von mas 31.03.2022 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: L’ultimo imperatore d’Austria

Il 1 aprile 1922 a Funchal muore l’imperatore Carlo d’Asburgo  e lunedì 3 aprile il giornale degasperiano „Il Nuovo Trentino“  dà la notizia in prima pagina,  riportando anche stralci dalla stampa italiana. 

L'ultimo imperatore d'Austria

Funchal, 1 notte

L’ex imperatore d’Austria Carlo d’Absburgo è morto stamattina alle 11.

L’ex imperatore muore a non ancora trentacinque anni, essendo nato nel 1887. Era figlio del defunto arciduca Ottone ch’era a sua volta fratello del principe ereditario Francesco Ferdinando, assassinato a Serajevo il 28 giugno del ’14.

Nel 1911 aveva sposata la principessa Zita, figlia del duca Roberto di Parma, da cui ha avuti cinque figli. Il sesto, a quanto si dice, dovrebbe nascere fra giorni.

L’ex imperatore ha conservata la conoscenza fino all’ultimo momento. Zita e l’arciduca Ottone si trovavano al suo capezzale al momento della morte. La notizia che l’ex sovrano abbia lasciato come disposizione testamentaria d’esser sepolto a Viena non è confermata.

 

  • La visita dell'Imperatore Carlo a Tione (Foto: Fondo Pater Barcatta)

L'eco nella stampa

L’ultimo colpo

L’Avvenire d’Italia scrive, in coda a larghi cenni biografici: „La morte dell’ex imperatore e re dà, con tutta probabilità, l’ultimo colpo alla fortuna degli Absburgo. Il primogenito di Carlo, Francesco Giuseppe Ottone non ha ancora dieci anni e l’Austria e l’Ungheria soffrono di una situazione economica così preoccupante e sono circondati da nemici tanto agguerriti e sorretti dalle grandi potenze che ogni speranza di ricostruzione è rimandata indebitamente; e non v’è tempo e modo per restaurazioni politiche. Non è certamente il nostro Paese, che durante settant’anni ha lottato a più riprese contro il dominio austro-ungarico, a dolersi se la monarchia d’Absburgo scompare dal novero delle Case regnanti; ma certamente anche l’Italia deve preoccuparsi che all’Austria e all’Ungheria, nella definitiva sistemazione dell’Europa, siano create condizioni di esistenza possibile (…) la nostra prossimità ci deve far considerare il problema come particolarmente interessante per l’Italia.“

 

Un modesto ufficiale

Del morto sovrano il Popolo d’Italia fa questo ritratto: „Egli fu, sino a Serajevo, un modesto ufficiale fregiato di un grande nome, con una moglie prolifica, con desiderio e l’inclinazione naturale a una vita tranquilla. Un delitto gli schiuse la via del trono; gli diede un grande impero; lo spinse alla ribalta della politica internazionale. E alla morte di Francesco Giuseppe, in un altro tragico momento in cui l’aquila bicipite avrebbe avuto bisogno di un genio, raccolse l’eredità d’una monarchia molte volte secolare che si avvicinava alla catastrofe. Parve non comprendere la responsabilità schiacciante che assumeva di fronte alla storia e non sentire il peso dell’eredità insperata d’un impero circondato da nemici ch’era chiamato a dare la prova della sua consistenza politica e morale dinanzi alla civiltà. Assunse il titolo d’imperatore senza averne lo spirito, ed entrò nella vita di corte come un estraneo (…)  Ma fino dai primi suoi atti si comprese che l’impero non aveva ritrovato la volontà e la forza degli antichi imperatore e nemmeno il prestigio del decrepito Francesco Giuseppe (…) Carlo I d’Absburgo era troppo piccolo, non abbastanza abile per costringere la storia a una deviazione e la politica ad una correzione della storia.  Si lasciò travolgere senza lasciare alcun segno della sua personalità e il giorno in cui le divisioni italiane ruppero l’esercito austro-ungarico a Vittorio Veneto, egli abbandonò la scena militare e politica per tornare alla vita domestica“

 

Il consorte di S.M. l’Imperatrice

Il Popolo Veneto: „Su re Carlo la storia poco avrà da dire. Scialba e inconcludente sul trono, la sua figura rimase tale anche dopo.  I suoi due recenti tentativi di restaurazione fecero un po‘ di rumore, ma ne fu negato a lui persino… il merito. Essi vennero infatti attribuiti, a torto o a ragione, all’iniziativa e alla tenacia dell’ex-imperatrice Zita che la opinione pubblica si è sempre compiaciuta di mettere al primo piano di fronte all’irresoluto sovrano, condannato a rimanere per definizione, il consorte di S.M. l’Imperatrice“

 

Tradito dalla pace e dalla guerra

Il Momento: „Era l’ex-coronato più infelice. Sconfitto quattro volte, sul campo di battaglia, nelle convulsioni del dopo-guerra, nei due tentativi romantici e puerili per rimettersi sulla fronte la corona di Santo Stefano, Carlo I è finito compassionevolmente lungi dal suo trono, in una casetta umida, della quale non riusciva a pagare l’affitto. L’erede della più ricca dinastia d’Europa parte per il gran viaggio senza lusso di protocollo, come un miserabile.  Mentre scriviamo pensiamo alla desolazione della famigliuola ex-imperiale nella casetta borghese di Funchal, considerando la squallida morte di questo povero ex-arciduca, ex-imperatore ed ex-re che ha pagato, da solo, tutti i delitti contratti con un mondo dall’imperatore Francesco Giuseppe, non possiamo che essere indulgenti con lui che entrò nella più tragica storia del mondo contro la sua volontà, che fu guerriero mentre sognava soltanto di essere un tranquillo signore, che dovette giocare con la politica mentre non era che un discreto giocatore di biliardo. Non possiamo che essere indulgenti con questo ex-nemico che, ascendendo il torno del suo paese allora vittorioso, auspicava soltanto la pace. Il poveretto fu tradito dalla pace e dalla guerra“

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