von fpm 01.10.2023 13:00 Uhr

01 ottobre 1922, la marcia su Bozen e Trento

La marcia su Bozen e Trento, avvenuta tra il 1° e il 2 ottobre 1922, fu una manifestazione organizzata dal Partito Nazionale Fascista, diretta contro la maggioranza tedesca in Südtirol.

La marcia su Bozen e Trento fu un’occupazione militare delle due città da parte delle squadre d’azione fasciste. La conseguenza della marcia fu la destituzione di Julius Perathoner, ultimo borgomastro di lingua tedesca di Bozen, eletto prima del periodo fascista nelle prime consultazioni comunali del dopoguerra, e pose fine al mandato del Commissario Civile Luigi Credaro. Le squadre fasciste occuparono scuole, municipi e edifici pubblici. A pochi giorni appena dalla Marcia su Roma, l’operazione compiuta a Trento e Bozen rappresenta la prova generale per i progetti mussoliniani di occupazione del potere e allo stesso tempo evidenzia in maniera esemplare le caratteristiche della penetrazione del fascismo nelle terre da poco, secondo loro, “redente”.

Sia in Trentino che in un Südtirol nel quale la presenza italiana era ancora del tutto limitata, il fascismo è fenomeno di importazione. Così come, per completare l’azione militare, occorre far arrivare le squadre da tutto il Nord Italia, così anche la creazione dei primi fasci di combattimento a Trento e Bozen, dal 1919 in poi, avviene perlopiù sulla base di elementi esterni ed estranei. A Trento in particolare si segnala la presenza, come mandatario di Benito Mussolini, del capitano Achille Starace, incaricato di organizzare, ma senza troppo successo, la nascita dei primi nuclei fascisti.

Tra i vari aspetti che il fascismo viene ad assumere in quegli anni nel contesto politico nazionale, spicca, nel Tirolo del Sud divenuto Trentino Südtirol con l’aggiunta di Alto Adige, quello dell’intransigente difesa dell’italianità, in particolar modo nei confronti della minoranza sudtirolese, per nulla disposta ad accettare come un fatto compiuto l’annessione al Regno d’Italia, e impegnata in una battaglia tenace per respingere ogni tentativo di penetrazione nella propria regione di appartenenza.

In questa battaglia il fascismo viene ad affiancarsi dapprima e a conglobare in sé poi la falange nazionalista che, nello specifico della realtà locale, ha come principale esponente il criminale Ettore Tolomei, il promotore del genocidio culturale che modificò la toponomastica cercando di sradicare l’identità tirolese della popolazione.

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