Croci sulle montagne, opinioni a confronto

Croci sulle montagne: Si, sono un segno di fede, tradizione e identità ; No, vanno tutte smantellate; Ni, restano solo quelle già esistenti, ma non se ne parla di metterne altre.
Dopo le parole (inaccetabili, secondo alcuni; male interpretate, secondo altri) pronunciate in occasione della presentazione di un ibro dal direttore editoriale del Cai Marco Albino Ferrari „non saranno istallate nuove croci sulle montagne“, è stato un susseguirsi di prese di posizione e di espressioni di opinioni, spesso contrastanti
Eccone alcune:
Sven Knoll: Le montagne sono la nostra Heimat .
Il Club Alpino Italiano (CAI) chiede che non vengano più erette croci di vetta in montagna e, allo stesso tempo, che vengano rimosse le croci di via e le lapidi commemorative dei morti in montagna per trasferirle in un „luogo della memoria“. Il motivo addotto è che le nuove croci di vetta sarebbero anacronistiche e non rappresenterebbero gli alpinisti di altre fedi. Il consigliere della Süd-Tiroler Freiheit, Sven Knoll, respinge nettamente questa richiesta e definisce le dichiarazioni del Club Alpino Italiano come una mancanza di rispetto dovuta all‘errata convinzione che la nostra cultura e la nostra tradizione non siano accettabili per altri popoli. Il CAI può chiedere quello che vuole in Italia, ma dovrebbe lasciare in pace le nostre montagne tirolesi!
Le montagne non sono „terreno neutro“, ma sono la nostra Heimat . Chi è infastidito dalle croci sulle nostre montagne dovrebbe semplicemente rimanere a valle o andare altrove. Oggi sono le croci di vetta e domani tutti gli altri simboli della nostra cultura che devono essere rimossi. A questo diciamo un chiaro e inequivocabile NO – continua Knoll
Il CAI ha già fatto abbastanza danni sulle nostre montagne -preosegue il consigiere sudtirolese – I rifugi del CAI in Sudtirolo sono stati tutti rubati e occupati illegalmente. Anche in quell’occasione il CAI si è già offeso per la nostra cultura e tradizione e ha semplicemente rinominato i rifugi con nomi italiani.
Se il CAI vuole contribuire alla comprensione internazionale delle montagne, dovrebbe restituire i rifugi rubati, smettere di usare nomi fascisti per le nostre montagne e rimuovere le bandiere italiane dai rifugi. In fondo, questo nazionalismo è anacronistico e disturba le nostre montagne molto più della tradizione delle croci di vetta.
Francesca Aprone: Il raggiungimento della vetta è anche spiritualità .
Reinhold Messner: Le montagne sono di tutti...
 “ nessuno ha il diritto di metterci il cappello“ – dichiara invece Reinhold Messner – „Le croci esistono praticamente solo sulle Alpi, in Asia la gente del posto non saliva sulle montagne sacre, mentre sulle Ande si facevano sacrifici alle divinità “.
Messner non si dice sorpreso della proposta del Cai, „che da tempo si occupa dell’importante questione ‚di chi sono le montagne‘?
In copertina: la croce sui Fevri dalla SAT di Campiglio, una delle primissime attività dopo la rifondazione della sezione nel 2015
Qui sopra:Â preghiere fra i monti in TIbet
Foto di Manuela Sartori / UT24






