Australia: festa nazionale o giorno dell’invasione?

L’Australia celebra il 26 gennaio come giorno della sua fondazione con una festività nazionale, ma la minoranza aborigena della popolazione contesta la data, perchè in realtà si tratta dell’anniversario “dell’invasione”.
Il 26 gennaio 1788 una flotta inglese sbarcò nella odierna baia di Sydney con lo scopo di crearvi una colonia penale. Ma nel paese che l’Impero Britannico aveva scelto per farne una prigione viveva già la popolazione aborigena.
„L’Australiam Day è il 26 gennaio, una data il cui unico significato è quello di segnare la venuta in Australia dei bianchi nel 1788. Non è una data che fa particolarmente piacere agli aborigeni – dice l’attivista aborigeno Michael Mansell – Gli inglesi erano armati fino ai denti e dal momento in cui hanno messo piede nel nostro paese, è iniziato il massacro e l’espropriazione degli aborigeni. L’arrivo degli inglesi ha significato la perdita dei loro diritti sovrani sulla loro terra, la perdita della famiglia, la perdita del diritto di praticare la loro cultura“
Mansell ritiene che l’Australia celebri l’arrivo di una razza a spese di un’altra. „L’Australia è l’unico paese che ritiene l’arrivo degli europei sulle sue coste così significativo da doverne fare la giornata nazionale ufficiale – dice l’attivista – Gli Stati Uniti non hanno scelto l’arrivo di Cristoforo Colombo come data della loro festa nazionale. Come per molti altri paesi, la festa nazionale ricorda l’indipendenza“.
Manifestazioni di protesta si sono svolte ieri in tutto il paese: a Melbourne i dimostranti hanno ricoperto di vernice rossa la statua del capitano James Cook, il navigatore inglese che arrivò nel Pacifico 252 anni fa avviando la colonizzazione britannica della regione.






