No al fascismo, per il Tirolo – La cronaca
Grande partecipazione da ogni angolo del Tirolo (come anticipato ieri sera nel nostro articolo NO AL FASCISMO, PER IL TIROLO ) ieri a Bolzano per la manifestazione organizzata dal Südtiroler Schützenbund e dal Heimatbund, una commemorazione che ha voluto dare un segnale forte per la Heimat e contro il fascismo. L’occasione – come ormai risaputo – era il centenario della “Marcia su Bolzano”, durante la quale le milizie fasciste dell’Alta Italia presero il potere sulla città, occuparono la scuola Kaiserin Elisabeth ed il municipio e deposero il sindaco, il dottor Julius Perathoner (anche a Trento negli stetssi giorni verranno occupate le sedi istituzionali e cacciato il Commissario governativo Credaro, ritenuto troppo “morbido” lo racconteremo nelle prossime puntate delle rubrica Briciole di Memoria)
Circa 2.000 Schützen oltre a numerosi partecipanti ed ospiti provenienti da vicino e da lontano hanno risposto all’appello per la cerimonia di commemorazione. Tra i partecipanti c’erano il vicesindaco di Bolzano, Luis Walcher, e i membri del Consiglio provinciale, Myriam Atz Tammerle, Sven Knoll e Andreas Leiter-Reber.
Dopo l’arrivo dei partecipanti nel piazzale antistante la sede della Provincia, il corteo ha sfilato fino all’ex scuola Kaiserin Elisabeth , dove è stata posta una targa commemorativa in ricordo della violenta occupazione da parte delle squadre fasciste, della sua destinazione forzata agli scolari italiani e della ridenominazione della scuola in “Regina Elena”. Il Landeskommandant Mjr Roland Seppi ha prununciato un breve discorso: la ridenominazione forzata della scuola a tutt’oggi non è ancora stata revocata (NdR: oggi infatti l’edificio scolastico ricorda Dante Alighieri.) A Bolzano non c’è alcun segno che ricordi i tragici eventi di 100 anni fa, quando agli alunni tedeschi fu da un giorno all’altro negato l’accesso alla scuola: una prima avvisaglia di quanto sarebbe accaduto l’anno successivo, quando l’insegnamento in lingua tedesca fu completamente messo al bando.
Dopo la marcia attraverso i Portici, l’evento principale si è svolto in piazza del Municipio. Roland Lang, Obmann del Heimatbund ha tenuto il discorso di apertura: “il fascimo in Sudtirolo non è mai stato superato, anche dopo 100 anni i conti non tornano, ecco perché siamo ancora qui. Abbiamo difeso la nostra lingua e la nostra cultura e le difenderemo ancora” ha dichiarato Lang. Ha fatto seguito il padrone di casa, il vicesindaco di Bolzano Luis Walcher, che ha ricordato la figura del sindaco Perathoner: “Un uomo che come pochi – ha detto – ha saputo riformare e creare servizi nella città di Bolzano, costruendo scuole, servizi di trasporti (il tram per Gries) e insieme a Merano l’Azienda energetica. Siamo rimasti tirolesi nel nostro agire e nel nostro pensiero e spero che riusciremo a rimanerlo per i prossimi 100 anni” – ha concluso Walcher.
Martin Robatscher, referente culturale del SSB, ha illustratoevento, accompagnato da immagini multimediali e reportage dell’epoca, che hanno sottolineato i discorsi principali.
La storica Margareth Lun ha analizzato gli eventi storici e ha fatto luce sui tragici accadimenti del 1° e 2 ottobre 1922. La marcia su Bolzano era andata in scena perché le autorità statali si erano prestate al gioco: è stata in pratica un vero colpo di stato.
Il vicecomandante del SSB Christoph Schmid ha fatto riferimento al presente e ha esortato i politici di Bolzano e Roma a imparare dagli eventi storici e a trarne le conseguenze in termini di politica popolare.
Il Bundesgeschäftsführer del SSB Egon Zemmer ha gettato lo sguoardo futuro da cui ci si aspettamo passi coerenti e decisivi per un Sudtirolo senza Italia e per un rafforzamento dell’identità tirolese e dei diritti delle minoranze. E’ fondamentalea una politica coerente con i diritti dell’ intero popolo tirolese; il “Nett luglassen” (NdR: non lasciar perdere) di Franz Gschnitzer del 1959 è un motto ed un programma ancora attuale
Il discorso commemorativo ufficiale è stato tenuto dall’avvocato Nicola Canestrini, figlio di Sandro Canestrini, consigliere regionale e avvocato difensore dei Freiheitskämpfer. Canestrini ha messo in guardia contro pensiero e dalle ideologie fasciste e neofasciste e ha incoraggiato la lotta a favore delle minoranze e per i diritti fondamentali. Tra questi, l’uso della lingua madre, la tutela dei diritti civili e le competenze autonome. È necessario, anche in tempi come questi, difendere i propri diritti con coerenza. ma in modo democratico rispettando le leggi vigenti, altrimenti i diritti concessi sarebbero una questione meramente transitoria.
La Marketenderiin Nadin Rabensteiner ha poi letto il “Manifesto” del Südtiroler Schützenbund, che chiede la fine del simbolismo nazionalista e delle falsificazioni storiche in Sudtirolo, la fine dei dibattiti unilaterali ristretti in riferimento alla cosiddetta “pace etnica”, l’indipendenza del Sudtirolo in considerazione degli eventi storici e la convocazione di una commissione per la verità per determinare l’ingiustizia storica. (NdR: Ne abbiamo già parlato qui su UT24 qualche giorno fa)
Nel discorso conclusivo, il Landeskommandant Roland Seppi ha chiesto giustizia storica per il Sudtirolo e ha rimarcato la ferma posizione degli Schützen “Lavoreremo ogni giorno per far si che l’ingiustizia storica venga sanata. Ci impegneremo con forza e determinazione affinché venga fermata ed invertita la “marcia” verso l’annacquamento e la cancellazione della nostra identità . Per noi è una missione e un onore batterci per lasciare ai nostri discendenti una Heimat tirolese degna di essere vissuta”.