von mas 19.01.2020 11:30 Uhr

Appena lì dietro l’angolo: Gli ex-voto di Perasto

In esposizione a Cittadella fino al 26 gennaio.

Perasto

Perasto è un paesino minuscolo che conta poco più di 300 abitanti e sta proprio dentro alle Bocche di Cattaro: Montenegro, oggi; fino al 1918 Impero Austriaco; dal 1420 al 1797, parte integrante e importante  della Serenissima, fedelissimo custode del Gonfalone di guerra della flotta della Repubblica di Venezia.  I Dodici Gonfalonieri, che in corso di battaglia costituivano la guardia personale del doge ed avevano il compito di difendere il vessillo sulla nave ammiraglia, provenivano esclusivamente da Perasto. Nella battaglia di Lepanto ne perirono otto su dodici. Sotto il governo veneto, Perasto fu sottoposta all’autorità civile e giudiziaria del Rettore e provveditore di Cattaro, ma ebbe un proprio consiglio e propri ordinamenti autonomi.

La devozione della cittadina alla Repubblica di Venezia non venne meno neppure alla caduta di quest’ultima: mentre il 12 maggio 1797 il doge depose le insegne di San Marco, i perastini deliberarono di rimanere veneziani e si ressero in autogoverno fino all’arrivo delle truppe austriache. I vessilli veneti rimasero così issati fino al 23 agosto, giorno in cui vennero seppelliti con una cerimonia solenne, l’ultima della Serenissima, sotto l’altare del duomo. Il capitano della guardia, conte Giuseppe Viscovich, nel consegnare il gonfalone veneto ai sacerdoti pronunciò davanti alle milizie ed a tutto il popolo un commovente ed intenso discorso „Par tresentosetantasete áni a nostra fede, el nostro vaor senpre custodìa par tera e par mar, par tut n’do né ga ciamà i so nemisi, che xe stai pur quei de a Reison. Par tresentosetantasete áni e nostre sostanse, el nostro sangue, e nostre vite e xe stae senpre par Ti, o San Marco; e feisisimi senpre ce semo reputà Ti co nu nu co Ti; e senpre co Ti sul mar nu semo stai ilustri e vitoriosi. Nisun co Ti ce ga vist scanpar, nisun co Ti ce ga vist vinti o spaurosi!“

 

 

Di fronte alla cittadina si trovano due piccole isole: l’isola di San Giorgio (Sveti Juraj) ospita un boschetto di cipressi e un’abbazia benedettina del 1166, che nel medioevo fu un importante centro di irradiazione culturale, mentre sull’isola dello Scalpello  sorge il santuario della Madonna dello Scarpello (Gospa od Å krpjela), eretto nel secolo XVII e coronato da una grande cupola del 1720. L’isola dello Scalpello ha anche la particolarità di essere una delle poche isole artificiali del mar Adriatico, in quanto costruita a partire da uno scoglio nel corso dei secoli dai marinai perastini, dopo che, secondo la tradizione, due di essi vi trovarono un’immagine della Vergine nel 1452.

Il santuario ospita un numero incredibile di ex-voto: immagini incise su tavolette d’argento, in segno di ringraziamento alla Vergine per aver protetto navi e marinai dai perigli del mare, delle tempeste e delle battaglie.

Una serie di riproduzioni di queste tavolette votive, vere opere d’arte, è esposta nella Chiesa del Torresino a Cittadella, appena dentro dalla cinta muraria che circonda la città. Organizzata dall’Associazione Love e legata ad una raccolta di fondi per Venezia, è stata inaugurata sabato 11 gennaio con una cerimonia semplice ma ricca di spunti interessanti, in cui si è parlato di radici, di identità, di Serenissima, di San Marco, di „quel bandito di Napoleone“.  Presenti oltre al Sindaco Luca Pierobon e all’assessore alla cultura Francesca Pavan,  l’assessore regionale Giuseppe Pan, Ettore Beggiato (anche a far le veci del curatore Piero Pazzi „bloccato in Transilvania“) ed una rappresentanza del 1° Reggimento Veneto Real

La mostra è visitabile fino al 26 gennaio, da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 18.30, sabato e domenica anche il mattino dalle 10.00 alle 12.00.   Di particolare interesse, lunedì 20 gennaio alle 20.45, la presentazione del volume „Galeas per Montes“ con l’autore Ettore Beggiato: l’incredibile viaggio compiuto nel 1439 dalle galee veneziane lungo l’Adige fino a Rovereto e poi, via terra e lago di Loppio, fino al Garda.

Jetzt
,
oder
oder mit versenden.

Es gibt neue Nachrichten auf der Startseite