von mas 25.02.2017 06:13 Uhr

A Reggio Emilia si ricordano Mario e Fermo, morti per la pace

Mario Angioletti e Fermo Baricchi, braccianti uccisi durante la manifestazione contro la guerra ed il comizio di Cesare Battisti a Reggio Emilia,  il 25 febbraio 1915.

In questi giorni Reggio Emilia,  è in programma un evento articolato, fra convegni. dibattiti, mostre e momenti musicali.    E’ un evento di ricordo e di condanna per una guerra assurda,  voluta da pochi e sofferta da tanti. E che riguarda da vicino anche noi, anche se tanti, nella nostra Terra, non lo sanno, o fanno finta di non saperlo.  Per raccontare questa storia, riportiamo l’invito all’evento “Una città per la Pace”.  Non servono altre parole.

Ci hanno colpito a morte davanti all’Ariosto. Ci hanno ucciso il 25 febbraio 1915. Ci chiamiamo Fermo Angioletti e Mario Baricchi. Di noi non si ricorda più nessuno. Eppure manifestavamo contro la guerra e contro il comizio di Battisti. Di Battisti si ricordano tutti. Ci sono strade e piazze dedicate a lui. Di Angioletti e Baricchi non ci sono più nemmeno le tombe.

Siamo spariti nel nulla e sono ferite più profonde di quelle che ci fecero le forze dell’ordine. Perché essere dimenticati è come morire per niente. E’ come morire due volte. Una beffa che sembra volere ripetere per sempre che i poveri rimangono poveri e non valgono nulla nemmeno da morti. E invece in piazza ci siamo andati, perché eravamo stanchi di vivere così. Di nascere, respirare, sudare, indossare un’uniforme e morire solo perché lo diceva qualcuno più importante di noi. Eravamo davvero stanchi di stare piegati ore e ore a fare diventare ricchi i ricchi per pochi spiccioli. Una paga da fame. Una vita da fame.

E poi ci volevano pure convincere che dovevamo morire in guerra per loro. Potevamo diventare “eroi”. Hanno riempito il mondo di cimiteri pieni di eroi. Poveri Eroi. Eroi poveri.

Quindi prendete la matita e il taccuino. Strappate una pagina e scriveteci in cima: Fermo Angioletti e Mario Baricchi. Piegatelo e tenetelo nel portafoglio. Avevamo appena compiuto diciotto anni. E siamo morti per la Pace. Il 25 febbraio 1915. Davanti all’Ariosto.

 
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