von mas 09.02.2017 12:45 Uhr

Briciole di memoria 4 – Trento redento al quaranta per cento

L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di lingua romanza.

I documenti ritrovati nell’archivio storico di uno dei nostri comuni, testimoniano ufficialmente una parte di storia dimenticata o, peggio, rimossa.

Tre anni e mezzo di guerra dentro a casa, con gli uomini dai 16 ai 60 anni al fronte, metà della popolazione civile evacuata o internata, paesi, campi e boschi distrutti: nel novembre del 1918 l’economia del Tirolo è davvero sottoterra.

IMG_7047Nella parte del Tirolo occupata dal Regno  d’Italia (o liberata, come annunciano i proclami del vincitore), agli immensi danni sociali ed economici, si aggiunge anche la beffa del cambio di valuta.

Alla totale assenza di disposizioni dei primissimi giorni, ed al Decreto del Comando Supremo italiano del 13 novembre che stabilisce il valore della Corona, portando il cambio da 1:1 a  quello di 40 centesimi di lira, mantenendo comunque entrambe le valute in circolazione, fa seguito il bando del 5 aprile 1919: con decorrenza 19 aprile,  anche nei territori annessi  potrà circolare solo la lira italiana; i possessori di corone devono  obbligatoriamente cambiarle, sempre al tasso del 40%.

Tale disposizione, applicata al denaro contante ma anche ai crediti, ai depositi, ai risparmi, ai prestiti di guerra, ai premi assicurativi… praticamente a tutto, dà il colpo di grazia ad IMG_7051una terra già in ginocchio, al punto che anche i più convinti irredentisti cominciano a dubitare che la “liberazione” sia stata un affare e che abbia migliorato le condizioni di vita sociale ed economica del popolo sudtirolese.

Si muovono i Sindaci, da Trento e da Rovereto si convoca una riunione urgente con tutti i Comuni e gli Istituti di Credito.

Al termine dell’incontro, viene stilato un ordine del giorno:  dopo aver tentato di blandire il Governo Italiano, riaffermando “la inalterabile devozione alla causa nazionale” , si invita lo stesso a cambiare urgentemente le disposizioni, arrivando addirittura a minacciare di “declinare ogni cooperazione nel campo amministrativo e sospendere l’attività”.

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Ma è un tentativo vano. A stretto giro di posta arriva il telegramma del Comando Supremo “Governo non modificherà note condizioni” e chi non avrà presentato le corone al cambio “dovrà affrontare conseguenze”.

Non ci sono più dubbi, un’epoca si è ormai conclusa, e nel modo peggiore.

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