Camminando: L’alta Via del Granito / Prima parte

Malga Sorgazza è uno di quei nomi che ricorrono spesso tra gli escursionisti del Trentino. È quel luogo da cui si dipartono diversi sentieri, ma soprattutto la salita a Cima D’Asta, la regina del massiccio omonimo situato nel Trentino orientale, tra l’Altopiano del Tesino, la Valsugana e la Valle del Vanoi.
È possibile arrivare alla vetta attraverso il lungo sentiero 327, che dalla Malga procede lungo la forestale che conduce alla Teleferica Brusà, per poi procedere a serpentina fino al tratto più impegnativo dei Lastoni del 327B che conducono fino al Rifugio O.Brentari, da cui, attraverso la via normale, raggiungere la cima a 2847 m.
Tuttavia vi è un’altra via alternativa, che prevede un cammino di più giorni, seguendo la quale si può posticipare l’arrivo alla vetta rendendo in questo modo il percorso e, dunque, il raggiungimento della meta ancora più suggestivo e gratificante. Si tratta dell’ “Alta via del Granito”, un tracciato di circa 28 km con un dislivello di 2.300 metri, che aggira l’isola granitica del gruppo Cima d’Asta – Cime di Rava, nella Catena del Lagorai, con partenza e arrivo a Malga Sorgazza.
La prima giornata di cammino inizia dalla famosa malga, raggiungibile dal paese di Pieve Tesino. L’escursionista imbocca quindi il sentiero n.328 che attraverso una lunga serpentina poco impegnativa conduce al lago di Costa Brunella (2021 m.), da cui si gode di una vista privilegiata sulla meta del cammino, Cima D’Asta con il rifugio O. Brentari.
Ma la vetta regina è ancora lontana, chilometri di cammino attendono l’escursionista che quindi procede oltre, attraverso un reticolo di sentieri (328,332 B,332), verso forcella Quarazza (2309 m.), Forzelonde Rava (2397 m.) e Forcella Ravetta, dove una sosta per ammirare il panorama è un obbligo morale oltre che una gratificazione dello spirito. Da qui la vista spazia in un anfiteatro di cime (Cima Caldenave, Cimon Rava, Tombolin di Rava, Cima del Frate, M.Castelletto, Cima Ravetta ,Cima Primaluna) fino ad ammirare la Valsugana sullo sfondo.
Orgogliosamente appagato dall’orizzonte l’escursionista volge lo sguardo davanti a sé verso la prossima tappa, dove finalmente soddisfare il proprio appetito presso il rifugio Caldenave. Qui può decidere di fermarsi e quindi pernottare presso il rifugio. Tuttavia, per vivere appieno la montagna, richiamato dal sentiero 360 che da lì si inerpica nel bosco, procede fino a raggiungere il luogo perfetto dove bivaccare per la notte: i laghi della Val d’Inferno, un luogo dantesco dove richiami letterari si alternano alla suggestiva cornice del paesaggio montano.






