Paolo Vallorz: la figura e una stanza di fiori

Una trentina le opere in mostra, particolarmente preziose in virtù della provenienza, dato che sono state acquistate per la gran parte in gallerie parigine e di newyorkesi, il che le rende meno viste rispetto alle opere delle collezioni trentine pubbliche. Esposte a Canale di Tenno dal 22 luglio al 25 settembre, sono state realizzate dal pittore solandro durante gli anni di lavoro a Parigi, sua città elettiva. Sono perlopiù ritratti degli amici scultori, pittori e intellettuali che Vallorz ha frequentato in quegli anni, a partire dal 1949, e rappresentano una produzione pittorica insolita rispetto a quella degli ultimi anni, dove è il paesaggio, in particolare gli alberi della sua valle, a predominare sulla figura. In una stanza a parte, inoltre, sono esposte sette tele di fiori, in cui Vallorz ha unito delicatezza e intensità al pari dei dipinti di figure, svelando ancora una volta la forza del suo sguardo sulla natura. La mostra «Paolo Vallorz: la figura e una stanza di fiori» è un modo per raccontare da una prospettiva insolita la relazione del pittore di Caldes con la grande città e con l’umano.
L’inaugurazione si è svolta ieri e rimarrà aperta tutti i giorni tranne il lunedì (giorno di chiusura) dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 con ingresso libero.
La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» è gestita dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Tenno, quest’ultimo quale ente capofila.
Paolo Vallorz
È nato il 3 agosto 1931 a Caldes, in val di Sole. Dopo aver frequentato per un solo anno, nel 1948, l’Accademia di Belle Arti a Venezia, si trasferisce a Parigi, diciottenne, dove frequenta l’Académie de la Grande Chaumiere e conosce Alberto Burri, César Baldaccini, Yves Klein, Alberto Giacometti, Pierre Restany. In questa fase Vallorz dipinge opere di carattere astratto, da geometriche a informali, che negli anni della maturità riacquisterà per distruggerle. Realizza l’altare della chiesa di Vermandovillers, in Francia, e numerosi oggetti in ferro battuto. Una parentesi singolare è costituita dalla passione per il mondo delle corse automobilistiche: nel 1956 assieme allo scultore svizzero Jean Tinguely realizza una vettura che nel 1958 guiderà nella celebre 24 Heures du Mans. Quando riprenderà a dipingere, prediligerà la natura e i paesaggi, soprattutto quelli della sua val di Sole. Nella prima metà degli anni Sessanta espone a New York e partecipa a svariate collettive a Parigi e a Tolosa. Nel 1967 espone alla Galerie Claude Bernard a Parigi, mentre nel 1970 a Castel Caldes presenta una personale. Seguono due esposizioni a Milano e una a Torino. Partecipa anche a importanti mostre collettive a Darmstadt, in Germania, e a Pittsbourgh, in Pennsylvania. Nel 1993 dona un cospicuo numero di opere -paesaggi, nature morte e ritratti- al Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Il quale gli ha dedicato due personali: nel 2005 «Paolo Vallorz. La natura come storia dell’uomo» e nel 2011 «La donazione Paolo Vallorz». Nel 1995 Jean Clair, direttore del Musée National Picasso a Parigi e suo grande estimatore, lo invita a esporre alla rassegna «Identità e alterità », che celebra il centenario della Biennale di Venezia. Negli ultimi anni Vallorz si dedica a raffigurare dettagli di paesaggi, in particolare un soggetto: tre piante che partono da un unico gruppo di radici, ubicate sul monte Peller, nei pressi di Caldes.






