I Trapp. Storia di una famiglia del Tirolo. (1)

Con il trattato delle Compattate del 18 settembre 1363, redatto tra i duchi d’Austria e il vescovo di Trento Alberto, il principato assunse l’identità di protettorato degli Asburgo-Tirolo. Parte della antica nobiltà del territorio fu sostituita con nobili di famiglie tirolesi: gli Spaur, i Thun, i Rottenburg, i Welsperg, i Lichtenstein, i Wolkenstein ed i Trapp. Un documento del 1333 attesta che i progenitori della famiglia Trapp furono i Signori di Leutschach, nel distretto di Leibnitz in Stiria e il nome di famiglia deriva da un Federico di Leutschach, detto il “Trapp”.
Con l’ottenimento della giurisdizione di Caldonazzo, del feudo di Beseno e con la presa di possesso dei castelli di Campo e di Castel Pietra, la famiglia Trapp acquista sempre più importanza rappresentando fino al XVIII secolo una cerniera basilare nelle relazioni tra gli Asburgo e Il Principato Vescovile. Giacomo Trapp, già nel 1435 Camerlengo del duca Federico Tasca vuota del Tirolo, acquisì dunque l’investitura del castello di Ivano, il 12 febbraio 1450. Nel 1461 acquistava dal duca Sigismondo del Tirolo la giurisdizione di Caldonazzo in Valsugana ai confini tra il Tirolo e la Repubblica di Venezia. Successivamente, nel 1470, sempre da Sigismondo, Giacomo riceveva in feudo il castello di Beseno, importantissima postazione di difesa nei confronti della Serenissima.
Giacomo Trapp poté rafforzare la sua posizione politica grazie alla nomina a Supremo Maestro di Corte e anche grazie al matrimonio nel 1462 con Barbara di Matsch. Giacomo con l’appoggio del duca Sigismondo era dunque riuscito ad ottenere il controllo della cintura di fortezze feudali al confine con la Repubblica di Venezia che si estendeva da Grigno in Valsugana fino a Beseno nella valle dell’Adige.
Dal matrimonio con Barbara di Matsch, figlia di Ulrico e di Agnese di Kirchberg, nascono tre figli maschi, Giacomo, Giorgio e Carlo e due femmine, Barbara e Caterina. Il 14 agosto 1475 Giacomo muore e viene sepolto nel duomo di Bozen. (continua)






