von mas 07.09.2023 06:43 Uhr

Briciole di Memoria: Lo sgombero di Leopoli

Il giornale „Trentino“ del 7 settembre 1914 riporta la notizia che „le truppe austriache hanno già sgombrato Leopoli, dove ora sono entrati i russi … E i nostri soldati?“

Le truppe russe entrano a Leopoli - Immagine da Wikipedia

L’azione austriaca era intesa ad impedire che l’armata russa che si trovava nella Polonia russa,  tra il fiume Bug e il fiume Vistola si riversasse n Galizia,  allacciandosi da nord al grosso delle forze russe che dal confine orientale della Galizia si muoveva in direzione di Leopoli.

Su questo altro campo di battaglia, dicono le informazioni ufficiali,  abbiamo una grande novità:  le truppe austriache hanno sgombrato Leopoli,  ove ora sono già entrati i russi. Questo abbandono era diventato inevitabile dopo i combattimenti asprissimi degli ultimi giorni. I russi hanno scagliato in Galizia masse enormi,  inalberate in reparti di cavalleria,  sorrette da artiglierie innumeri. Gli austriaci hanno contrastato il passo tenacemente, malgrado la preponderanza delle forze nemiche. Ma la resistenza non poteva continuare oltre,  dinanzi ai flotti di sempre nuove unità che la Russia rovesciava nel crogiolo infiammato della battaglia

Vi furono assalti furibondi,  combattimenti epici. Non si può ancora formulare la cifra dei caduti

Già da qualche giorno i 210.000 abitanti di Leopoli dovevano sentirsi preparati a questo avvenimento. Parecchi si rifugiano nelle città verso ovest;  gli uffici pubblici e  istituti di credito furono portati a Neu Sandec nella Galizia occidentale,  a circa 240 km da Leopoli

Leopoli non è fortificata. Soltanto da poco tempo era stata protetta da alcune non definitive né complete opere,  e la città fu sgombrata dalle truppe austriache oltre che per ragioni strategiche anche per evitare danneggiamenti e pericoli alla cittadinanza.

Ma i russi non si accorsero che ormai Leopoli era deserta di soldati e  continuarono a bombardare i forti intorno alla città per molte ore, anche dopo che le truppe l’avevano abbandonata.

Ora le due linee avversarie sono lontane e stasera, per la prima volta dopo dieci giorni di combatimenti, la giornata si è chiusa senza il tragico saluto del cannone.

Da due giorni nella Galizia orientale, nella zona di Leopoli, tutto tace.   Dalla Polonia russa si telegrafa al Comando che le truppe ausriache continuano gli attacchi a Lublino.

 

 

E i nostri soldati?

Niuno può farsi un’idea dei disagi che hanno sostenuto lavvia al di là di Leopoli, niuno che non li abbia divisi con loro, uditi raccontare nei loro particolari. Sono sforzi inumani del corpo e dello spirito quali la guerra soltanto sa produrre …

Da dieci gionri vivono in mezzo alla battaglia, vivono da dieci giorni stretti nei loro vestiti e da dieci notti dormono sulla nuda terra, passano le ore sulle ore in sentinella, a cielo aperto, sotto un nubrifragio di proiettili, al cospetto del nemico e della morte.

Da dieci giorni sono giorno e notte in pieno assetto di guerra. Alla luce del giorno non è possiblie ristararli. Appena si può, sull’imbrunire, la cucina di campo avanza fino ai riservisti. A questi spetta poi di adempiere al dovere d’umanità verso i loro camerati,  col portar loro il sostentamento per le file a ordine sparso.

Nessun riposo per i più stanchi. Gran parte dei reggimenti combattenti rimarrà ai posti avanzati di battaglia anche la notte,  nelle file dell’ordine sparso,  col fucile in mano, pronti ad ogni momento all’assalto. Dietro delle loro file, a mille, a due, a tremila passi di distana, sta l’artiglieria. Gli obici sono in  posizione per la guardia notturana.

Noi non udremo dei dolori, dell’eroismo del nostro esercito galiziano d’oriente che a guerra finita  … Qualunque debba essere il loro destino, sia che a loro arrida il successo sia che non arrida,  i nostri soldati del fronte di Leopoli sono eroi…

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