von Vanessa Pacher 08.03.2023 10:30 Uhr

Crisi idrica

Dal Trentino una proposta di azione su sostenibilità, investimenti e risparmio

Continua la fase critica per i bacini idrici trentini. Non arrivano a 12 i milioni di metri cubi di acqua attualmente presenti nei bacini di malga Bissina e malga Boazzo. I due invasi dell’Alto Chiese, nel grande massiccio dell’Adamello, risultano pieni solo per il 16% della capienza complessiva. Questa la situazione confermata durante il sopralluogo del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina, assieme ai tecnici dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia, Sandro Rigotti (responsabile del Servizio grandi derivazioni idroelettriche) e Nadia Zorzi, al sindaco di Valdaone Ketty Pellizzari e ai rappresentanti di Hydro Dolomiti Energia srl (gestore degli impianti) Michele Buratti e Siro Fioroni.

Una “visita” in quota salutata da una tenue nevicata (dieci centimetri di neve fresca, in aggiunta ai 50 centimetri già presenti al suolo) che non basta a invertire la tendenza se in primavera non arriveranno abbastanza precipitazioni.

Il sopralluogo ha consentito di dare uno sguardo aggiornato sui dati. Il volume idrico complessivo del Trentino (i bacini idroelettrici più i laghi naturali regolati) è sceso a 128 milioni di metri cubi su una capienza complessiva di 407 milioni. Erano 141 una decina di giorni fa, in occasione del sopralluogo effettuato da Tonina a Santa Giustina. L’attuale grado di riempimento è quindi pari al 32%.

Nello specifico, negli invasi presso le dighe di Malga Bissina (1.790 metri sul livello del mare) e di Malga Boazzo (1.227 metri s.l.m.) alla data del primo marzo risultano presenti 11,7 milioni di metri cubi di acqua, rispettivamente circa 9 a Bissina e 2,2 milioni a Boazzo). La percentuale di riempimento varia dal 15,8% di Bissina al 18,8% di Boazzo. Ciò corrisponde al 16% di riempimento sulla capienza complessiva di 71,8 milioni di metri cubi.

Laghi e fiumi
A soffrire sono anche i laghi naturali (anche se molti sono regolati artificialmente) e i fiumi. Il Garda registra un volume (al primo marzo) di 120 milioni di metri cubi, rispetto ai 458 milioni del volume massimo regolabile fino al livello delle chiuse. Il livello del lago è 46 centimetri sopra lo zero idrometrico misurato a Peschiera, contro i +99 centimetri della media di questo periodo dell’anno.

Caldonazzo è a +21 centimetri sullo zero idrometrico, rispetto ai +50 di media del periodo.

I quattro fiumi in uscita dal Trentino hanno valori di portata ridotti. Per l’Adige alla stazione idrometrica di Ponte San Lorenzo a Trento è stato misurato il 28 febbraio scorso un dato medio giornaliero inferiore del 50% rispetto alla media storica del periodo. Il Brenta a Grigno nello stesso giorno ha registrato un deficit del 30%, sempre considerando il raffronto con il valore medio storico del periodo.

Nel mese di gennaio l’apporto idrico medio del Sarca al lago di Garda è stato pari a10 metri cubi al secondo, contro i 18 di media di periodo registrata nell’ultimo decennio. Apporto idrico che, a febbraio, per il Chiese – immissario del lago d’Idro – è stato stimato in 2,5 metri cubi al secondo medi, rispetto ai 4,5 valutati sull’ultimo decennio.

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