Quando i monti si tingono di rosa – 18

Veneta ma trentina d’adozione collocata a Pergine, Graziella Cesarin Mazzenga, arrampica in Dolomiti e sulle Alpi salendo varie vie di sesto grado ed effettuando alcune prime salite femminili tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Complessivamente ha compiuto poco meno di una settantina di salite comprese tra il 3° ed il 6° grado superiore. Con il marito Gianni Mazzenga, grande alpinista, sono stati compagni di cordata di Toni Gianese che, diventato cieco, ha continuato ad arrampicare su vie molto impegnative.
In particolare, si ricorda la salita del Cimon della Pala e del Campanile Basso che Gianese ricorda con grande affetto per la sensibilità, la generosità e la grande esperienza dimostrata da Graziella Cesarin: “questa ragazza è una eccezione in campo alpinistico” – ha raccontato Gianese – “esile nella figura, delicata, piena di femminilità, col sorriso sempre sulle labbra, ha tuttavia una resistenza fisica notevole provata su tutti i più difficili «sesto grado» delle Dolomiti”.
Tra le tante scalate si ricordano le Tre Cime di Lavaredo, lo “spigolo giallo” della Cima Piccola, la “Via Comici-Dimai” alla parete Nord della Cima Grande e la parete sud del Dente del Gigante “Via Burgasser” del Monte Bianco. Nel 1960, nelle Dolomiti di Brenta, effettua la prima salita femminile della “Via Fox-Stenico” alla parete sud-est di Cima d’Ambiez, “Spallone Graffer” al Campanile Basso e la prima femminile della “Via Concordia” alla parete est di Cima d’Ambiez.
“Alla base della parete il rituale scioglimento delle corde” – riporta un suo «diario», “la disposizione ordinata in cintura dei chiodi e moschettoni… I primi metri di arrampicata sulla gelida roccia e tutti i nostri timori si dissolvono per dare spazio all’azione. Le lunghezze di corda si susseguono veloci, poi il grande colatoio, le ultime rocce più facili, la vetta, la stretta di mano, la soddisfazione indescrivibile. Quante volte ho vissuto intensamente indimenticabili esperienze simili a questa, seppure in montagne, pareti e rifugi diversi.” (continua)






