von mas 11.06.2017 22:03 Uhr

Memoriale per i Caduti: memoria corta o “caregara”?

Luigi Sardi interviene, con la consueta penna appuntita, sulla questione “Memoriale”

L'emblematica foto del comunicato stampa PAT sul "ddl memoriale"

Era stato il Patt, in un passato quasi remoto, a suggerire un “memoriale” in ricordo dei Caduti trentini con la divisa austriaca – la divisa “sbagliata” come venne più volte definita con sarcasmo e con disprezzo – in quella Inutile Strage che fu la Grande Guerra. Fu Franco Panizza, all’epoca assessore alla cultura, a lanciare un’idea fortemente condivisa dopo un secolo di forzato oblio. Poi il testimone passò al consigliere del Patt Lorenzo Baratter che la illustrò nel forte di Cadine alla presenza di Ugo Rossi che apertamente quanto ovviamente elogiò l’iniziativa.

Adesso è accaduto qualche cosa che s’evince dalle pagine del giornale l’Adige di sabato 10 giugno. “Per evitare che diventasse una legge di bandiera, ad uso e consumo – elettorale – del Patt e nello specifico del consigliere Baratter che l’aveva proposta, Pd e Upt hanno sollecitato il presidente Ugo Rossi perché si facesse carico di una gestione più istituzionale di un tema così delicato” e via discorrendo. E Ugo Rossi sì è detto d’accordo. Con la soddisfazione del Pd espressa, sempre secondo il giornale, da Lucia Maestri presidente della commissione cultura del consiglio provinciale dove era in discussione il disegno di legge firmato Baratter. Non è dato sapere, se c’ è stato il commento dell’Upt che, francamente, ha poca importanza.

Ora si possono non avere simpatie politiche per il Patt; Baratter può risultare anche antipatico ma è indiscutibile che l’idea è nata nel Patt, che Baratter l’ha portata avanti, che Rossi l’ha approvata e che il Pd la sta scippando per evitare che diventi “legge di bandiera ad uso e consumo elettorale del Patt”.

Letta così la vicenda può apparire stravagante e un pochino demenziale – ovviamente sul piano politico – ma forse la “benedizione” si fa per dire, di Rossi e l’entusiasmo della Maestri, sono la spia del grande travaglio dell’attuale momento preelettorale. Ugo Rossi non può dire di no al Pd perché deve puntellare una traballante alleanza e la sua “grande carega”; il Pd che ha sulla scena sempre gli stessi personaggi, deve decidere chi mandare in Piazza Dante e chi a Roma. Insomma, si lotta per i rispettivi “spazi vitali” mirando, ovviamente, alla citata “grande carega” già persa una volta nonostante la vittoria elettorale e ci si azzuffa, sempre sul piano della dialettica politica, mirando al Senato e alla Camera. Così togliendo al Patt la bandiera del Sacrario dei Caduti trentini si possono, o si potrebbero, o si spera di potere, immagazzinare quei voti altrimenti destinati a Panizza e Baratter.

Ma c’è un altro aspetto fastidioso. Nonostante la nostra Autonomia, per questa vicenda squisitamente ed esclusivamente trentina, ci si rivolge a Roma al Ministero della Difesa, dimenticando che l’Italia Vittoriosa – la V maiuscola era obbligatoria nell’Era Fascista quando quel Vittoriosa era riferito all’Italia di Vittorio Veneto – ha sempre maltrattato e vilipeso i trentini-tirolesi chiamati alle armi dalla loro Patria. Così a Roma e in barba all’Autonomia, si deciderà dove, come e quando elevare il citato memoriale. Con il pieno assenso di Rossi. Ovviamente.

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