Doppia cittadinanza: tre esempi dal Brasile

di Everton Altmayer
Situazione 1
In Brasile vivono migliaia di “austro-brasiliani”, ossia brasiliani che hanno la cittadinanza austriaca oltre quella brasiliana. Queste persone sono figli, nipoti o pronipoti di emigrati austriaci arrivati in Brasile dopo il 1921, che hanno presentato presso i consolati austriaci tutta la documentazione necessaria affinché venga loro concessa la cittadinanza austriaca. Fondamentalmente funziona così: si presentano i documenti dell’antenato in linea diretta emigrato, in generale da bisnonno/nonno a bisnipote/nipote. Si attendono circa 60/90 giorni, e se la documentazione è conforme a ciò che prevede la legge austriaca, si diventa cittadini austriaci. Tutto qui! Negli ultimi giorni si leggono tanti commenti sul nuovo programma di governo austriaco, che prevede la concessione della doppia cittadinanza ai sudtirolesi, ossia ai tirolesi che vivono nella parte sud del Tirolo. Questa regione fin dal medioevo faceva parte dell’Austria; dopo la fine della Prima Guerra (1914 – 1918) la parte meridionale venne occupata dall’Italia, annessa nel 1921, e divisa poi in due province oggi autonome. Quale sarebbe allora il criterio per la concessione della cittadinanza austriaca ai tirolesi che vivono nella parte sud del Tirolo? Ovviamente, non può che essere quella in cui il discendente di cittadini austriaci presenta la documentazione! Così funziona in Brasile, in Argentina, in Peru. Perché dovrebbe essere diverso per il Sudtirolo?
Situazione 2
La Repubblica Italiana ha concesso la doppia cittadinanza italiana a più di 400.000 discendenti di emigrati italiani partiti per l’America soprattutto tra il 1870-1950: difficile dire il numero esatto, ma sono veramente tanti. Più di metà degli italo-brasiliani (brasiliani con doppia cittadinanza, brasiliana e italiana), non parla la lingua italiana. E’ un dato di fatto. Ma al parlamento italiano con i voti degli italo-brasiliani sono stati eletti ben 2 deputati (un italiano e una brasiliana con doppia cittadinanza) e un senatore (brasiliano con doppia cittadinanza). Questo vuol dire che la Repubblica Italiana ha nel suo programma di governo delle azioni politiche il cui scopo è quello di rappresentare gli italiani in tutto il mondo. La Repubblica Italiana ha concesso la doppia cittadinanza italiana a migliaia di croati e sloveni italofoni. Va ricordato che quei territori furono parte integrante dell’antico Impero Austroungarico e dell’ex Iugoslavia. Allora perché la Repubblica Austriaca non può concedere la cittadinanza austriaca ad una minoranza di origine austriaca che forma una regione autonoma? Dove sarebbe il problema? La richiederanno solo coloro che la desiderano e che abbiano la documentazione necessaria per farlo. Dov’è il problema?
Situazione 3
Ritorno al Brasile. Tantissimi discendenti dei più di 50.000 tirolesi, goriziani e friulani emigrati tra il 1858-1910 hanno cercato in Brasile di ottenere la doppia cittadinanza austriaca, ma questa possibilità è stata loro negata, a causa delle conseguenze legislative della Prima Guerra Mondiale. Infatti, il trattato di Saint Germain ha imposto alla neonata Repubblica Austriaca delle restrizioni per la concessione della doppia cittadinanza. I discendentisi rivolgevano ai consolati austriaci ,visto che i loro antenati erano nati nell’Impero d’Austria, quindi austriaci emigrati dai territori che oggi compongono le regioni italiane Trentino-Südtirol e Friuli-Venezia Giulia. La maggior parte degli emigrati di questo periodo era italofona, ma in Brasile tutti si erano ovviamente dichiarati di nazionalità austriaca. Visto che i territori da cui erano emigrati non appartenevano più all’Austria, i discendenti (oltre l’80% sono nipoti e pronipoti di emigrati oriundi del territorio trentino) cercarono di ottenere la doppia cittadinanza presso i consolati italiani, ma anche questa possibilità fu loro negata, perché i loro antenati erano austriaci e non italiani. Soltanto nel 2000 una legge speciale italiana (379/2000) ha dato ai discendenti di emigrati austriaci, le cui regioni di origine erano state annesse all’Italia, la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana entro il 2005, termine poi esteso al 2010. Scaduto questo periodo non fu più possibile presentare la documentazione. Circa 30.000 discendenti presentarono i documenti necessari presso i consolati italiani in Brasile. Dopo 15 anni di legge 379/2000, circa un terzo dei richiedenti ha ricevuto la doppia cittadinanza. Per i discendenti di emigrati italiani esiste la legge 91/92 (ancora in vigore). I discendenti presentano presso i consolati italiani la documentazione necessaria secondo la legislazione italiana e ottengono il parere positivo. Nel 2016, l’Italia ha concesso solo in Brasile 21.000 passaporti italiani. Presso i consolati italiani in Brasile ci sono oggi più di 110.000 richieste documentate in attesa della doppia cittadinanza italiana. Circa 80.000 brasiliani sono anche cittadini italiani.






