Strada chiusa… per orso!

Quello della Madonna del Lares è un luogo di culto particolare, a cui le genti delle Giudicarie e non solo sono devote da secoli.  Già nel 1500 qui c’era una piccola edicola, poi sostituita, attorno al 1770, da una prima chiesetta. Il santuario attuale risale al 1850 circa.
Anche ai giorni nostri è mplto frequentato: ci sono funzioni religiose, vi si recita il Santo Rosario a maggio e ottobre (mesi dedicati alla Madonna), spesso qui si celebrano i matrimoni.
Sorge poco sopra l’abitato di Bolbeno da dove si raggiunge in auto ma anche a piedi, percorrendo tratti di strada alternati a un comodo sentiero fra gli alberi.  Dal paese di Bondo, una piacevole strada in gran parate asfaltata e dall’andamento pianeggiante, conduce al santuario in un’ora circa di cammno. Corre appena sopra gli abitati di Bondo e di Breguzzo, a poca distanza dalle pescicolture, dal parco giochi e dal centro sportivo Fiana, dal campo da calcio di Breguzzo, da un bel sentiero realizzato da poco che collega i due paesi seguendo la sponda del torrente, fra ponticelli e cartelli educativi, spesso meta di „gite“ dei bimbi della scuola dell’infanzia o della primaria.
Quello che conduce alla Madonna del Lares è un percorso davvero molto frequentato: mamme e papà con il passeggino o la carrozzina (non servono nemmeno quelle ultramoderne con le ruote grosse da „fuoristrada“), famiglie con bambini in bicicletta, persone di tutte le età che fanno due passi digestivi dopo pranzo o fra la fine del lavoro e l’ora di cena.
Attualmente però la strada è chiusa… per orso! Ce lo hanno segnalato alcuni lettori residenti in zona, che gli uomini del Corpo Forestale della Provincia hanno cortesemente invitato ad allontanarsi.  In zona sarebbe presente un’orsa con un cucciolo, come risulta anche dalla mappa che, sul sito della Provincia, evidenzia i luogni in cui sono stati avvistati i plantigradi. Anzi, secondo la mappa, nel raggio di pochissimi chilometri e a poca distanza dai paesi, le „famiglie“ di orsi sarebbero più di una
La cosa „sconcerta“ non poco la gente di Bondo, ci dicono. Non solo per il fatto di vedersi precluso un percorso familiare tanto è abituale. Ma soprattutto per il fatto che questa „strada proibita“ sia proprio lì, appena fuori dalla porta di casa. Un posto dove, fino a poco tempo fa, i ragazzini venivano mandati da soli a fare un giro in bici, dove si costruivano casette sugli alberi, dove ci si sentiva esattamente come nel giardino di casa.
Invece ora… no, non ci si può andare. E se anche si potesse farlo, ci si andrebbe con una buona dose di paura addosso. La stessa paura che si dovrebbe avere, a questo punto – e che molti in effetti hanno, e non ci sentiamo di dare loro torto – anche a scendere giù al sentiero lungo il torrente, al parco giochi, al campo sportivo. O, per chi vive nelle case al limite dell’abitato (che poi il limite è davvero relativo, considerate le dimensioni medie dei nostri paesi, ci dicono), anche a uscire in giardino a giocare, a stendere i panni, o per innaffiare i fiori e dare acqua all’orto…
E quando poi sui social si leggono, da parte di gente che non ha la minima idea di dove sia Bondo (piuttosto che Lundo, o Preore, o Caldes.. ) proposte „geniali“ tipo quella di circondare i paesi con chilometri di fili elettrificati ... allora lo sconcerto (per non dire di peggio) raggiunge livelli ancora maggiori.
Si è consapevoli che la situazione – arrivati a questo punto – non può avere una soluzione immediata, ci vorrebbe la bacchetta magica. Ma una soluzione ci deve essere, e su questo non ci piove. Ed è chi vive qui, e non chi pontifica seduto su divani collocati in ben altri luoghi, che deve poterla individuare. E realizzare, concludono i nostri lettori.
E noi non possiamo che essere d’accordo con loro.






