Tradizioni: Le calènde de San Paolo

Se ‚l dì de San Paolo fa seren, en bèl à n averér. Se il giorno della Conversione di San Paolo fa bel tempo, avremo un anno di tempo buono
Il 25 gennaio, la festa della conversione di san Paolo, è una data particolare per le previsioni meteorologiche.
La tradizione, la notte tra il 24 e 25 gennaio, vede la cipolla protagonista per la sua lettura divinatoria. L’usanza principale era quella di utilizzare una cipolla e del sale. Alla sera del 24 si fanno le „calende“, da verificare al mattino del 25 per la piovosità o meno dei mesi a venire.
La previsione consiste nel prendere una cipolla e tagliarla in 12 spicchi, come i mesi dell’anno, si cospargono di sale e si posiziona su un tagliere sul davanzale della finestra rivolto ad oriente, per tutta la notte.
All’alba del 25 gennaio, si prende il tagliere e si procede con la lettura interpretando l’impatto del sale con i veli dell’ortaggio, ovvero come la cipolla abbia interagito col sale e con l’ambiente esterno durante la notte: a seconda che il sale sia sciolto o meno, si può prevedere se durante l’anno vi sono precipitazioni o clima secco.
A questa previsione principale, si aggiunge un secondo metodo, le calende: si segna il meteo dei primi 12 giorni di gennaio, che rappresentano i 12 mesi dell’anno e ancora dei 12 giorni successivi, i 12 mesi al contrario, la media va abbinata al risultato della lettura degli spicchi della cipolla.
Un altra tradizione sempre legata al 25 gennaio prevede di dare da mangiare ai bambini di casa il „pà n de San Paolo“ fatto la Vigilia di Natale. Alla sera tarda si brucia il falò, e i bambini di casa, allargando le gambe e piegandosi fino a vedere attraverso questa apertura il cielo, contano quante stelle possono: il numero sarà quello dei nidi primaverili.






