Attraverso l’obiettivo: Ritrovare il ritmo lento e vitale della Natura
“Io sono allarmato quando capita che ho camminato un paio di km nei boschi solo con il corpo, senza arrivarci anche con lo spirito” –  H.D.Thoreau  “Camminare”
La nostra amata terra è ricca di bellezze naturalistiche. Nonostante la forte antropizzazione dell’ambiente, che ci rimane come eredità di un’epoca che credeva nel progresso infinito e che ha portato, a lungo andare, allo sviluppo di un pensiero mondialista o, come è più di moda, globalista.
I risultati di tale positivismo sociale ed economico sono sotto gli occhi di tutti, basta aprirli e guardarsi attorno: questo modello è miseramente fallito. L’uomo non può pensarsi come il padrone del mondo e nemmeno come unico essere capace e con il diritto di gestire a suo uso e consumo ogni risorsa disponibile. Tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che ci permette di vivere, ci viene dalla natura, solo la Madre Terra ci può nutrire e sostenere: i pseudo paradisi artificiali del mondo industrializzato e ipertecnologico, sono pura illusione.
Viviamo nella precarietà , siamo sempre in bilico su di un sottile filo, basta un nulla per precipitare e allora dobbiamo ponderare ogni passo successivo con grande attenzione e scrupolo. E’ necessario quanto prima imparare dalla nostra storia, non quella con la S maiuscola che si insegna sui libri di testo, spesso, quasi sempre a dire il vero, pilotata dai regimi politici che detengono il potere in quel determinato momento storico: dobbiamo prendere esempio dalla storia vissuta, da quella narrata dai nonni, dai padri, dagli insegnamenti pratici che essi ci hanno lasciato. Dobbiamo riscoprire il loro e il nostro antico legame con la Grande Madre Terra, che ci nutre, ci accudisce e e ci accoglie in sè, dobbiamo riscoprirla, reimparando ad ascoltare la sua voce.
Siamo fortunati, vivendo in una terra unica e magica, nella quale è facile poter abbandonare la vita civilizzata , con minimi spostamenti, ritrovare la selvatichezza di una Natura potente e quasi selvatica. Camminare nei boschi ed in montagna in genere è un atto non solo rivoluzionario, al giorno d’oggi, ma anche un’azione meditativa che ci permette di scoprire non solo l’esteriorità del mondo, ma specialmente l’interiorità di noi stessi. non possiamo accontentarci di risposte prefabbricate, confezionate da altri per tutti, dobbiamo prima ricercare le domande giuste, i quesiti complessi e d essenziali e per fare questo dobbiamo liberarci di tutte quelle sovrastrutture artificiali che rappresentano la gabbia del nostro pensiero.
Dobbiamo ritornare ai nostri boschi, alle nostre montagne e ritrovare un ritmo lento, il ritmo vitale della Natura, che abbiamo dimenticato. Dobbiamo insegnare ai nostri figli a camminare in silenzio, ad osservare, ad ascoltare il suono del bosco; sarà la natura stessa a suggerirci il sentiero da percorrere per avvicinarci alla vetta. Preservare la nostra terra da politiche folli di deforestazione è un dovere prima di tutto verso noi stessi, verso la nostra terra e verso la nostra identità di popolo, nazione, perché essa trova fondamento in un’unità territoriale, che diventa di fatto unità morale e di sentimento.