Musei del Tirolo: Enrico Battisti e Fiorenzo Bazzanella – un „museo diffuso“

Enrico Battisti nasce a Sover nel 1889, da Simone Battisti e Maria Mattevi. Il padre, un capomastro che costruiva anche chiese e campanili, oltre a Enrico ha altri 5 figli, due femmine e tre maschi.
Il parroco del paese nota l’abilità del ragazzo nel ritrarre persone e uccellini, e convince il padre a mandarlo in Val Gardena, Ortisei per la precisione, a bottega dal Maestro Federico Moroder. Prima però Enrico frequenta un corso intensivo di tedesco a Magrè presso un parroco amico di quello di Sover ( la conoscenza del tedesco era una condizione necessaria per l’ammissione a bottega); quindi dal 1905 al 1914 rimane a Ortisei dove frequenta anche l’accademia.
Insieme a lui c’è un altro ragazzo del posto, Fiorenzo Bazzanella (Sover 1890- 1976) che però è a bottega da un altro Moroder, ma comunque i ragazzi si vedono e mantengono la loro amicizia. Fiorenzo torna a Sover nel 1912, da dove parte per l’Argentina, in cerca di lavoro; Enrico rimane invece fino al 1914, e poi torna a Sover, aprendo un suo laboratorio.
Ben presto però scoppia la guerra e viene richiamato, ma la sua conoscenza del tedesco gli torna utile, infatti viene impiegato come interprete e rimane vicino a casa; invece i tre fratelli vengono mandati ad Hall in Tirol e poi in Galizia. Qui uno dei fratelli muore, gli altri due vengono fatti prigionieri e internati in Siberia, da dove ritornano solo nel 1920.

Enrico, intanto incomincia a scolpire le prime due statue per la chiesa di Sover, Sant’Antonio e San Giuseppe che vengono consegnate alla fine del 1919. Alla fine del 1920 l’amico Fiorenzo ritorna in valle e nasce la Bottega “Laboratorio d’arte sacra Battisti e Bazzanella” con una vasta produzione di statue e articoli religiosi.
Nel 1924 Enrico, appena sposato, decide di ritornare in Val Gardena per imparare a dipingere in proprio le statue, per poterle consegnare finite (prima dovevano spedirle in Ortisei per dipingerle e poi da lì andavano a destinazione): la statua di S. Lorenzo, patrono di Sover è la prima completamente finita in loco. Le statue vengono per lo più commercializzate da una grossa ditta di Vicenza e una di Verona, ma anche in valle i due scultori si fanno conoscere per la maestria delle loro opere. Enrico e Fiorenzo lavorano insieme fino ai primi mesi del 1946 e poi ognuno continua con il proprio nome.
Ci sono statue realizzate dai due sculturi a Sover, Montesover e Piscine; a Segonzano, Sevignano, Lases, Lona, Grumes, Grauno, Cembra Lisignago, Palù, Mosana in val di Cembra A Carano,Varena,Valfloriana, Molina e Castello di Fiemme in Valle di Fiemme; in Valsugana, a Olle, Marter, Spera, Castello Tesino, Borgo Novaledo. A Palu dei Mocheni, Piazze di Bedollo, Bedollo, Miola di Pinè, Nogarè. A Trento nel quartiere di Madonna Bianca presso la chiesa di S. Gaetano ce ne sono addirittura tre; poi se ne trovano altre a Darzo, Molina di Ledro, Bezzecca, al Brione, Riva del Garda, Nag, Torbole, Dorsino, Condino, Malè, Croviana, Pellizzano. Praticamente in tutte o quasi le valli del Trentino, ma non solo. In Argentina ci sono le statue di Fiorenzo Bazzanella realizzate nel periodo 1912 – 1920, poi dopo il 1946 anche Enrico spedì delle statue a Las Toscas in Argentina per un parente che era sacerdote là. Su alcune c’è la targhetta della bottega, e su altre il nome di uno o l’altro dei due scultori.
Praticamente, è un vero e proprio “Museo diffuso”, sparso un po’ ovunque. E forse, loro davvero preferiscono così. Si sta invece lavorando ad un libro, che dovrebbe diventare quasi un “catalogo” di questa particolare mostra d’arte senza confini, curato da Dino Andreetta in collaborazione con Livia Battisti, la nipote di Enrico, che UT24 ringrazia per aver raccontato questa fantastica storia.







