Briciole di Memoria: quel „ponte“ fra Trento e Trieste

Il „famoso ponte“ che collega Trento e Trieste esiste solo nella fantasia di chi, cresciuto su quei libri scolastici dove le lezioni di storia sono infarcite di nazionalismo, nominando le due città pensa subito alla loro „redenzione all’Italia“ che fu la motivazione ufficiale per la dichiarazione di guerra italiana all’Impero Austriaco, ed è convinto che si trovino a pochi chilometri l’una dall’altra.
Evitiamo di soffermarci su questa particolare quanto strampalata convinzione; in realtà , i legami fra le due città esistono, eccome, ma sono di ben altro spessore.  Citiamo solo il loro secolare legame con l’Impero e con gli Asbrugo: la Dedizione di Trieste all’Austria è del 1382; il passaggio del Tirolo agli Asburgo, grazie alla contessa Margherita, avviene nel 1363 .
Ma ci sono anche decine e decine di fili, sottili e spesso sconosciuti o dimenticati, che legano Trento e Trieste. Oggi ne scopriamo uno, raccontanto una piccola storia nella Storia.
Porto dell’Austria, la Trieste imperiale è una città cosmopolita, aperta, viva culturalmente ed economicamente; il commercio fiorisce, la città è una calamita per le genti di tutto l’Impero, anche del Tirolo Meridionale.
In particolare, arrivano a Trieste numerose famiglie dalla Val Rendena, soprattutto da Strembo e Caderzone: sono per lo più macellai e salumieri, che aprono botteghe un po‘ ovunque in città e nel Litorale.  Tanto per dire, nei primi anni Cinquanta a Trieste si contano una sessantina di salumerie dai nomi facilmente riconducibili ai due paesi: Botteri, Giustina, Masè, Mosca, Polla, Sartori, Schergna… solo per citarne qualcuno.
A Trieste ai primi del Novecento vive anche Luigi Polla „Fetin„; nato nel 1843 a Caderzone, Luigi nel Litorale Austriaco si è sposato e ha messo su famiglia: la moglie, Elena Mlekuz, e due figli maschi, Vittorio nato nel 1885 e Giacomo, di un anno più giovane.  La salumeria della famiglia Polla Fetin era in Piazza della Stranga (che poi si chiamerà Piazza della Marina, Piazza Elisabetta, per un periodo anche Piazza Barriera Vecchia, mentre oggi è stata patriotticamente rinominata Piazza Garibaldi).
La vita scorre, fra alti e bassi, come quella di tutti… fino al 1914, quando il vortice della guerra si abbatte anche sulla famiglia Polla, stravolgendo ogni cosa. Giacome e Vittorio sono richiamati, partono per il fronte. Giacomo non è sposato, Vittorio invece si: a casa lascia la moglie Giovanna e la piccola Elena, nata a febbraio 1913; la seconda figlia, Vittoria, nascerà a ottobre 1914.
E qui la piccola storia di Giacomo e di Vittorio sparisce nel nulla, si perde nel tritacarne del sanguinoso conflitto. Abbiamo provato a seguirne le tracce, ma invano; non sappiamo quando sono partiti e dove sono stati destinati, non sappiamo se Vittorio ha potuto stringere fra le braccia la sua secondogenita o se la bimba ha preso il suo nome in segno di fervida speranza nel suo ritorno.
Di certo c’è solo l’epilogo delle loro vite: lo scopriamo nei registri anagrafici di Caderzone, dove il parroco annotava ogni cosa, anche di chi non era nato in paese, ma con la curazia di San Biagio aveva legami stretti.  Giacomo non fa avere più notizie di sè e viene dato per disperso. Vittorio muore „per ferite“ il 18 luglio 1915.
I loro nomi sono iscritti fra le quasi 13.000 schede nell’anagrafe dei caduti trentino-tirolesi; dal nostro portale li passiamo a chi, nel Litorale, sta in maniera del tutto volontaria, per amore di storia e di verità , cercando di compilare un analogo database. Dopo tutto, Giacomo e Vittorio erano contemporaneamente tirolesi e triestini; il loro nome potrebbe venire inciso a proprio a metà del „famoso ponte“ …






