Camminando – L’abbraccio tra il Lagorai e le Dolomiti

Un abbraccio tra il Lagorai, lunga e ampia catena montuosa tra la Valsugana e la Val di Fiemme, e le Pale di San Martino, il gruppo più esteso delle Dolomiti: questo è ciò che si ammira dalla cima della montagna della Cavallazza. L’esteso e immenso Lagorai, nella sua parte terminale, sembra protendersi infatti verso il Passo Rolle, laddove il selvaggio e crudo gruppo montuoso, con la sua roccia porfirica dalla tipica colorazione scura, di un rosso vivido e cupo, incontra ed entra in contatto con la dolomia, con l’elegante e raffinata snellezza e giovinezza delle Dolomiti. L’eleganza incontra il selvaggio e, dalla croce di cima Cavallazza, non si può che rimanere in silenzio a contemplare la bellezza di un tale abbraccio.
Eppure, proprio lì, in quel luogo che sembra pervaso di pace, in cui anche i contrari appaiono in simbiosi, la guerra ha lasciato il segno, rendendo quel luogo protagonista di una delle lotte più sanguinose della storia dell’uomo. Proprio salendo lungo la pista da sci di Tognola, dal Passo Rolle, i resti di trincee, camminamenti e gallerie testimoniano la storia di un luogo che fu caposaldo austro-ungarico a difesa della val Travignolo. Seguendo il segnavia per “Cavallazza Piccola – Stoli della Cavallazza” è, infatti, possibile inoltrarsi e visitare gli „stoli“ scavati dai soldati italiani nella roccia, per difendersi dall’artiglieria austriaca posizionata al Forte Dossaccio. Ancora resti di appostamenti militari si incontrano percorrendo una cengia lungo il crinale della Cavallazza Piccola, sulla quale si aprono una serie di postazioni con feritoie e finestroni.
Da qui, scendendo verso Forcella Cavallazza, ci si lascia alle spalle la meravigliosa e impressionante vista della Vallata del Primiero e delle Dolomiti, per volgere lo sguardo verso le creste frastagliate del Lagorai, e in basso verso il lago della Cavallazza, dal quale partiva una teleferica austriaca diretta alle postazioni sul crinale. Dalla Forcella si intraprende, quindi, la salita che permette di raggiungere la croce di Cima Cavallazza, dove lo sguardo ammirato e stupefatto dell’escursionista si sostituisce a quello strategico e materiale del soldato, nell’atto di osservare il vasto panorama con le vicine cime del Colbricon, le Dolomiti di Fassa, le Pale di San Martino e le montagne del Primiero e del Vanoi.
Scendendo quindi verso i Laghi del Colbricon e inoltrandosi nel bosco verso il Passo Rolle, l’escursionista non manca dunque di riflettere su quanto la bellezza della natura possa allo stesso tempo ricordare l’uomo, nei suoi atti di odio e egoismo incondizionato, nel suo destino di morte e distruzione, ma anche mostrare la sua superiore capacità di andare oltre, nell’abbraccio che mostra nella fotografia del Passo Rolle, un abbraccio tra forme opposte della sua stessa essenza: il selvaggio Lagorai e la raffinata eleganza delle Dolomiti.

Vanessa Pacher






