Parlando di Boschi e di Biancofiore

I commenti sono unanimi… e non certo positivi.
Oskar Peterlini, aveva già criticato la legge elettorale “E’ veramente triste, che la nuova legge elettorale non dia nessuna possibilità agli elettori di esprimere le proprie preferenze per i candidati; che Bolzano e l’Unterland non possano esprimere almeno uno dei candidati dei due seggi di Camera e Senato con un proprio candidato, e che il Partito Democratico di Bolzano non riesca a imporre almeno un candidato locale nei due seggi sicuri di Camera e Senato di Bolzano / Unterland. Capisco ancora Bressa, che ci è sempre stato vicino, ma almeno l’altro seggio?” e oggi l’ex senatore SVP rincara la dose: “E’ veramente incomprensibile come la Volkspartei nell’Unterland non si ribelli, quando le si toglie la rappresentatività e si obbligano gli elettori a scegliere fra candidati estranei alla nostra realtà. Cosa resta del nostro Bezirk, un tempo così orgoglioso?”
Anche Siegfried Brugger, già segretario SVP, critica la scelta del partito: “Candidare la Boschi a Bolzano è assolutamente incomprensibile; il sostegno del partito è un errore capitale: già nell’ottobre del 2014, la sottosegretaria Boschi aveva chiesto l’abolizione delle autonomie speciali. Che la SVP si presti a questo gioco è imperdonabile. Finora, come serio partito di una minoranza linguistica, aveva come massima il principio di non intromettersi in nessun modo nei problemi interni di un partito nazionale.”
Commenta Arno Mall, dei Freiheitlichen: “Peggio di così… questa legge elettorale inclassificabile impedisce di fatto agli elettori sudtirolesi, l’esercizio di una vera democrazia: è utile solo al mantenimento del potere ad un solo partito. Ma è soprattutto nell’Unterland che il sistema apre uno scenario orrendo: pensato per garantire una rappresentanza a Roma anche ai sudtirolesi di lingua italiana, oggi presenta quali candidate ad una sicura elezione Michaela Biancofiore, antitedesca e antiautonomista, e Maria Elena Boschi, estranea alla nostra Terra, e nota soprattutto per i suoi vaneggiamenti centralistici. Il giochino SVPD è assolutamente incommentabile, la SVP pensa davvero che gli elettori siano una massa manovrabile ed acritica?”
Duro anche l’intervento di Roland Lang, Obmann dell’Heimatbund : “SVP, il tuo tempo è ormai scaduto! E’ davvero incomprensibile come la SVP possa sostenere la candidata del PD Boschi. A quanto pare, in quel partito non ci si ricorda che la Boschi, nell’autunno del 2014, si era espressa per l’abolizione della nostra autonomia; e nemmeno quando, da ministro alle riforme, non aveva niente di meglio da fare che dichiarare che pure i Sudtirolesi sono italiani (“Prima di tutto siamo italiani”) e quindi tenuti ad esporre il tricolore il 24 maggio 2015, nel centesimo anniversario di quando l’Italia ci dichiarò guerra. Staremo a vedere se gli Unterlandler saranno disposti ad accettare tutto questo o se, come hanno fatto altre volte, avranno qualcosa da ridire!”
Per Südtiroler Freiheit si fa sentire la voce di Eva Klotz: “Da molto tempo si sa che la direzione politica della SVP sta legando sempre più strettamente il Sudtirolo all’Italia. Con la decisione di sostenere la candidatura di Maria Elena Boschi, la protetta di Renzi, la SVP si fonde letteralmente con il PD, ne diventa la garante. Regalare un intero collegio sudtirolese ad un partito nazionale italiano è il punto più basso di questa deprecabile involuzione. Cercare di giustificarlo, dicendo che tanto si tratta comunque di un collegio a maggioranza italiana, è un vero tradimento al principio fondante della SVP, che è la tutela degli interessi dei sudtirolesi. Qui invece si tutelano non solo gli interessi dello stato italiano, ma soprattutto quelli del partito di stato.”
Da parte SVP, nessun commento ufficiale ha fatto seguito a queste prese di posizione. C’è solo la dichiarazione del segretario Philip Achammer, resa poche ore dopo l’annuncio dato dal PD nazionale, al termine di una seduta d’urgenza della direzione del partito: a maggioranza di voti (con un’astensione ed un voto contrario)viene confermato il sostegno alle candidature di Boschi e Bressa “poiché entrambi i candidati negli anni scorsi hanno dimostrato, con i fatti e non solo con le parole, di sostenere la tutela e lo sviluppo della nostra autonomia”.






