Antonia l’aea emparà a fèr foto e a les svilupèr da sie om Raffaele Zardini che ja del 1902 aea na sia boteiga. De cèsa i stajea te mez piaz de Cortina d’Ampez e Antonia n temp de pèsc la tolea ju la vita de sie paìsc . No la fajea foto ai monts, o ben de chier , ge saea bel tor ju sia jent. L’à lascià n archivie fotografich de la persones de Ampez, de la usanzes e la tradizions. L’à tout ju festes de la comunanza, procescions, sepoltures, maridoc , sègres e cedeans.
L’aea n bon eie e la fajea se pel dir foto artistiches. Families, gropes de jent, persones, duc vegnìa metui n bel orden acioche vegne na foto bela e armoniousa.
Dapò la tolea ju la vita, la femenes co guant da zacan, jent che lurèa te ciamp o te pra, chi che jia coi schi, i bec che mateèa te piaz, e i prumes ghesc che ruèa vin Ampez al scomenz del 1900. Tel 1909 l’à ciapà la califica de fotograf e la permiscion da la autoritèdes del l’Imper Austro Ungarich, de averjer na boteiga a sie inom.
Del 1914 l’é crepà fora la Gran Vera che à straout ence la vita de Antonia. Del 1915 enscin al 1917 sie om l’é stat serà via a Katzenau co l sospet de esser iredentist. Antonia coscita la se à troà soula con 4 bec amò picoi.
No la se à destrametù, desche duta la femena ladines, l’à ciapà te man la redenes de la familia e la é jita inant con sie lurier. L’à scomenzà a fèr foto de la Gran Vera. No l’à demò fat fotografìes ai militères te sia boteiga ma con gran ardiment la se à pricolà su fin al front con duc i pericoi che l’era . La é jita su per mont, japede la crepes, te la neif, sot la pievia, te la mauta, a tor ju la vita di militères te la trincees e te la baraches.
Una sia foto la é dassen storica. Ai 29 de mé del 1915 l’é ruà te piaz de Ampez, che l fajea pèrt del Tirol e de l’Imper Austro Ungarich, i militères taliegn. Ela zenza tema de nia l li à fotografè, dant da sie barcon de cèsa e dò coran la é jita ju te piaz.
Con n aparat zis modern per i tempes, che aea 8 picola lastres da mudèr fora sorì e n prescia, l’à fotografà chel moment storich che à mudà deldut la storia de Ampez.
Ai 14 de messèl del 1916 l’à tout ju l bombardament de Cortina, e ai 4 de otober del 1916 n gran fech crepà fora te paìsc. Chisc l’é demò dotrei di moments storics che Antonia Verocai Zardini à fermà sun sia fotografìes. A Cortina l’é archivie fotografich olache se pel veder i apar c che la durèa, 6 mile lèstes de vierech originèles e 12 mile “negativi de pellicola” fac dant del 1960.
Antonia l’era na bela femena, l’aea l gust de la musega e de l’ert e chest vegn fora ence da si retrac semper bie e chieres. Somea che sia fotografìes les ne rejone ne fajan viver da nef chi moments vèlch outa piajegoi e autra outes zis grieves.
Antonia l’é stat na bona mère che no l’à mai fat mencèr sie temp e amor a sie om e ai fies. L’à passà sia pascion per la fotografìa ence ai cater fies, doi de ic i é doventé “foto- reporter” de la seconda vera mondièla, un sul front de l’Albania e l’auter te la Ruscia olache anter l’auter l’à tout ju l’aricegola “ritirata” di alpins .
Ades n nez va inant con chesta pascion e l tol ju la veres che con gran encresciment l’é amò ence d’aldidanché su chesta noscia pera Tera che dal passà no l’à dalbon emparà nia.
Antonia Verocai Zardini la era nasciuda del 1876 e la é morta del 1951. L’é stat na femena de gran ardiment che ne à lascià n arpejon storica de gran valuta per la comunanza de Ampez e de la Ladinia.
Bibliografia:
Gana nr.22/23 an 2016 – articol de Olimpia Rasom.
Mediateca Rai TV Ladina – filmat de Erika Castlunger.
Al giorno d’oggi scattare foto o registrare video è molto semplice. Tutti noi abbiamo in tasca un telefonino che ci permette in un attimo di mostrare al mondo dove siamo e quello che sta succedendo. Una foto è qualcosa che rimane nel tempo, ci fa rivivere momenti tristi e felici della nostra vita. Ci mantiene il ricordo di quello che abbiamo visto e vissuto; quindi una foto rimane e ci trasmette emozioni anche a distanza di tantissimi anni.
Anni addietro non era così semplice scattare una foto, pochi avevano una macchina fotografica o una telecamera; quindi, foto e video arrivati fino a noi hanno sicuramente un grande valore potendo parlarci della nostra famiglia e del passato. Per questo motivo quello che ha fatto Antonia Verocai Zardini di Cortina d’Ampezzo, ha davvero una grande importanza. Si può affermare che è stata la prima donna fotoreporter della Grande Guerra.
Antonia aveva imparato a fare foto e svilupparle assieme a suo marito Raffaele Zardini, che già nel 1902 aveva un suo negozio di fotografo. Abitavano nel centro di Cortina d’Ampezzo e Antonia in tempo di pace ritraeva la vita del suo paese. Molto raramente fotografava le montagne, a lei invece piaceva ritrarre la sua gente.
Ha lasciato un archivio fotografico dove si rivivono i momenti della vita di Cortina, feste di paese, processioni, matrimoni, sepolture, ricorrenze, tradizioni e usanze. Aveva un occhio estetico, scattava foto che avevano sicuramente un che di artistico. Le famiglie o le singole persone venivano accuratamente messe in posa perché il ritratto risultasse ordinato e armonico. Ritraeva donne e uomini al lavoro nei campi, gente che sciava, donne con il vestito tradizionale, bambini che giocavano nella piazza ed i primi turisti che soggiornavano a Cortina all’inizio del 1900. Nel 1909 raggiunse la qualifica di fotografa e ricevette dalle autorità austriache il permesso di aprire un negozio di foto a suo nome.
Nel 1914 scoppiò la Grande Guerra che travolse anche la famiglia di Antonia. Nel 1915 fino al 1917 suo marito Raffaele fu internato a Katzenau sospettato di irredentismo. Antonia restò sola con quattro figli ancora piccoli. Non si scoraggiò e come tutte le donne ladine, prese in mano le redini della sua famiglia e continuò il suo lavoro di fotografa. Iniziò a ritrarre gli accadimenti della Grande Guerra.
Non fotografò solo i soldati nel suo studio, ma nonostante tutti i pericoli, si spinse fino al fronte. Salì sulle montagne, nella neve, sotto la pioggia e nel fango per ritrarre la vita in trincea oltre che nei baraccamenti.
Una sua foto è davvero storica. Il 29 maggio 1915 in piazza a Cortina, che faceva parte del Tirolo e dell’Impero Austro Ungarico, arrivarono le truppe italiane. Lei con grande coraggio scattò la prima fotografia dal suo balcone e poi in fretta scese in piazza fra i soldati. La sua macchina fotografica disponeva di 8 lastre facilmente intercambiabili. La macchina era molto moderna per quei tempi e quindi ritrasse quel momento storico che cambiò la storia di Ampezzo.
Il 14 luglio 1916 fotografò il bombardamento di Cortina e il 4 ottobre 1916 un grande incendio nel suo paese. Questi sono solo pochissimi esempi delle foto storiche di Antonia Verocai. A Cortina, nell’archivio fotografico Zardini, si possono vedere ancora le sue macchine fotografiche. Nel corposo archivio sono conservate ancora 6 mila lastre originali e 12 mila negativi di pellicola con scatti fatti prima del 1960.
Antonia era una bella donna, amava la musica e l’arte, e questo traspare anche dalle sue fotografie. La foto sono sempre molto nitide, sembrano parlare riportandoci a momenti di vita a volte felici ed altri drammatici. È stata una buona mamma che non ha mai fatto mancare l’amore a suo marito e ai suoi figli. Due dei suoi figli raccogliendo l’eredità della madre sono diventati fotoreporter della seconda guerra mondiale. Un figlio dislocato sul fronte albanese e l’altro in Russia ove ha ritratto la terribile ritirata degli alpini. Tuttora un nipote di Antonia Verocai prosegue sulle sue orme, ritraendo le tante guerre che affliggono questa nostra povera Terra che nulla ha imparato dal passato.
Antonia Verocai Zardini era nata nel 1876 ed è morta nel 1951. È stata una donna forte e coraggiosa che ha lasciato un’eredità storica di grandissima importanza per Cortina d’Ampezzo e per tutta la Ladinia.
Bibliografia:
Rivista “Gana” nr. 22/23 anno 2016 articolo di Olimpia Rasom.
Mediateca Rai TV Ladina – video di Erika Castlunger
Al giorno d’oggi scattare foto o registrare video è molto semplice.
Tutti noi abbiamo in tasca un telefonino che ci permette in un attimo di mostrare al mondo dove siamo e quello che sta succedendo.
Una foto è qualcosa che rimane nel tempo, ci fa rivivere momenti tristi e felici della nostra vita.
Ci mantiene il ricordo di quello che abbiamo visto e vissuto; quindi una foto rimane e ci trasmette emozioni anche a distanza di tantissimi anni.
Anni addietro non era così semplice scattare una foto, pochi avevano una macchina fotografica o una telecamera; quindi, foto e video arrivati fino a noi hanno sicuramente un grande valore potendo parlarci della nostra famiglia e del passato.
Per questo motivo quello che ha fatto Antonia Verocai Zardini di Cortina d’Ampezzo, ha davvero una grande importanza.
Si può affermare che è stata la prima donna fotoreporter della Grande Guerra.
Antonia aveva imparato a fare foto e svilupparle assieme a suo marito Raffaele Zardini, che già nel 1902 aveva un suo negozio di fotografo.
Abitavano nel centro di Cortina d’Ampezzo e Antonia in tempo di pace ritraeva la vita del suo paese.
Molto raramente fotografava le montagne, a lei invece piaceva ritrarre la sua gente.
Ha lasciato un archivio fotografico dove si rivivono i momenti della vita di Cortina, feste di paese, processioni, matrimoni, sepolture, ricorrenze, tradizioni e usanze.
Aveva un occhio estetico, scattava foto che avevano sicuramente un che di artistico.
Le famiglie o le singole persone venivano accuratamente messe in posa perché il ritratto risultasse ordinato e armonico.
Ritraeva donne e uomini al lavoro nei campi, gente che sciava, donne con il vestito tradizionale, bambini che giocavano nella piazza ed i primi turisti che soggiornavano a Cortina all’inizio del 1900.
Nel 1909 raggiunse la qualifica di fotografa e ricevette dalle autorità austriache il permesso di aprire un negozio di foto a suo nome.
Nel 1914 scoppiò la Grande Guerra che travolse anche la famiglia di Antonia.
Nel 1915 fino al 1917 suo marito Raffaele fu internato a Katzenau sospettato di irredentismo.
Antonia restò sola con quattro figli ancora piccoli.
Non si scoraggiò e come tutte le donne ladine, prese in mano le redini della sua famiglia e continuò il suo lavoro di fotografa.
Iniziò a ritrarre gli accadimenti della Grande Guerra.
Non fotografò solo i soldati nel suo studio, ma nonostante tutti i pericoli, si spinse fino al fronte.
Salì sulle montagne, nella neve, sotto la pioggia e nel fango per ritrarre la vita in trincea oltre che nei baraccamenti.
Una sua foto è davvero storica.
Il 29 maggio 1915 in piazza a Cortina, che faceva parte del Tirolo e dell’Impero Austro Ungarico, arrivarono le truppe italiane.
Lei con grande coraggio scattò la prima fotografia dal suo balcone e poi in fretta scese in piazza fra i soldati.
La sua macchina fotografica disponeva di 8 lastre facilmente intercambiabili.
La macchina era molto moderna per quei tempi e quindi ritrasse quel momento storico che cambiò la storia di Ampezzo.
Il 14 luglio 1916 fotografò il bombardamento di Cortina e il 4 ottobre 1916 un grande incendio nel suo paese.
Questi sono solo pochissimi esempi delle foto storiche di Antonia Verocai.
A Cortina, nell’archivio fotografico Zardini, si possono vedere ancora le sue macchine fotografiche.
Nel corposo archivio sono conservate ancora 6 mila lastre originali e 12 mila negativi di pellicola con scatti fatti prima del 1960.
Antonia era una bella donna, amava la musica e l’arte, e questo traspare anche dalle sue fotografie.
La foto sono sempre molto nitide, sembrano parlare riportandoci a momenti di vita a volte felici ed altri drammatici.
È stata una buona mamma che non ha mai fatto mancare l’amore a suo marito e ai suoi figli.
Due dei suoi figli raccogliendo l’eredità della madre sono diventati fotoreporter della seconda guerra mondiale.
Un figlio dislocato sul fronte albanese e l’altro in Russia ove ha ritratto la terribile ritirata degli alpini.
Tuttora un nipote di Antonia Verocai prosegue sulle sue orme, ritraendo le tante guerre che affliggono questa nostra povera Terra che nulla ha imparato dal passato.
Antonia Verocai Zardini era nata nel 1876 ed è morta nel 1951.
È stata una donna forte e coraggiosa che ha lasciato un’eredità storica di grandissima importanza per Cortina d’Ampezzo e per tutta la Ladinia.
Bibliografia:
Rivista “Gana” nr. 22/23 anno 2016 articolo di Olimpia Rasom.
Mediateca Rai TV Ladina – video di Erika Castlunger
Al giorno d’oggi scattare foto o registrare video è molto semplice.
Tutti noi abbiamo in tasca un telefonino che ci permette in un attimo di mostrare al mondo dove siamo e quello che sta succedendo.
Una foto è qualcosa che rimane nel tempo, ci fa rivivere momenti tristi e felici della nostra vita.
Ci mantiene il ricordo di quello che abbiamo visto e vissuto; quindi una foto rimane e ci trasmette emozioni anche a distanza di tantissimi anni.
Anni addietro non era così semplice scattare una foto, pochi avevano una macchina fotografica o una telecamera; quindi, foto e video arrivati fino a noi hanno sicuramente un grande valore potendo parlarci della nostra famiglia e del passato.
Per questo motivo quello che ha fatto Antonia Verocai Zardini di Cortina d’Ampezzo, ha davvero una grande importanza.
Si può affermare che è stata la prima donna fotoreporter della Grande Guerra.
Antonia aveva imparato a fare foto e svilupparle assieme a suo marito Raffaele Zardini, che già nel 1902 aveva un suo negozio di fotografo.
Abitavano nel centro di Cortina d’Ampezzo e Antonia in tempo di pace ritraeva la vita del suo paese.
Molto raramente fotografava le montagne, a lei invece piaceva ritrarre la sua gente.
Ha lasciato un archivio fotografico dove si rivivono i momenti della vita di Cortina, feste di paese, processioni, matrimoni, sepolture, ricorrenze, tradizioni e usanze.
Aveva un occhio estetico, scattava foto che avevano sicuramente un che di artistico.
Le famiglie o le singole persone venivano accuratamente messe in posa perché il ritratto risultasse ordinato e armonico.
Ritraeva donne e uomini al lavoro nei campi, gente che sciava, donne con il vestito tradizionale, bambini che giocavano nella piazza ed i primi turisti che soggiornavano a Cortina all’inizio del 1900.
Nel 1909 raggiunse la qualifica di fotografa e ricevette dalle autorità austriache il permesso di aprire un negozio di foto a suo nome.
Nel 1914 scoppiò la Grande Guerra che travolse anche la famiglia di Antonia.
Nel 1915 fino al 1917 suo marito Raffaele fu internato a Katzenau sospettato di irredentismo.
Antonia restò sola con quattro figli ancora piccoli.
Non si scoraggiò e come tutte le donne ladine, prese in mano le redini della sua famiglia e continuò il suo lavoro di fotografa.
Iniziò a ritrarre gli accadimenti della Grande Guerra.
Non fotografò solo i soldati nel suo studio, ma nonostante tutti i pericoli, si spinse fino al fronte.
Salì sulle montagne, nella neve, sotto la pioggia e nel fango per ritrarre la vita in trincea oltre che nei baraccamenti.
Una sua foto è davvero storica.
Il 29 maggio 1915 in piazza a Cortina, che faceva parte del Tirolo e dell’Impero Austro Ungarico, arrivarono le truppe italiane.
Lei con grande coraggio scattò la prima fotografia dal suo balcone e poi in fretta scese in piazza fra i soldati.
La sua macchina fotografica disponeva di 8 lastre facilmente intercambiabili.
La macchina era molto moderna per quei tempi e quindi ritrasse quel momento storico che cambiò la storia di Ampezzo.
Il 14 luglio 1916 fotografò il bombardamento di Cortina e il 4 ottobre 1916 un grande incendio nel suo paese.
Questi sono solo pochissimi esempi delle foto storiche di Antonia Verocai.
A Cortina, nell’archivio fotografico Zardini, si possono vedere ancora le sue macchine fotografiche.
Nel corposo archivio sono conservate ancora 6 mila lastre originali e 12 mila negativi di pellicola con scatti fatti prima del 1960.
Antonia era una bella donna, amava la musica e l’arte, e questo traspare anche dalle sue fotografie.
La foto sono sempre molto nitide, sembrano parlare riportandoci a momenti di vita a volte felici ed altri drammatici.
È stata una buona mamma che non ha mai fatto mancare l’amore a suo marito e ai suoi figli.
Due dei suoi figli raccogliendo l’eredità della madre sono diventati fotoreporter della seconda guerra mondiale.
Un figlio dislocato sul fronte albanese e l’altro in Russia ove ha ritratto la terribile ritirata degli alpini.
Tuttora un nipote di Antonia Verocai prosegue sulle sue orme, ritraendo le tante guerre che affliggono questa nostra povera Terra che nulla ha imparato dal passato.
Antonia Verocai Zardini era nata nel 1876 ed è morta nel 1951.
È stata una donna forte e coraggiosa che ha lasciato un’eredità storica di grandissima importanza per Cortina d’Ampezzo e per tutta la Ladinia.
Bibliografia:
Rivista “Gana” nr. 22/23 anno 2016 articolo di Olimpia Rasom.
Mediateca Rai TV Ladina – video di Erika Castlunger
Al giorno d’oggi scattare foto o registrare video è molto semplice.
Tutti noi abbiamo in tasca un telefonino che ci permette in un attimo di mostrare al mondo dove siamo e quello che sta succedendo.
Una foto è qualcosa che rimane nel tempo, ci fa rivivere momenti tristi e felici della nostra vita.
Ci mantiene il ricordo di quello che abbiamo visto e vissuto; quindi una foto rimane e ci trasmette emozioni anche a distanza di tantissimi anni.
Anni addietro non era così semplice scattare una foto, pochi avevano una macchina fotografica o una telecamera; quindi, foto e video arrivati fino a noi hanno sicuramente un grande valore potendo parlarci della nostra famiglia e del passato.
Per questo motivo quello che ha fatto Antonia Verocai Zardini di Cortina d’Ampezzo, ha davvero una grande importanza.
Si può affermare che è stata la prima donna fotoreporter della Grande Guerra.
Antonia aveva imparato a fare foto e svilupparle assieme a suo marito Raffaele Zardini, che già nel 1902 aveva un suo negozio di fotografo.
Abitavano nel centro di Cortina d’Ampezzo e Antonia in tempo di pace ritraeva la vita del suo paese.
Molto raramente fotografava le montagne, a lei invece piaceva ritrarre la sua gente.
Ha lasciato un archivio fotografico dove si rivivono i momenti della vita di Cortina, feste di paese, processioni, matrimoni, sepolture, ricorrenze, tradizioni e usanze.
Aveva un occhio estetico, scattava foto che avevano sicuramente un che di artistico.
Le famiglie o le singole persone venivano accuratamente messe in posa perché il ritratto risultasse ordinato e armonico.
Ritraeva donne e uomini al lavoro nei campi, gente che sciava, donne con il vestito tradizionale, bambini che giocavano nella piazza ed i primi turisti che soggiornavano a Cortina all’inizio del 1900.
Nel 1909 raggiunse la qualifica di fotografa e ricevette dalle autorità austriache il permesso di aprire un negozio di foto a suo nome.
Nel 1914 scoppiò la Grande Guerra che travolse anche la famiglia di Antonia.
Nel 1915 fino al 1917 suo marito Raffaele fu internato a Katzenau sospettato di irredentismo.
Antonia restò sola con quattro figli ancora piccoli.
Non si scoraggiò e come tutte le donne ladine, prese in mano le redini della sua famiglia e continuò il suo lavoro di fotografa.
Iniziò a ritrarre gli accadimenti della Grande Guerra.
Non fotografò solo i soldati nel suo studio, ma nonostante tutti i pericoli, si spinse fino al fronte.
Salì sulle montagne, nella neve, sotto la pioggia e nel fango per ritrarre la vita in trincea oltre che nei baraccamenti.
Una sua foto è davvero storica.
Il 29 maggio 1915 in piazza a Cortina, che faceva parte del Tirolo e dell’Impero Austro Ungarico, arrivarono le truppe italiane.
Lei con grande coraggio scattò la prima fotografia dal suo balcone e poi in fretta scese in piazza fra i soldati.
La sua macchina fotografica disponeva di 8 lastre facilmente intercambiabili.
La macchina era molto moderna per quei tempi e quindi ritrasse quel momento storico che cambiò la storia di Ampezzo.
Il 14 luglio 1916 fotografò il bombardamento di Cortina e il 4 ottobre 1916 un grande incendio nel suo paese.
Questi sono solo pochissimi esempi delle foto storiche di Antonia Verocai.
A Cortina, nell’archivio fotografico Zardini, si possono vedere ancora le sue macchine fotografiche.
Nel corposo archivio sono conservate ancora 6 mila lastre originali e 12 mila negativi di pellicola con scatti fatti prima del 1960.
Antonia era una bella donna, amava la musica e l’arte, e questo traspare anche dalle sue fotografie.
La foto sono sempre molto nitide, sembrano parlare riportandoci a momenti di vita a volte felici ed altri drammatici.
È stata una buona mamma che non ha mai fatto mancare l’amore a suo marito e ai suoi figli.
Due dei suoi figli raccogliendo l’eredità della madre sono diventati fotoreporter della seconda guerra mondiale.
Un figlio dislocato sul fronte albanese e l’altro in Russia ove ha ritratto la terribile ritirata degli alpini.
Tuttora un nipote di Antonia Verocai prosegue sulle sue orme, ritraendo le tante guerre che affliggono questa nostra povera Terra che nulla ha imparato dal passato.
Antonia Verocai Zardini era nata nel 1876 ed è morta nel 1951.
È stata una donna forte e coraggiosa che ha lasciato un’eredità storica di grandissima importanza per Cortina d’Ampezzo e per tutta la Ladinia.
Bibliografia:
Rivista “Gana” nr. 22/23 anno 2016 articolo di Olimpia Rasom.
Mediateca Rai TV Ladina – video di Erika Castlunger






