von mas 07.12.2017 06:21 Uhr

Briciole di Memoria 42: Il “Trentino” visto da un socialista

L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di Lingua romanza.

Visto che nelle nostre scuole la storia locale viene praticamente ignorata e che, chi vuole approfondire le tematiche legate alla nostra Terra, deve in qualche maniera “arrangiarsi”, questa settimana vorrei dare spazio ad una interessante pubblicazione: si tratta del libro “Il Trentino visto da un socialista“, dato alle stampe nel 1909, il cui autore è nientemeno che Benito Mussolini. Un punto di vista “particolare” quello del Cavalier Mussolini sulla nostra Tebenito-mussolini-il-trentino-visto-da-un-socialista-note-e-notizie-1911-3-638-1rra: non lo cambiò nel tempo, anzi, fece di tutto per cambiare noi ed il Tirolo.

A pagina 5 si legge: “Moltissimi italiani, non esclusi coloro che fan professione d’irredentismo, conoscono assai vagamente la reale situazione di quelle terre ch’essi vorrebbero redimere. Molti italiani, anche colti, quando parlano del Trentino, danno prova di grande ignoranza politica, linguistica, geografica.”

A pagina 54 poi si legge: “Se per dannata ipotesi poi l’Austria indicesse un referendum fra gli abitanti del Trentino onde si pronunciassero per l’adesione agli Asburgo o ai Savoia-partirebbero dal Vaticano trentino carovane di preti a propugnare per tutte le vallate che l’unione all’Italia è contro alla religione e ai voleri della divina Provvidenza. Questo referendum darebbe-ne siamo sicuri-una strabocchevole maggioranza di voti favorevoli all’Austria. Poiché l’inno-programma dei cattolici trentini si augura e vuole che…….la gialla/E nera bandiera/Le forze di tutti/Congiunga ed i cuor.”

Inoltre a pagina 80 troviamo scritto: “Il proletariato austriaco che dovrebbe far saltare l’Austria, ne garantisce e ne prolunga invece l’esistenza. Il proletariato austriaco gode del suffragio universale e di molte altre uniforme d’indole sociale: fra le altre la cassa per operai ammalati. Poi attende pensioni per la vecchiaia. Il proletariato austriaco accetta l’Austria. Agli stessi socialisti ripugna il pensiero di una dissociazione delle nazionalità eterogenee che compongono l’impero”

cartolina-benito-mussolini-cesare-battisti.681Alle pagine 72 e73 del suo libro si legge: “la polizia si compone di trentini – originari però delle vallate. Gli alti funzionari sono tutti tedeschi. Gli agenti di polizia hanno quasi tutti famiglia e non sono, come in Italia, malvisti e odiati dal resto della popolazione. La polizia austriaca trentina non è feroce come suppongono quelli che sono rimasti al 1848. Gli assassini compiuti dalla polizia in Austria, non raggiungono certo la cifra di quelli compiuti da poliziotti italiani. Le manette sono abolite – e non si applicano che in casi specialissimi di resistenza e riottosità – così nelle Assisi mancano le gabbie. Gli sfratti politici o amministrativi ordinati dalla polizia non sono così numerosi come quelli ordinati ad esempio dal cantone repubblicano di Ginevra (1453 espulsioni amministrative nel sono anno 1904). Il regime carcerario a Trento e Rovereto è infinitamente migliore dell’italiano. Silvio Pellico non potrebbe più scrivere le sue lamentose memorie. condannati a meno di due anni lavorano tutto il giorno o nei cortili delle carceri o fuori nei campi, nelle colonie agricole. Le celle sono comode, le finestre non sono a bocca di lupo come nei cellulari italiani, la disciplina non è molto rigida. Potete tutti i giorni farvi portare il pranzo da fuori e leggere uno o parecchi quotidiani e scrivere a piacimento vostro.”

Per ultimo riporto quanto scritto a pagina 80: “lo stato Austriaco, che dispone di un fedelissimo esercito e di una burocrazia imperiale non per dovere, ma per sentimento, è lo stato per eccellenza

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