Briciole di Memoria: Clotilde, che è finita a Castel Dante

Povera Clotilde…Â Â la guerra ha spezzato troppo presto la sua giovane vita; ma nemmeno da morta ha trovato requie.
Clotilde Annunziata Mosca era nata a Bersone il 1 maggio 1898, ultima figlia di una famiglia di contadini – Battista e Catarina Maestri – ed era stata battezzata pochi giorni dopo nella chiesa del paese, intitolata ai Santi Fabiano e Sebastiano. Nel maggio 1915, quando la dichiarazione di guerra italiana catapultò sulla linea del fronte anche la Valle del Chiese, pure Bersone venne evacuato: gli uomini abili erano tutti sul fronte orientale, e le donne, i vecchi, i bambini furono costretti a partire in fretta e furia. Più fortunati degli abitanti della Valle di Ledro, della Valsugana, della Vallagarina che partirono per la Boemia, per Mitterndorf e per altre località dell’Impero, o di quelli di Storo e Condino, che vennero sparsi – frantumando comunità e persino famiglie – un po‘ ovunque nel Regno d’Italia, la gente di Bersone si spostò solo di pochi chilometri, restando nella zona più interna delle Giudicarie.
Clotilde si fermò ancora più vicino, a casa e al fronte: nel 1917 risulta essere lavoratrice civile volontaria al seguito dell’armata, inquadrata nella 32. k.u.k. Hochgebirgskompanie.
Non ha nemmeno 20 anni, Clotilde, quando si ammala. La vita durissima a pochi passi dal fronte, le privazioni, il freddo… tutto questo la spezza. Il 28 dicembre 1917, la giovane muore all’ospedale militare (stabiles k.u.k. Reservespital) di Tione per „infiammazione polmonare a seguito di servizio di guerra“.  Viene sepolta il giorno di San Silvestro a Bondo, su al „Monumento“, il cimitero di guerra realizzato da Padre Fabian Barcatta.
Il medesimo giorno nel Soldatenfriedhof viene tumulato anche Johann Rabensteiner di Villanders, un Oberjäger dello Standschützenbataillon Klausen, morto nello stesso ospedale per paralisi cardiaca, anche questa dovuta al „servizio di guerra“.
La guerra finisce, il mondo cambia: Villanders, Bersone, Bondo e tutto il Tirolo Meridionale vengono annessi al Regno d’Italia.  Clotilde Mosca e Johann Rabensteiner riposano ancora, una vicino all’altro, nel Soldatenfriedhof, le loro tombe – rinumerate dall’Ufficio Centrale per la Cura e le Onoranze alle Salme dei Caduti di Guerra – sono la 175 e la 176. Ma per Clotilde non è cambiato soltanto il numero del tumulo. La giovane donna di Bersone è diventata … un uomo: nel registro ufficiale si chiama Leotildo ed è un operaio „redento“!
Ma la sua storia non è ancora finita: fra il 9 ed il 12 luglio 1935, Anno XIII dell’era fascista, la salma di Clotilde viene esumata dal Soldatenfriedhof di Bondo per essere tumulata, insieme a quella di Johann Rabensteiner e ad un’altra quarantina di salme di „militari e italiani redenti“ a Castel Dante: la giovane di Bersone ora si chiama … Leonildo!
E lì Clotilde giace ancora, donna fra tanti uomini (e non è nemmeno l’unica): la fine della guerra e la dissoluzione dell’Impero le hanno cambiato non solo la patria, ma pure il sesso ed il nome.
La redazione di UnserTirol24 ringrazia Stefano Morghen e Norma Bonenti che – con informazioni e documenti – hanno contribuito a ricostruire questa storia.






