von mas 04.05.2017 06:08 Uhr

Briciole di Memoria 12: “…farli definitivamente scomparire”

L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di lingua romanza.

Rimuovere tutte le tracce del passato, per cancellare la memoria, la storia e l’identità di un Popolo.  No, non stiamo parlando degli effetti della rivoluzione culturale maoista  o dell’etnocidio portato quasi a compimento dai cinesi in Tibet.  Stiamo parlando di quanto è avvenuto qui, nella nostra Terra, nemmeno un secolo fa.

Cercando negli archivordinanza 1i comunali, fra i documenti degli anni immediatamente successivi alla fine della Prima Guerra ed alla conseguente annessione italiana del Tirolo, si possono avere rivelazioni illuminanti, a volte addirittura sconvolgenti, di quella che fu la realtà in cui si trovarono immersi i nostri nonni, allora.   Il loro mondo, quello in cui avevano vissuto per secoli, era letteralmente imploso. Ora bisognava farne scomparire anche le tracce più minuscole.

Di questo è testimonianza l’ordinanza dell’Ufficio Distrettuale Politico di Trento datata 22 settembre 1922, e diretta a tutti i Sindaci.

Si ribadisce quanto stabilito dal Commissariato Generale Civile riguardo “le insegne e diciture della antica monarchia austriaca” che dovranno essere rimosse. Si parla de “le aquile austriache e tirolesi, i ritratti, i simboli, gli emblemi” che ricordano gli Asburgo, l’Austria e “Il Tirolo come unità provinciale austriaca dell’anteguerra“.

Tutto deve essere rimosso, cancellato, fatto ordinanza 3definitivamente scomparire”, per poter essere dimenticato al più presto.

Un’ordinanza farneticante,  un assurdo e maldestro tentativo di cancellare la nostra millenaria e sorprendente storia tirolese imbevuta di buon governo Asburgico, di rimuovere qualsiasi  ricordo di una società evoluta e colta.     Un sistema politico e sociale dove democrazia, rigore  e rispetto permettevano a tutte le classi, anche alle più povere,  un’esistenza infinitamente superiore a quella che potevano aspettarsi i sudditi sabaudi.

L’ordinanza italica qui riportata è tratta dall’interessante libro “Cesare Battisti: il Tirolo tradito”  di Giuseppe Matuella, mentre l’edificio con la nostra vecchia e bella aquila Asburgica si trova in piazza Santa Maria a Trento.

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