Tradizioni: I Santi di Ghiaccio

Dall’11 al 15 maggio: I “Santi di Ghiaccio”
11.-15. Mai: Eisheiligen
dai undes ai quindes de Màgio: I Santi da la Diàc’
Vecchio adagio:
„Da i Trei Omeni, a la doman, el fornel e el fogolar“
„Nei giorni di maggio dei „Santi di Ghiaccio“, al mattino, in casa si accendano sia il focolare che la stufa“.
Nell’area della Mitteleuropa da secoli si sa che il periodo in corrispondenza della sesta settimana dall’equinozio di primavera, all’incirca a metà maggio, coincide con un periodo freddo, fatto di burrasche e abbassamento generale delle temperature.
Sono i giorni dei “Santi del Ghiaccio”, conosciuti nell’area degli ex-stati asburgici, in Svizzera e in area germanica e polacca, ma anche in altri paesi europei sono ricordati come nei territori inglesi “frost saints”, francesi “saintes de glaces” o nei paesi bassi “ijsheiligen”.
Il numero dei giorni “di ghiaccio” varia rispetto alle zone: in ambito Dolomitico i “Oméni da la Diàc” ricorrono l’11, 12, 13 maggio giorni dedicati rispettivamente a San Mamerto, San Pancrazio, San Servazio. In altre zone si aggiunge anche il 14 maggio con San Bonifacio di Tarso. Nelle zone bavaresi e germaniche e anche in Ungheria si aggiunge pure la “Kalte Sophie”, la “fredda Sofia”, il 15 maggio, giorno dedicato appunto a Santa Sofia.
I nostri vecchi conoscevano bene questi temibili giorni che rischiavano di rovinare i germogli appena spuntati in orti e campi. Dopo l’avvìo definitivo della stagione agricola il 3 maggio, giorno del “Ritrovamento della Santa Croce” e della famosa omonima fiera nella città di Trento, nel quale ricordando come Sant’Elena piantò di nuovo i resti della croce nel terreno per emulazione, si usa la vanga per piantare le nuove varietà stagionali, la “sacca fredda” dei “Santi del Giaccio invita alla prudenza.
Negli ultimi anni la saggezza popolare dei “Santi di Ghiaccio” sembra però trovare una certa qual conferma. Per questo attesa e prudenza, perché la stagione calda potrebbe cedere il passo ai “Santi da la Diàc”.






