Un libro al mese: Non c’è storia del Trentino senza il Tirolo – 3°°

Il paese presenta tanti aspetti interessanti per la sua configurazione geografica, ma non meno interessante è la sua storia o meglio la storia del suo popolo che, come abbiamo visto, per il suo carattere e per le sue istituzioni democratiche di origine antichissima, ci ha dato un esempio chiaro di vera pacifica convivenza e di profondo senso di giustizia sociale.
Il popolo, pur parlando tre lingue diverse, é sempre andato d’accordo e lo dimostra il fatto che non vi è mai stata una guerra fra un gruppo etnico e un altro in tanti secoli di storia in comune.Â
Nel Tirolo del Sud la proprietà fondiaria da se è stata sempre del popolo. Non esistono e non sono mai esistiti dei latifondisti. I sudtirolesi hanno sempre goduto di una grande libertà locale, hanno sempre amministrato i loro beni in comune e hanno preso parte attiva alla loro vita civile. Da queste semplici enunciazioni si capisce come possa essere interessante conoscere questo popolo singolareÂ
Sull’origine del popolo molti storici si sono dibattuti con teorie spesso contrastanti, perché basate su supposizioni incerte più che su prove storiche. Agli storici locali si sono aggiunti degli storici tedeschi e italiani i quali, influenzati dalle teorie del loro paese al sorgere dei nazionalismi pangermanista e italiano. hanno voluto trovare l’origine dei tirolesi nelle rispettive razze con teorie, enunciazioni e supposizioni varie.
La conseguenza di questo caos, nel quale hanno avuto molto pese le propagande italiane e tedesche, interessate per i loro scopi politici a tirar l’acqua al proprio mulino a tutto danno del popolo. E‘ che sulla storia e sull’origine del nostro popolo esistono ora dei preconcetti razziali che non reggono all’esame di una logica elementare. ma che sono determinati dalla politica attuale per la quale esiste una grande incomprensione.
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Tutte le teorie possono essere valevoli, ma il buon senso deve pur esistere e prevalere sui propri sentiment. E tutto sommato che importanza può avere, che i primi abitanti dell’epoca preistorica siano venuti dal sud o dal nord, che il più antico cranio trovato a Mezzolombardo sia dolicocefalo e non brachicefalo, Ciò che più importa è di sapere come gli abitanti della regione siano vissuti durante tutta la loro storia.
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La conquista romana che avvenne al tempo della massima potenza dell’impero dopo una guerra retica molto contrastata dagli abitanti, non si può considerare come molto influente sulla razza. Non erano certamente i romani dell’epoca imperiale che avevano bisogno di stabilirsi fra queste montagne per rinnovare la razza degli indigeni. Qualche funzionario, qualche legionario, anche se accompagnato dalla famiglia, rimasto nel paese per sorvegliare la popolazione e i punti strategici più importanti, non rappresentano certo una grande variazione etnica. L’occupazione romana portò, come avvenne in tutti i paesi occupati, la lingua che si sovrappose a quella locale. Inoltre si ebbero le leggi romane, qualche costruzione militare e tutto ciò che ebbero gli altri paesi occupati, Ma siccome la popolazione continuò a vivere secondo i propri costumi, che non avevano niente a che fare con la lex romana, e i romani non levarono le terre al popolo per donarle ai loro Legionari – come usarono fare altrove – si deve ammettere che l’influenza razziale degli occupanti non fu molto forte!Â
Verso il 500 si stabilirono nel nord i Baiuvari e più tardi arrivarono i Longobardi, che portarono, con la loro organizzazione di stile nordico, delle idee che influirono certamente sulla popolazione, ma anche qui non si tratta di immigrazione in massa.
I Longobardi, che si dicevano di origine scandinava, occuparono l’Italia e costituirono il Ducato di Trento. L’influenza dei Longobardi nella regione appare nelle comunità e nella terminologia dalla loro organizzazione, ma non si può certamente pensare che abbiano fondato queste comunità , che esistevano già prima dei romani.
Dalla prefazione di Valentino Chiocchetti:
„Nel 1918, l’Italia giunse fino al Brennero. E qui lo Stato italiano ha commesso un primo errore: ha voluto cambiare nome a una regione che, per destino storico, aveva un compito di legame supernazionale. Tirolo era il nome di una regione, ma fu cacciato dalla finestra e il Tirolo al di qua del Brenenro ebbe il nome di Venezia Tridentina … Lo Stato italiano ha così snaturato per spirito nazionalista, una regione che, come la Svizzera, era collaudata all’incontro dei popoli … Su queste esperienze storiche, in parte analizzate e in parte ancestralmente sentite, si era formato il Movimento ASAR.Â
L’ASAR ha perso la battaglia democratica ed europea, ma i veri vinti non siamo stati noi…Â „






