von mas 24.01.2022 18:00 Uhr

Bacan/Bauer/Blog: Come un branco di nuvole

Alle polemiche (siamo alle solite) che suscita il passaggio delle greggi e dei pastori sulle strade di paesi e città, risponde Veronica Nones. Lo fa con eleganza e dolcezza, ma anche con decisione – e soprattutto ragioni – da vendere.  

Transumanza (Foto di Veronica Nones)
Scomodi, ingombranti, fastidiosi.   E‘ così che vengono definiti i pastori dalla maggior parte della gente.
Quella gente che deve attendere alcuni minuti perché il gregge attraversi la strada o il paese, ben sapendo che questo è l’unico modo che ha per spostarsi,  quella stessa gente che la domenica mattina si rinchiude in un centro commerciale e poi verso sera si rinchiude in macchina e ci rimane fino a che la coda ed il traffico non li lascia rientrare a casa.
Arroganti, irrispettosi, insolenti, così vengono descritti da alcune persone.
Quelle persone che dicono di amare gli animali, di rispettarli,  quelle stesse persone che quando si tratta di orsi e lupi affermano che siamo noi, umani, ad aver invaso il loro territorio.
E poi?    Per una, due o tre volte l’anno che è il nostro territorio ad essere “invaso” dagli animali ci scandalizziamo e ne facciamo un articolo di giornale.  Imponiamo divieti e multe.
Ci lamentiamo della strada non proprio pulita che nel giro di dieci minuti con il passaggio delle auto ritorna allo stato originario.
Ci lamentiamo che tutto questo è talmente indecoroso e poco igienico, quando poi per terra è pieno di mascherine usate, immondizia, escrementi di cani tenuti al guinzaglio e portati a fare i loro bisogni proprio in centro paese perché due passi più fuori è fatica e pure raccogliere le loro feci con il sacchettino è fatica per molti, o almeno questo è ciò che si evince dalle condizioni di molte vie e viottole di svariati paesi.
  • Foto: Veronica Nones
D’altra parte, è davvero magico, il passaggio di questi personaggi per i bambini. Amano accarezzare gli agnellini e rimangono incantati nel vedere le pecore pascolare tranquille mentre i cani riposano poco più in là.
Sarebbe bello, per il pastore, mettere le ali a lui e a tutto il suo gregge così da potersi spostare come, dove e quando vuole portando con se solo la magia ma ahimè, non si può.
Però ci prova, il pastore ci prova ad essere meno ingombrante e più rispettoso possibile.
Ci prova tutte le volte che si alza all’alba per attraversare strade trafficate e non creare grossi disagi, ci prova ogni volta che passa sulle ciclabili per non utilizzare le strade e si sente dare dello “sporco” o del “luamaro” dai ciclisti.
Ci prova ogni volta che lascia la ciclabile ed usufruisce delle strade per non infastidire i contadini che hanno le vigne a cinque metri dalla ciclabile e sa benissimo che potrebbe non riuscire a tenere fuori tutte le pecore, ci prova ogni volta che usufruisce delle ciclabili per lasciare libere le strade perché sa benissimo che creerebbe alcuni disagi al traffico e che poco o tanto la strada verrebbe inevitabilmente sporcata.
Ci prova a mantenere vivo un mestiere praticato dalla notte dei tempi, che ha dato da mangiare a milioni di famiglie, perché diciamocelo, nei tempi passati i nostri antenati avevano tutti una mucca nella stalla.
  • Foto: Veronica Nones
Ricordo i racconti della mia nonna, che con gli occhi lucidi, narrava dei tempi in cui faceva troppo freddo e non avendo nient’altro per riscaldarsi, scendevano in stalla che era la parte più calda della casa.
Quindi il pastore ci prova a non lasciar morire la transumanza, come fonte di sostentamento, come patrimonio dell’umanità  (Iscritto nel 2019 nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità).
Ci prova ad essere leggero e veloce come un banco di nuvole che transita attraverso paesi, colline, montagne e città.
Il pastore ci prova, forse dovremmo provarci anche noi.
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