Una Terra… cinque Lingue! – Storia de un referendum 2°

Ra Bandiera Ladina
Ra bandiera dai tre colore zeleste, bianco e verde che par ra prima ota s’à vedù sul Jou de Gardena ai 5 de maśo del 1920, l é deentà un sinbol storico del popol ladin „brissino-tirolese“. Nasciù come segn de ra volontà de autodeterminazion e riconoscimento de un popol, senpre refudà dal Stato Talian. In tenpo del Fascio, ra bandiera r’é stada conśiderada fora leje dal Goerno. L’é un sinbol che raprejenta ra volontà de ra śente de mantegnì i sò derite, de se autogoernà e de stà sote una unica aministrazion in Provinzia de Bolśan.
1921 – Ra Dioześi e i Prees da Parsenon i é un problema
In Ampezo ra Raprejentanza de Comun ra cura fora come Pioan el pree ladin Don Pietro Frenademetz: i menbre del circolo nazionalistico „Nuova Ampezzo“ i si n’à parmal e i domanda al „Commissario Generale di Trento“ de no lascià fei ra nomina. Ra autorità talianes es proa pì de ‘na ota a el fei canbià con un pree che „…favorisca con la sua influenza morale, l’italianità della popolazione…“. I Carabiniere defati i aea ciatà „una sorda avversione delle locali autorità ecclesiastiche a tutte le iniziative tendenti ad una affermazione del sentimento italiano in Cortina d’Ampezzo…“.
Anche in Fodom se proa a mandà via el Pioan Don Pietro Sorarui: par el scorśe i se inpaza infinamai i doi deputate Alcide De Gasperi e Francesco Salata (chesto ultimo el scriarà al Vescovo de Parsenon). In canbio de ra „cacciata“ del pree fodom sarae stà garantì de fei su danoo ra calonega.
07 de luio del 1922 – I Decanate de Anpezo e Fodom: prima proa de desfei duto
Par facilitare il sentimento di italianità, se pensa de pasà i doi Decanate da ra Dioześi de Parsenon a ra Dioześi de Belun. Vedù chesto paricol, ai 07 de luio del 1922, a Corvara se ciata dute i prees ladis par parlà de ra cuestion. Parceche no viene el canbio de Dioześi, ‘na delegazion fata dai tre Pioanes de Mareo, Anpezo e Fodom, ra vien mandada a Roma in udienza dal Papa Pio XI; dapò de chesto incontro i confis i resta, par ades, conpagne.
1923 – Tolomei e i gnomes par talian de ra tères ex-tirolejes
A Ettore Tolomei, parsonajo guida del nazionalismo talian, i vien dà el braghier de talianiśà el Südtirol. Tolomei el disc che « I Ladini delle Dolomiti sono come una macchia grigia che bisogna a tutti costi grattare via […] e che […]dopo l’opportuna assegnazione d’Ampezzo e di Livinallongo alla Provincia di Belluno, non occorrono altri mutamenti […]». Col Regio Decreto n. 800 del 29 de marzo del 1923, vien mudà dute i gnomes dei paesc del Südtirol: vien mudà anche l gnon de «Ampezzo» in «Cortina d’Ampezzo» (defati, Cortina l’é solo ra vila inze meśo ra val). Al Comun de Livinallongo se i śontarà del 1933 «del Col di Lana», croda sinbolo de ra „vittoria“ taliana.
Ai 21 de jenaro del 1923 – Ra spartizion fascista del popol ladin
Col Regio Decreto n. 93 del 21 de jenaro del 1923, el goerno fascista l à deziśo de bete inze ra Povinzia de Belun el «territorio dei distretti giudiziari di Ampezzo e Livinallongo», valadì i tre Comus ladis de Anpezo, Fodom e Col de Santa Luzia. Co ra costituzion de ra Provinzia de Bolśan del 1927, se divide in tre partes ra comunità ladina tiroleje: Badia e Gardena con Bolśan, Fascia con Trento. Fenisce secui e secui de storia aduna: i fascistes scomenza coscì ra talianiśazion dei ladis con el sistema del „Divide et impera“.
La Bandiera Ladina
Il tricolore azzurro, bianco e verde apparso per la prima volta sul Passo Gardena il 5 maggio del 1920, è un simbolo storico del popolo ladino brissino-tirolese. Esso è nato come segno di protesta contro il diniego alla richiesta di autodeterminazione e per chiedere all’Italia il riconoscimento dei ladini quale gruppo etnico a sé stante. Verrà dichiarata illegale dal Governo Italiano in epoca fascista.
Essa è un simbolo che rappresenta le aspirazioni di un popolo ad ottenere i propri diritti, ad autogovernarsi o, per lo meno, a rimanere unito amministrativamente in quanto minoranza etnico-linguistica.
1921 – La Chiesa e il Clero di Bressanone sono un problema
In Ampezzo la Rappresentanza Comunale sceglie come proprio Decano il sacerdote ladino Don Pietro Frenademetz: i membri del circolo nazionalistico “Nuova Ampezzo”, indignati della nomina, chiedono al Commissario Generale di Trento di impedirne la nomina. Le autorità italiane tentano più volte di farlo sostituire con un sacerdote che «…favorisca con la sua influenza morale, l’italianità della popolazione…». I Carabinieri avevano infatti accertato «una sorda avversione delle locali autorità ecclesiastiche a tutte le iniziative tendenti ad una affermazione del sentimento italiano in Cortina d’Ampezzo…».
Anche a Fodom si cerca di agire sul trasferimento del Decano Don Pietro Sorarui: per il suo allontanamento si scomodano addirittura i due deputati Alcide De Gasperi e Francesco Salata (quest’ultimo scriverà personalmente al Vescovo di Bressanone). In cambio della “cacciata” del sacerdote fodom sarebbe stata garantita la ricostruzione della canonica.
07 luglio 1922 – I Decanati di Ampezzo e Livinallongo: primo tentativo di disgregazione.
Per facilitare il sentimento di italianità, si predispone il passaggio dei due decanati dalla Diocesi di Bressanone alla Diocesi di Belluno. Di fronte a tale pericolo, il 07 luglio del 1922, si riuniscono a Corvara tutti i sacerdoti ladini per affrontare la questione. Per scongiurare il cambio di Diocesi, una delegazione formata dai tre Decani di Marebbe, Ampezzo e Livinallongo, viene inviata direttamente a Roma in udienza dal Sommo Pontefice Pio XI; in seguito a questo incontro i confini diocesani rimangono, per ora, invariati.
1923 – Tolomei e l’italianizzazione del Sudtirolo
Ad Ettore Tolomei, personaggio guida del nazionalismo italiano, viene affidato il compito di “re-italianizzare” il Sudtirolo. Tolomei sostiene che «I Ladini delle Dolomiti sono come una macchia grigia che bisogna a tutti costi grattare via […] e che […]dopo l’opportuna assegnazione d’Ampezzo e di Livinallongo alla Provincia di Belluno, non occorrono altri mutamenti […]». Con il Regio Decreto n. 800 del 29 marzo 1923 è attuata l’italianizzazione dei nomi di tutti i Comuni del Sudtirolo, modificando, altresì, anche la denominazione originaria del Comune di «Ampezzo» in «Cortina d’Ampezzo» (Cortina è, infatti, solo la frazione centrale del paese). Al Comune di Livinallongo si aggiungerà nel 1933 la specifica «del Col di Lana», montagna simbolo della “vittoria” italiana.
21 gennaio 1923 – La tripartizione fascista del popolo ladino
Con il Regio Decreto n. 93 del 21 gennaio 1923, il governo fascista dispone l’aggregazione forzata alla Provincia di Belluno del «territorio dei distretti giudiziari di Ampezzo e Livinallongo», che comprende i tre comuni ladini di Ampezzo, Livinallongo e Colle Santa Lucia. Nel 1927, con la costituzione della Provincia di Bolzano – a cui sono assegnate le valli ladine di Badia e Gardena (ad esclusione della Val di Fassa che resta in Trentino) – si completa la tripartizione della comunità ladina tirolese, che aveva condiviso fino ad allora secoli e secoli di storia comune. I fascisti forzarono così l’italianizzazione dei ladini secondo la logica del “Divide et impera”.






