Quando i monti si tingono di rosa – 25

Rosanna Manfrini, roveretana, classe 1961 inizia ad arrampicare a 17 anni e con il suo compagno Maurizio Giordani, negli anni Ottanta e Novanta compie numerose ascensioni estreme, tanto da diventare una delle più forti alpiniste del mondo. Alpinista completa in grado di arrampicare ad altissimo livello su roccia e ghiaccio, ha fatto importanti esperienze agonistiche nel mondo dell’arrampicata sportiva tanto da diventare campionessa italiana e nel 1986 quinta nella classifica mondiale.
L’esperienza e l’allenamento maturato nell’arrampicata sportiva le hanno permesso di esercitare l’arrampicata libera sino ai gradi di difficoltà più alti. Il suo curriculum include un grande numero di vie sulle Alpi e sulle montagne extraeuropee dove ha ottenuto risultati eccezionali: sulla parete sud della Marmolada insieme al suo compagno ha compiuto salite di grande complessità come, nel 1985, la “Via Futura” la “Via Specchio di Sarh” nel 1988 e nel 1989 la “Via Andromeda”. Sulle montagne di casa, in Valle del Sarca, consegue alcuni itinerari impegnativi come la “Via Rosmau” e “Ombre Rosse” a Mandrea, “Via della clessidra” a Cima alle coste e “Gengiz Kahn” ancora a Mandrea.
Nel 1985 effettua la prima spedizione al Cerro Torre in Patagonia segnata dalle pessime condizioni meteorologiche, vetta che conquista l’anno seguente – prima salita femminile del Cerro Torre – per poi sorprendere con la “Via Franco-Argentina” al Fitz Roy sempre in Patagonia e la “via Chiaro di Luna” alla parete ovest della Torre Saint Exupery.
Nel 1988 partecipa alla seconda cordata che sale i 6250 metri del Pilone sud dell’Uli Biaho Tower e nel 1990, prima di dover rinunciare alle arrampicate ma non alla montagna per la nascita della figlia, effettua un tentativo al Nanga Parbat arrivando sino ai 6.550 metri dei 8.125. (continua)






