von mas 24.03.2017 07:00 Uhr

La riforma dello Statuto di Autonomia

Al via la fase di partecipazione, per  valutare, commentare e fare proposte sul documento preliminare elaborato dalla Consulta.  L’unica possibilità che hanno le persone (e i territori) di far sentire la propria voce.

Non potevano essere più  diversi, i percorsi scelti nelle due provincie per giungere alla proposta congiunta di riforma dello Statuto di Autonomia.   Dal basso verso l’alto a Bolzano, con una serie di incontri Open Space sul territorio, aperti liberamente a tutti i cittadini e le cittadine, quindi la nomina/elezione del Forum dei 100, da cui deriva la Convenzione dei 33.   Al contrario, dall’alto verso il basso, a Trento, con la consulta nominata che ora, a proposta elaborata, si apre verso il territorio e la popolazione, con una serie di incontri a Trento e nelle Valli, e con una piattaforma online.

Il primo elaborato della Consulta è stato presentato in una conferenza pubblica il 9 marzo. Ora si può  presenziare agli incontri ed ai laboratori di IO RACCONTO, oppure  è possibile iscriversi alla piattaforma di dibattito IO PARTECIPO, direttamente dal sito dedicato alla  RIFORMA DELLO STATUTO

Ma perché partecipare?  Al di là della effettiva realizzazione delle proposte di  revisione (con il fallimento del referendum sulla riforma costituzionale, neppure i membri della consulta non sanno dire se e come il loro lavoro durato mesi vedrà uno sbocco), sono molti i motivi per esprimere la propria opinione.

Non si parla di quisquilie. Si parla di autonomia, della NOSTRA Autonomia Speciale e del suo futuro. Mentre a Bolzano la voce della gente si è fatta sentire fin da subito e molto chiaramente, portando basi concrete e proposte di ampio respiro e di altrettanto ampia visione politica, a Trento il tutto pare quasi annacquato in una serie di “vorrei ma  non posso”, di “pian piano per non disturbare”, di “tengo le mani in tasca, che qualcuno non pensi che volevo lanciare un sasso nello stagno”.

Qualche giorno fa l’ex senatore Renzo Gubert, analizzando il “Documento preliminare” elaborato dalla Consulta (scaricabile a questo link),  ha esposto una serie di considerazioni critiche,  acute e condivisibili quasi per intero.

Invitiamo i nostri lettori a fare altrettanto, iniziando magari dalla sezione prima dove, parlando dei FONDAMENTI DELL’AUTONOMIA SPECIALE, il lavoro della Consulta elenca la particolarità di un territorio “cerniera”, il pluralismo culturale e linguistico, l’esperienza di autogoverno, di cooperazione e di solidarietà.

Solo in una minuscola postilla, del tutto marginale, vengono citati, quali “altre opinioni espresse nella discussione”,  eventuali richiami storici al passato meno prossimo, dal Principato vescovile al Trattato di Saint Germain; richiami specifici ai rapporti con l’Austria; richiami specifici all’Euregio.  Come se l’Autonomia ci fosse caduta addosso per caso, e non fosse dovuta principalmente al fatto che tutta la nostra Terra (e non solo la provincia di Bolzano) fa parte dello stato italiano da meno di cento anni, e non per libera scelta.

Cosi, a Bolzano si discute la possibilità di inserire nel preambolo dello Statuto un preciso richiamo al principio dell’autodeterminazione e si parla dell’opportunità o meno di mantenere viva la Regione o di disfarsene perché considerata una vera e propria palla al piede (e non sono proposte che vengono dagli esponenti di quelle che a Trento vengono definite “le destre estremiste altoatesine”, ma da personaggi che da noi godono di tutt’altra considerazione, come Luis Durnwalder, tanto per fare un nome, o il Professor Toniatti).  A Trento invece ci si nasconde dietro al dito della “costante ricerca di buoni rapporti di collaborazione con le altre realtà a livello nazionale” per dire  si qualcosina, ma pian piano.

Allora forse è il caso di sfruttare l’opportunità che ci viene concessa, e PARTECIPARE: dal vivo oppure online, non importa. Ma partecipare si che importa, è fondamentale, se non vogliamo perderla del tutto, questa nostra Autonomia così speciale, per poi piangere sui cocci.

 

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