von mas 08.07.2021 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: Giovanni Battista Daprà, la vittima dimenticata

100 anni fa, nella notte fra l’11  e il 12 luglio 1921, moriva all’ospedale di Bolzano, a causa delle gravi ferite riportate durante la „Blutsonntag / la Domenica di Sangue“ , il tirolese di lingua italiana Giovanni Battista Daprà –  La commemorazione domenica 11 luglio a Bolzano

1921 - l'attentato fascista in Piazza Erbe a Bolzano

Grazie ad un’accurata indagine storica di Günther Rauch, di Giorgio Trettel e di altri ricercatori  della Valle di Fiemme, a distanza di cento anni sono state ricostruite la vita – e la morte – di Giovanni Battista Daprà. Nato il 29 luglio 1843 a Ziano di Fiemme, figlio di Giuseppe Daprà e di Maria Maddalena Chinet, dopo la scuola dell’obbligo iniziò a  lavorare nell’industria del legno. Nel 1875  nel suo paese natale si sposò con la ventiseienne Rosa Pollo (1849-1919). Ebbero cinque figli: tre femmine e due maschi. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale la famiglia si trasferì a Bolzano, dove Giovanni Battista Daprà lavorava come artigiano segantino nella segheria della famiglia Gasser-Seeberger nella frazione Sill all’imbocco della Val Sarentino (oggi trattoria Seeberger in via Castel Novale 11).

La vita familiare conobbe giorni sereni, ma anche di lutto: Il figlio maggiore, Giuseppe, faceva parte dei Kaiserjäger. Con la dichiarazione di guerra del Regno d’Italia all’Impeto, fu richiamato alle armi e assegnato al fronte  meridionale, nella zona del  Col di Roda. Giuseppe morì l’otto novembre del 1915 all’età di trentasei anni sotto il fuoco nemico dei soldati italiani.   Dopo una lunga malattia, nel 1919 mori a Bolzano Rosa Daprà-Pollo. La moglie di Giovanni Battista fu seppellita nel cimitero di Bolzano che allora si trovava vicino al Duomo.

Il 24 aprile 1921, quando scoppiarono le bombe fasciste,  Giovanni Battista Daprà si trovava fra  i tanti spettatori del corteo folcloristico e delle bande musicali che si erano piazzati nei pressi della fontana del nettuno e del negozio della Ditta Held, in mezzo a Piazza Erbe. Quando la testa del corteo era già arrivata all’inizio di via Francescani, gruppi di fascisti provenienti da fuori provincia,  armati di mazze e pistole, incominciarono a infierire sulla gente inerme. Come confermato da una relazione dell’allora sindaco di Bolzano Julius Perathoner, diverse bombe a mano furono lanciate direttamente dalla sede della banca italiana “Banca di Napoli” sui partecipanti alla sfilata. Tra i feriti in gravissime condizioni c’era anche Giovanni Battista Daprà. Nonostante le ripetute operazioni e le cure da parte dei medici dell’ospedale di Bolzano, le ferite provocarono cancrena e le sofferenze dell’uomo continuarono ad aumentare.

Alla fine il fisico provato di Giovanni Battista Daprà  cedette ai dolori ed una paralisi cardiaca ne causò la morte all’Ospedale di Bolzano nella notte fra il 11 e 12 luglio 1921. La sua salma, secondo notizie dei giornali in lingua tedesca di allora, fu trasportata a Ziano di Fiemme nel tardo pomeriggio del 13 luglio, per essere sepolta in fretta e furia. Probabilmente le autorità italiane non volevano che i Sudtirolesi dessero l’ultimo addio alla seconda vittima della Domenica di Sangue.

Domenica 11 luglio attorno alle ore 11.00 – subito dopo la Santa Messa delle 10.00 nel Duomo di Bolzano – verrà ricordato il centesimo anniversario della morte di Giovanni Battista Daprà, la seconda vittima dell’aggressione fascista del 24 aprile del 1921, con la deposizione di una corona presso il monumento all’eroe tirolese Peter Mayr in via della Parrocchia.

Alla cerimonia parteciperanno una delegazione del Südtiroler Heimatbund capeggiata dall’Obmann Roland Lang, i rappresentanti della SK Fleimstal / Scizeri de Fiem con l’Hauptmann Rodolfo Weber, il Landeskommandant del Südtiroler Schützenbund Mjr. Renato des Dorides, le SK di Bolzano e di Gries, oltre ai rappresentanti dell’associazione “Noi Tirolesi”. Sarà presente anche il Vicesindaco di Bolzano, Luis Walcher.

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