Hans Folk, il pilota dimenticato

Sono le prime ore del mattino quando, il 15 giugno 1918, un aereo austriaco volteggia in maniera scomposta, tentando di atterrare in quello che, a seguito dello sfondamento delle nostre truppe a Caporetto, è divenuto l’Imperial-Regio Aeroporto di Feltre.
Alla guida c’è Hans Folk, un giovane tenente di 27 anni, originario della Moravia del Sud, ferito a morte nel corso di un duello con apparecchi inglesi nei cieli sopra la valle dello Stizzon, alle pendici del monte Grappa. Il suo corpo esanime viene estratto, poco dopo il fortunoso atterraggio, dai resti del biplano Phönix D.I, che successivamente viene divorato dalle fiamme.
Folk fu sepolto con tutti gli onori sotto l’elica del suo aereo, nella parte del cimitero di Feltre riservata agli aviatori; nel 1926 la salma venne esumata e riportato nella sua terra, per desiderio della madre; alla fine della seconda guerra mondiale la tomba di Folk, come quelle degli altri abitanti tedeschi del paese, fu distrutta ed il suo ricordo disperso come le sue ceneri.
Ad oltre cento anni di distanza la sua storia è tornata alla luce, grazie all’architetto di Primiero Marco Toffol che gli ha dedicato uno studio, “Hans Folk. Storia di un Kaiserjäger divenuto aviatore”
Ora il ricordo del giovane pilota imperiale troverà una degna collocazione presso il cimitero monumentale di Feltre, dove il Comitato Storico Rievocativo di Primiero, di cui Toffol è presidente, scoprirà una targa che lo ricorda, nel corso di una cerimonia a cui parteciperanno, oltre alle autorità, le Compagnie Schützen del Welschtirol – quella di Primör capitata dal Hauptmann Fabio Gadenz in testa – con il Landeskommandant Cestari e i rappresentanti della Croce Nera. La targa verrà quindi ceduta simbolicamente proprio ai rappresentanti della Österreichisches Schwarzes Kreuz.
A breve il programma completo della cerimonia che, ricordiamo, si terrà sabato 11 giugno






