Riforma costituzionale: il NO degli Schützen
”E’ un referendum senza quorum“ – dice il Landeskommandant Elmar Thaler – „valido indipendentemente dalla partecipazione: diventa quindi ancora più importante partecipare, altrimenti saranno gli altri a decidere per noi. Ed è importante votare NO: una vittoria del NO qui nella nostra Heimat sarebbe un chiaro segnale che i sudtirolesi non intendono piegarsi al centralismo romano”
Il SSB riconosce l’impegno dei parlamentari della SVP, ma ritiene che la protezione offerta dalla clausola di salvaguardia non sia poi cosi assoluta, come viene sbandierato dal partito di maggioranza: la sua fragilità è emersa chiaramente nei tanti dibattiti delle ultime settimane, anche nelle tavole rotonde organizzate dagli Schützen a Montan, a Prad e a St. Ulrich, con la partecipazione di un pubblico attento e estremamente preparato:
La nostra autonomia sarebbe protetta solo inizialmente, ma poi finirebbe con l’affondare sotto gli effetti devastanti della riforma. L’ancoraggio internazionale della salvaguardia poi, è tutto da dimostrare e ben lungi dall’essere vincolante, visto che si basa soltanto su un semplice scambio di corrispondenza fra Italia e Austria. Per noi sarebbe fatale approvare una riforma costituzionale cosi centralista solo sulla fiducia, senza l’indispensabile coinvolgimento del governo austriaco.
Alle affermazioni di Elmar Thaler si associa Giuseppe Corona, Landeskommandant-Stellvertreter del Welschtiroler Schützenbund. Thaler e Corona ribadiscono che “accettando la riforma, i tirolesi si darebbero la zappa sui piedi, ponendosi spontaneamente in balia di uno stato straniero assoluto e centralista. Esprimiamo quindi con forza la nostra aspirazione alla libertà, votando NO!”
