Un libro al mese: „Prontuario dei nomi locali dell’Alto Adige“ – 2

... Affermando il diritto a raggiungere i termini sarcri...
Scoppiato l’immane conflitto europeo.  scesa l’Italia in campo nella sacra guerra,  solennemente affermato il suo diritto a raggiungere i termini sacri, il rifacimento della toponomastica atesina diventava, oltre che necessario, urgente .
Ciò che avrebbe richiesto molti anni di pacato e  preveggente lavoro,  si doveva allestire in pochi mesi al più presto. Studiare e restituire diecimila nomi non era impresa da poco, La necessità di allestire in tempo la ricostituzione toponomastica per le terre alle quali si rivolgevano le aspirazioni nazionali,  fatta presente fin dallo scoppio della guerra europea con ripetute memorie da noi rimesse parte direttamente, parte per accreditato tramite agli uomini di maggior prestigio,  dai quali la somma delle cose dipendeva. Ma le istanze vennero iterate con questi e  con altri,  che pure di questa opera,  destinata perpetuarsi nella vita avvenire della nazione,  avrebbe potuto farsi titolo di nobile compiacimento.
Come mai non si intese che la toponomastica in questo caso cessa di essere uno studio  scientifico per diventare un’urgente necessità nazionale militare politica?
Per la nostra dignità e per la piena affermazione dei nostri diritti dovevamo assolutamente ravvivare la toponomastica italiana nelle terre che i nostri soldati andavano riconquistando alla Patria. Non si doveva tardare a riavvalorare i nostri nomi mentre procedeva l’esercito.
Così da un giorno all’altro poteva determinarsi la avanzata valli occupate da genti in maggioranza straniere. Poiché nel corso dell’annessione i comandi militari e i commissariati civili trascuravano d’usare la nomenclatura locale italiana e continuavano a servirsi dei nomi tedeschi, chi non vede che si perdeva la migliore occasione della riconquista toponomastica?  che anzi si veniva a confermare uno stato di fatto in tutta perdita nostra? che acconciandosi così al provvisorio uso dei nomi tedeschi si confermavano i Comuni nella nomenclatura austriaca, rendendo più ostica è più difficile la riforma più tardi?
Né di scarso valore sentimentale ed etico era questo argomento aggiunto: se non elimineremo tantosto i nomi stranieri, l’aureola di un eminente fatto d’armi potrà dare  a taluno di essi un’importanza storica che renderà più difficile il mutamento  dopo.
Di più,  le carte  italiane avendo congiurato con le austriache per imporre al pubblico i nomi tedeschi , non si imponeva la necessità di una pronta revisione, anche per allontanare da noi e da altri l’impressione che stessimo conquistando paesi su cui nazionalmente non s’avesse diritto alcuno?
(…)
...la documentazione di ogni nome si potrà fare un po' alla volta...
Un’opera di tanta importanza civile qual’è questo prontuario, compiuta sotto gli auspici dell’ente scientifico competente  a condurla,  avrebbe richiesto e richiederebbe certamente il corredo delle relative prove.
Ma è anche chiaro questo:  se ogni nome esaminato dalla commissione e collegialmente approvato richiese uno scambio  di idee che, reso in iscritto, col relativo materiale di ricerca sulle fonti e di raffronto,  occuperebbe supponiamo, in media, una pagina e i nomi locali dell’Alto Adige sommano intorno a 20.000, occorreva e occorrerebbe un’opera di ventimila pagine per cotesta documentazione scientifica.  la documentazione  d’ogni nome ,  nelle sue forme storiche ed ecclesiastiche , nel suo etimo e nei suoi raffronti, nelle ragioni varie e complesse della forma definitivamente eletta,  si potrà fare un po’ alla volta a suo luogo.
Per i nomi principali e  per molti secondari è già stata fatta ampiamente e resa pubblica nei volumi dell’Archivio. Siamo al lavoro.
... infondate velleità separatiste...
I criteri generali atti a coordinare l’opera di risurrezione toponomastica già stabiliti ed enunciati dall’Archivio in vista del fine di riconquista virtuale che esso proponevasi, li ripetiamo qui ad annessione avvenuta e  mentre l’opera dell’assimilazione  procede ininterrottamente.
L’Alto Adige comprende paesi e territori, non pochi né piccoli, di lingua e di toponomastica italiana, e per questa parte non vi era che da raccogliere la messe dei nomi locali,  preservati dalle insidie straniere. La Gardena e la Badia, valli atesine di idioma ladino – cioè italiano – portano fin presso alla foce,  nel bel mezzo della Val di isarco  e della Pusteria, la toponomastica di radice romana.
Non abbastanza si vegliò sul patrimonio toponomastico italiano dell Alto Adige,  assai più ricco di quello che comunemente si creda, ai cui danni congiuravano l’isolamento dei luogh, le sopraffazioni altrui e l’inerzia nostra.
Carte i libercoli tedeschi si facevano a soppitantare i bei nomi italiani viventi di Selva,  La Villa, La Valle con Wolkenstein, Stern, Wengen. Poi questi ultimi nomi passavano senza contrasto nelle carte e guide italiane
La nomenclatura nostra raccoglie tutti i nomi nostri di quelle Valli dolomitiche, purgati dalle non poche storpiature dei cartografi militari austriaci, accertati dal confronto con le raccolte dell’Alton e di altri indigeni, e  li restituisce nell’uso.
A qeusti alpigiani, amantissimi della loro piccola patria tra i monti e del loro antico idioma,  non si vuol diminuire il patrimonio toponomastico proprio,  che così bello, sonante, caratteristico. Noi accogliamo le forme locali ladine quali sono nell’uso.  non c’è. bisogno di conformarle diversamente
Anche in questo però, il criterio della conservazione idiomatica va temperato con quello dell’unità nazionale. Sarebbe eccessiva concessione al dialetto, e  quasi un riconoscimento inopportuno delle infondate velleità separatiste, l’accogliere in siffatte forme anche i generici comuni: Scrivere Lec Vert invece di Lago Verde  scrivere Pont invece di Ponte eccetera.In questi casi usiamo le comuni forme italiane restando di pronunciarle lievemente deformati a modo loro come avviene del resto in ogni regione d’Italia.
Concediamo anche qualche cosa di più per amore di questa latinità vetusta,  allorchè presenta per alcune località montane, denominazioni ben sonanti come Col Piera Mà ura, Plan de Corones o Fedara Vedla eccetera. Vanno sempre evitati in questa materia i criteri assoluti conviene procedere con una certa relatività dettata da accorgimenti vari e da temperanza e buon gusto
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