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UT24 KATALONIEN-SCHWERPUNKT


23:33 L’independentisme ha guanyat les eleccions! Die Unabhängigkeitsbefürworter haben die Wahlen gewonnen! Nach Auszählung von 97,47% der Simmen vereint das Unabhängigkeitslager 70 Mandate auf sich, das sind 2 Mandate mehr, als für die absolute Mehrheit notwendig sind. Die Wahlbeteiligung liegt bei beachtlichen 81.94%

23:12 Über 95% der Stimmen sind ausgezählt, die Ciudanos liegen weiterhin voran, das Unabhängigkeitslager (JxCAT, ERC, CUP) kann aber weiterhin 70 Mandate auf sich vereinen und hat somit die absolute Mehrheit. Daran wird sich auch nicht mehr viel ändern!

22:19 Rund 62% der Stimmen sind ausgezählt, die Ciudanos liegen weiterhin mit 25,43% voran, allerdings kann das Unabhängigkeitslager (JxCAT, ERC, CUP) weiterhin 70 Mandate auf sich vereinen, das sind zwei mehr als für die absolute Mehrheit notwendig.

22:01 Nach Auszählung von 37,47% der Simmen vereint das Unabhängigkeitslager 71 Mandate auf sich, das sind 3 Mandate mehr, als für die absolute Mehrheit notwendig.

21:58 34% der Stimmen sind ausgezählt: Ciudanos liegt mit 25,03% voran, gefolgt von JxCAT (22,56%), ERC 21.55% und den Sozialisten (13.81%). Unter den Kleinparteien haben Podem mit 6,97% die Nase vor den Linksnationalisten der CUP (4,36%) die Partei von MP Rajoy erreicht 4,15%.

21:39 Nach Auszählung von 13,15% der Stimmen liegen die Ciudadanos mit 24,51% als stärkste Partei voran. Die Unabhängigkeitsparteien JxCAT, ERC und CUP vereinigen zusammen allerdings 49,18% aufs sich

21:30 Mittlerweile sind 5,21 % der Wahlkreise ausgezählt. Die Unabhängigkeitsbefürworter vereinigen zur Zeit 54,31 % der ausgezählten Stimmen auf sich.

21:09 Erste Zwischenergebnisse:

21:01 Die Wahlbeteiligung des heutigen Tages erreichte schließlich bei 82,67%

20:59 Die ersten Wahlkreise sind ausgezählt, allerdings nicht einmal 1%. In ländlichen Gebieten, wo es kleinere Wahlkreise gibt, liegen die Unabhängigkeitsparteien traditionell vorne.

20:17 Im kleinsten Dorf Kataloniens, mit nur 27 Einwohnern, Sant Jaume de Frontanyà, sind die Stimmen schon ausgezählt: 2 für die ERC, 8 für JxCAT, eine für die Partei CUP (alle pro-Unabhängigkeit) drei für die Sozialisten und eine für Ciudadanos (Unabhängigkeitsgegner).

20:05 Erste Hochrechnungen sehen ein Kopf an Kopf Rennen zwischen den Unionisten von Ciudadanos und den Linksrepublikanern der ERC (Unabhängigkeitsbefürworter)


Nach dem Unabhängigkeitsreferendum vom 1. Oktober hatte Madrid die legitime katalanische Regierung abgesetzt und Neuwahlen ausgerufen. Mehrere Politiker von Parteien, welche die Loslösung von Spanien befürworten, führten ihren Wahlkampf aus dem Gefängnis oder dem Exil.

Die Wahlbeteiligung war erwartungsgemäß hoch, auch wenn der Urnengang entgegen der Gewohnheit an einem Arbeitstag angesetzt worden war.

Hohe Wahlbeteiligung

Die Wahlbeteiligung lag deutlich höher als bei der letzten Wahl zum Regionalparlament in Barcelona. In einigen Wahllokalen erreichte sie sogar über 90%.

Es stehen sich mehrere Parteien gegenüber, die zusammen spanientreue oder republikanische Blöcke bilden.

Für Unsicherheit sogten Andeutungen aus Madrid, dass man einen eventuellen Wahlsieg des Unabhängigkeitsbefürworter nicht anerkennen werde.

Bei der Stimmabgabe forderte der bekannte Fußballstar und Unabhänigkeitsaktivist Gerard Piquè alle Seiten auf, das Wahlergebnis zu akzeptieren.


 

 

di Everton Altmayer

Situazione 1
In Brasile vivono migliaia di “austro-brasiliani”, ossia brasiliani che hanno la cittadinanza austriaca oltre quella brasiliana. Queste persone sono figli, nipoti o pronipoti di emigrati austriaci arrivati in Brasile dopo il 1921, che hanno presentato presso i consolati austriaci tutta la documentazione necessaria affinché venga loro concessa la cittadinanza austriaca. Fondamentalmente funziona così: si presentano i documenti dell’antenato in linea diretta emigrato, in generale da bisnonno/nonno a bisnipote/nipote. Si attendono circa 60/90 giorni, e se la documentazione è conforme a ciò che prevede la legge austriaca, si diventa cittadini austriaci. Tutto qui! Negli ultimi giorni si leggono tanti commenti sul nuovo programma di governo austriaco, che prevede la concessione della doppia cittadinanza ai sudtirolesi, ossia ai tirolesi che vivono nella parte sud del Tirolo. Questa regione fin dal medioevo faceva parte dell’Austria; dopo la fine della Prima Guerra (1914 – 1918) la parte meridionale venne occupata dall’Italia, annessa nel 1921, e divisa poi in due province oggi autonome. Quale sarebbe allora il criterio per la concessione della cittadinanza austriaca ai tirolesi che vivono nella parte sud del Tirolo? Ovviamente, non può che essere quella in cui il discendente di cittadini austriaci presenta la documentazione! Così funziona in Brasile, in Argentina, in Peru. Perché dovrebbe essere diverso per il Sudtirolo?

 

Situazione 2

La Repubblica Italiana ha concesso la doppia cittadinanza italiana a più di 400.000 discendenti di emigrati italiani partiti per l’America soprattutto tra il 1870-1950: difficile dire il numero esatto, ma sono veramente tanti. Più di metà degli italo-brasiliani (brasiliani con doppia cittadinanza, brasiliana e italiana), non parla la lingua italiana. E’ un dato di fatto. Ma al parlamento italiano con i voti degli italo-brasiliani sono stati eletti ben 2 deputati (un italiano e una brasiliana con doppia cittadinanza) e un senatore (brasiliano con doppia cittadinanza). Questo vuol dire che la Repubblica Italiana ha nel suo programma di governo delle azioni politiche il cui scopo è quello di rappresentare gli italiani in tutto il mondo. La Repubblica Italiana ha concesso la doppia cittadinanza italiana a migliaia di croati e sloveni italofoni. Va ricordato che quei territori furono parte integrante dell’antico Impero Austroungarico e dell’ex Iugoslavia. Allora perché la Repubblica Austriaca non può concedere la cittadinanza austriaca ad una minoranza di origine austriaca che forma una regione autonoma? Dove sarebbe il problema? La richiederanno solo coloro che la desiderano e che abbiano la documentazione necessaria per farlo. Dov’è il problema?

 

Situazione 3

Ritorno al Brasile. Tantissimi discendenti dei più di 50.000 tirolesi, goriziani e friulani emigrati tra il 1858-1910 hanno cercato in Brasile di ottenere la doppia cittadinanza austriaca, ma questa possibilità è stata loro negata, a causa delle conseguenze legislative della Prima Guerra Mondiale. Infatti, il trattato di Saint Germain ha imposto alla neonata Repubblica Austriaca delle restrizioni per la concessione della doppia cittadinanza. I discendentisi rivolgevano ai consolati austriaci ,visto che i loro antenati erano nati nell’Impero d’Austria, quindi austriaci emigrati dai territori che oggi compongono le regioni italiane Trentino-Südtirol e Friuli-Venezia Giulia. La maggior parte degli emigrati di questo periodo era italofona, ma in Brasile tutti si erano ovviamente dichiarati di nazionalità austriaca. Visto che i territori da cui erano emigrati non appartenevano più all’Austria, i discendenti (oltre l’80% sono nipoti e pronipoti di emigrati oriundi del territorio trentino) cercarono di ottenere la doppia cittadinanza presso i consolati italiani, ma anche questa possibilità fu loro negata, perché i loro antenati erano austriaci e non italiani. Soltanto nel 2000 una legge speciale italiana (379/2000) ha dato ai discendenti di emigrati austriaci, le cui regioni di origine erano state annesse all’Italia, la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana entro il 2005, termine poi esteso al 2010. Scaduto questo periodo non fu più possibile presentare la documentazione. Circa 30.000 discendenti presentarono i documenti necessari presso i consolati italiani in Brasile. Dopo 15 anni di legge 379/2000, circa un terzo dei richiedenti ha ricevuto la doppia cittadinanza. Per i discendenti di emigrati italiani esiste la legge 91/92 (ancora in vigore). I discendenti presentano presso i consolati italiani la documentazione necessaria secondo la legislazione italiana e ottengono il parere positivo. Nel 2016, l’Italia ha concesso solo in Brasile 21.000 passaporti italiani. Presso i consolati italiani in Brasile ci sono oggi più di 110.000 richieste documentate in attesa della doppia cittadinanza italiana. Circa 80.000 brasiliani sono anche cittadini italiani.

Dr. Everton Altmayer è linguista e presidente del circolo culturale austriaco “Dona Leopoldina“ di Dreizehnlinden – Treize Tilias (Brasile).

Bei den sichergestellten Gegenständen handle sich unter anderem um Münzen und Skulpturen. Sie würden dem Archäologischen Museum in Istanbul übergeben. Die Polizei führte die Razzien nach Angaben von “Sabah” in fünf Bezirken Istanbuls durch. Die Zeitung beschrieb den Einsatz als einer der größten gegen den Schmuggel von Kulturgütern in der Geschichte der Türkei. Militante Gruppen im Irak und Syrien wie die Terrormiliz Islamischer Staat (IS) profitieren vom Schmuggel von archäologischen Schätzen und wickeln diesen oft über die Türkei ab.

Der Bub hatte sich am Abend in einer Tiefgarage im Grazer Bezirk Lend an dem Rolltor, das sich gerade öffnete, zwischen den Lamellen festgehalten. Doch rasch geriet er in eine bedrohliche Lage, denn das Rolltor zog ihn etwa eineinhalb Meter hoch. Erst als die Unterarme schon feststeckten, hielt die Sicherheitseinrichtung das Tor an. Die Mutter half ihrem Sohn und drückte ihn nach oben, um seine Schmerzen zu lindern, so die Feuerwehr. Als die Helfer das Rolltor per Hand abgesenkt hatten und die Lamellen wegdrückten, konnten sie das Kind befreien. Schwere Verletzungen blieben so aus.

APA

128 der 193 Länder, darunter auch Österreich, votierten für das zweiseitige Papier. Die Resolution ist völkerrechtlich nicht bindend, hat aber eine wichtige Signalwirkung. Sowohl die Palästinenser als auch Israel verbuchten das Abstimmungsergebnis als Erfolg für sich.

Neben neun “Nein”-Stimmen und 35 Enthaltungen gab es 21 Staaten, deren Vertreter der Abstimmung fernblieben. Gegen die Resolution stimmten neben den USA und Israel lediglich Guatemala, Honduras, Togo, Mikronesien, Nauru, Palau und die Marshallinseln.

Die US-Verbündeten Kanada und Australien enthielten sich. Der EU gelang es nicht, mit einer Stimme zu sprechen: Während sich auch Großbritannien, Frankreich oder Deutschland hinter die Forderung stellten, enthielten sich Kroatien, Lettland, Polen, Rumänien, Tschechien und Ungarn.

Ein Vetorecht gibt es im UNO-Plenum anders als im Sicherheitsrat nicht, jeder der 193 Staaten hat eine Stimme. Die USA hatten am Montag im Sicherheitsrat eine Resolution mit einem Veto blockiert, die Trumps Entscheidung zur Anerkennung Jerusalems als Hauptstadt Israels rückgängig machen sollte.

Die Resolution der UNO-Vollversammlung hat vor allem symbolische Wirkung. Wörtlich erwähnt wird Trumps umstrittene Jerusalem-Entscheidung nicht. Es heißt darin lediglich, dass Entscheidungen, die den Status der Stadt scheinbar ändern, “keine rechtliche Wirkung haben, null und nichtig sind” und im Einklang mit UNO-Resolutionen rückgängig gemacht werden müssen. Zudem sind die Staaten dazu aufgerufen, keine diplomatischen Vertretungen in Jerusalem einzurichten wie von Trump angekündigt.

Die USA setzten ihre Zahlungen an die Weltorganisation sowie andere Staaten in der Debatte als Druckmittel ein. “Wenn wir den UN großzügig Beiträge zahlen, erwarten wir zu Recht auch, dass unsere Gunst respektiert wird” sagte die US-amerikanische UNO-Botschafterin Nikki Haley. “Wir haben die Pflicht, für unsere Investitionen mehr zu verlangen.” Keine UNO-Abstimmung werde Washington davon abhalten, die US-Botschaft von Tel Aviv nach Jerusalem zu verlegen. Trump hatte Unterstützern der Resolution vorgeworfen, “Milliarden zu nehmen” und sich trotzdem undankbar gegenüber den USA zu verhalten.

Der israelische Ministerpräsident Benjamin Netanyahu bezeichnete die Resolution als “grotesk”. “Jerusalem ist unsere Hauptstadt, sie war es immer und wird es immer sein”, sagte Netanyahu in einem Video auf Facebook. “Ich begrüße aber die Tatsache, dass eine wachsende Zahl von Ländern sich geweigert hat, an diesem absurden Theater teilzunehmen.” Bei einem Besuch in der Mittelmeerstadt Ashdod bekräftigte er zudem seine Prognose, dass andere Länder den USA folgen und ihre Botschaften von Tel Aviv nach Jerusalem verlegen würden.

Der iranische Außenminister Mohammad Javad Zarif begrüßte hingegen die Resolution via Twitter und sagte, die Abstimmung sei “ein klares Nein” an die Adresse Trumps gewesen. Der türkische Außenminister Mevlüt Cavusoglu bezeichnete Trumps Drohung in der Debatte als “Schikane”. “Wir werden uns nicht einschüchtern lassen. Sie mögen stark sein, aber das gibt Ihnen kein Recht.” Der Außenminister der Palästinenser, Riad Malki, sagte, die Debatte finde nicht statt “wegen irgendeiner Feindseligkeit gegenüber den Vereinigten Staaten von Amerika”.

Der türkische Präsident Recep Tayyip Erdogan hatte die Staaten vor der Abstimmung aufgerufen, sich nicht Drohungen der USA zu beugen. “Verkauft in Eurem Kampf um Demokratie niemals Euren Willen für so mickrige Dollar”, sagte Erdogan in Ankara. “Ein verkaufter Wille kommt nicht mehr zurück.” Die Türkei hatte die Resolution als amtierende Vorsitzende der Organisation für Islamische Kooperation (OIC) gemeinsam mit dem Jemen in die UNO-Vollversammlung eingebracht.

Der Status von Jerusalem ist eine der heikelsten Fragen im Nahost-Konflikt. Israel hatte den arabischen Ostteil Jerusalems 1967 im Sechs-Tage-Krieg erobert und beansprucht ganz Jerusalem als Hauptstadt. Dies wird international nicht anerkannt. Die Palästinenser wollen in Ost-Jerusalem die Hauptstadt eines unabhängigen Palästinenserstaates ausrufen. Kritiker werfen Trump vor, mit seiner Entscheidung für Jerusalem als israelische Hauptstadt die Friedensbemühungen im Nahost-Konflikt weiter erschwert zu haben. Der Friedensprozess stockt seit Jahren. Trump hatte bereits im Wahlkampf versprochen, die US-Botschaft von Tel Aviv nach Jerusalem zu verlegen.

Es sei dem Bundespräsidenten im Sinne der Überparteilichkeit ein Anliegen, mit allen Parteien in laufendem Kontakt zu sein, daher habe er Christian Kern (SPÖ), Matthias Strolz (NEOS) und Peter Kolba (Liste Pilz) unmittelbar nach Angelobung der ÖVP-FPÖ-Regierung zu Gesprächen eingeladen, erklärte der Sprecher.

Von Everton Altmayer

Situation 1

In Brasilien leben Tausende von „Austro-Brasilianern“, d. h. von Brasilianern, die außer der brasilianischen auch die österreichische Staatsbürgerschaft haben. Diese Personen sind Kinder, Enkel oder Urenkel von Österreichern, die nach 1921 nach Brasilien ausgewandert sind; sie haben bei den österreichischen Konsulaten die notwendige Dokumentation vorgelegt, um die österreichische Staatsbürgerschaft zu erhalten.

Grundsätzlich funktioniert das folgendermaßen: Man legt die Dokumente über den Vorfahren in direkter Linie (meistens Urgroßvater/Großvater bis Urenkel/Enkel) vor, der nach Brasilien ausgewandert ist. Man wartet etwa 60 bis 90 Tage, und wenn die Dokumente für Österreich in Ordnung sind, erhält man die österreichische Staatsbürgerschaft. Fertig.

Letzthin gab es viele Kommentare über das Koalitionsprogramm der neuen österreichischen Regierung, das die doppelte Staatsbürgerschaft für die Südtiroler vorsieht, d.h. für die Tiroler, die im südlichen Teil Tirols leben. Dieses Gebiet gehörte seit dem Mittelalter zu Österreich. Nach dem Ersten Weltkrieg (1914-1918) wurde der südliche Teil Tirols von Italien besetzt, 1920 annektiert und in zwei Provinzen aufgeteilt, die heute autonom sind.

Nach welchem Kriterium sollte die österreichische Staatsbürgerschaft den Tirolern verliehen werden, die im südlichen Teil Tirols leben? Es liegt auf der Hand, dass es kein anderes Kriterium geben kann als dass die Nachfahren österreichischer Staatsbürger die entsprechende Dokumentation vorlegen. So funktioniert es in Brasilien, in Argentinien, in Peru. Warum sollte es in Südtirol anders sein?

Situation 2

Die Republik Italien hat die doppelte Staatsbürgerschaft an mehr als 400.000 Nachfahren von italienischen Auswanderern verliehen, die vor allem zwischen 1870 und 1950 ausgewandert sind. Die genaue Zahl ist nicht bekannt, es sind aber auf jeden Fall sehr viele.

Von den „Italo-Brasilianern“ mit der doppelten Staatsbürgerschaft italienisch-brasilianisch spricht nicht einmal die Hälfte Italienisch. Das ist eine Tatsache. Aber für das italienische Parlament sind mit den Stimmen der Italo-Brasilianer zwei Abgeordnete (ein Italiener und eine Brasilianerin mit doppelter Staatsbürgerschaft) sowie ein Senator (Brasilianer mit doppelter Staatsbürgerschaft) gewählt worden.

Das heißt, dass Italien in seinem Regierungsprogramm die Vertretung der Italiener in aller Welt als politisches Ziel hat. Die Republik Italien hat die doppelte Staatsbürgerschaft an tausende italienischsprachige Kroaten und Slowenen verliehen. Diese Gebiete gehörten früher zum österreichisch-ungarischen Kaiserreich und zu Jugoslawien. Warum kann dann die Republik Österreich nicht an eine Minderheit österreichischen Ursprungs, die eine autonome Region bildet, die österreichische Staatsbürgerschaft vergeben? Wo wäre das Problem? Es würden meiner Meinung nach jene ansuchen, die die Staatsbürgerschaft wollen und die die notwendigen Unterlagen für das Ansuchen haben. Wo ist das Problem?

Situation 3

Zurück nach Brasilien. Sehr viele Nachfahren der mehr als 50.000 Tiroler, Görzer und Friauler, die zwischen 1858 und 1910 ausgewandert sind, haben in Brasilien versucht, die österreichische Doppelstaatsbürgerschaft zu erhalten. Dies wurde ihnen aufgrund der Folgen des Ersten Weltkrieges verwehrt.

Der Vertrag von St. Germain hat nämlich der neuen Republik Österreich Beschränkungen für die Verleihung der Staatsbürgerschaft auferlegt. Die Nachfahren hatten sich an die österreichischen Konsulate gewandt, da ihre Vorfahren im Kaiserreich Österreich-Ungarn geboren waren; sie waren als Österreicher aus den Gebieten ausgewandert, die heute als Regionen Trentino-Südtirol und Friaul-Julisch Venetien zu Italien gehören.

Die meisten dieser Auswanderer waren italienischsprachig, aber in Brasilien erklärten sich alle als Österreicher. Da die Gebiete, aus denen diese Auswanderer stammten, nicht mehr zu Österreich gehören, versuchten ihre Nachkommen (zu 80 Prozent Enkel und Urenkel von Welschtirolern) daraufhin, die doppelte Staatsbürgerschaft in den italienischen Konsulaten zu erhalten, aber auch dort wurden sie zunächst abgewiesen, weil ihre Vorfahren ja Österreicher und nicht Italiener waren, wie man ihnen erklärte.

Erst im Jahr 2000 hat ein italienisches Sondergesetz (379/2000) den Nachkommen jener österreichischen Auswanderer, deren Ursprungsgebiete von Italien annektiert wurden, die Möglichkeit gegeben, bis zum Jahr 2005 um die italienische Staatsbürgerschaft anzusuchen. Der Termin wurde dann bis 2010 verlängert. Danach war Schluss.

Etwa 30.000 Nachkommen legten die erforderlichen Unterlagen in den italienischen Konsulaten in Brasilien vor. 15 Jahre nach Erlass des Gesetzes hatte etwa ein Drittel der Antragsteller die doppelte Staatsbürgerschaft erhalten. Für die Nachkommen italienischer Emigranten besteht das italienische Gesetz 91/92. Die Nachkommen legen die erforderlichen Unterlagen in den italienischen Konsulaten vor und erhalten, wenn die Unterlagen in Ordnung sind, ein positives Gutachten. Im Jahr 2016 hat Italien allein in Brasilien 21.000 italienische Pässe ausgegeben. In den italienischen Konsulaten in Brasilien liegen derzeit 110.000 dokumentierte Anträge um italienische Staatsbürgerschaft, rund 80.000 Brasilianer sind bereits auch italienische Staatsbürger.

Dr. Everton Altmayer ist Sprachforscher und Obmann des österreichischen Kulturvereins „Dona Leopoldina“ aus Dreizehnlinden (Brasilien).

Mit dieser Aktion will die Organisation, gegründet von den ehemaligen politischen Häftlingen und Freiheitskämpfern, ihren Dank für die Bereitschaft Österreichs bekunden, interessierten Südtirolern die österreichische Staatsbürgerschaft wieder zu verleihen. Österreich habe sich als „verlässliches Vaterland aller Südtiroler“ erwiesen.

Die Zustimmung der Österreicher zum Doppelpass der Südtiroler war bereits seit Jahren vorhanden. In einer Umfrage des Instituts Spectra, durchgeführt 2014 im Auftrag des Südtiroler Heimatbundes, haben 83% der Österreicher erklärt, eine österreichische Staatsbürgerschaft für Südtiroler zu befürworten. Die Bundesregierung könne sich also auf einen breiten Konsens der österreichischen Bevölkerung stützen, stellt der SHB fest.

Österreich folgt nun dem „weitherzigen Beispiel Italiens“, das europäisch orientiert bereits 1992 seinen vielen Millionen italienischer Emigranten die Staatsbürgerschaft ermöglicht habe. Diesem Beispiel wird nun auch unser Vaterland folgen. Es handelt „aus einem zutiefst europäischen Geist“ und fügt damit „ein weiteres Element der Vertiefung der guten österreichisch-italienischen Beziehungen“ hinzu.

Österreich ist neben Italien eines der „europäisch aufgeschlossensten Länder der Europäischen Union“, schreibt Obmann Lang in der Pressemitteilung.

Die Gas Connect Austria GmbH (GCA) hatte bereits vergangene Woche mitgeteilt, dass der Unfall von einem neu installierten Filterseparator ausgegangen sein dürfte. Diesbezügliche Hinweise hätten sich im Rahmen der Untersuchungen verdichtet. Die ermittelnden Behörden würden demnach davon ausgehen, “dass die Verschlusskappe des Filterseparators das Unglück verursacht hat. Diese hatte sich gelöst und schlug mit großer Wucht gegen einen anderen Anlagenteil und hat auch diesen beschädigt. In weiterer Folge hat sich das dabei ausströmende Gas entzündet, wodurch es an den zwei Austrittsstellen zu einem Gasbrand gekommen ist”.

Wer dafür verantwortlich ist, dass der Bolzen schlecht befestigt war, sei noch Gegenstand von Erhebungen, sagte Köhl weiter. Die Staatsanwaltschaft ermittelt wegen des Verdachts der fahrlässigen Gemeingefährdung.

Thimothy Rowell, Forscher an der Universität San Diego, vergleicht den Lärm bei der Paaren des „Cynoscion othonopterus“ mit einem „brüllenden Stadion“. Ein einzelner Fisch kann dabei so laut wie ein Wal werden. Die Laute sollen jenen eines Maschinengewehrs gleichen.

Grund dafür sind vibrationsfähige Muskeln um die Schwimmblase der Männchen. Durch rasende Kontraktionen erzeugen sie das Geräusch von Stöcken auf einer Trommel.

Die vom Aussterben bedrohten, bis zu einem Meter langen Fische, treffen sich jährlich zu Millionen in ihren Brutplätzen im Golf von Mexiko.

“Und wenn sie sanft aus ihrem Amt entfernt werden, erklären sie sich zu Märtyrern des Systems, des ‘schlecht informierten Papstes’ und einer ‘alten Garde’, anstatt ‘mea culpa’ zu sagen”, erklärte der Papst weiter. In diesem Jahr hatten immer wieder Ex-Mitarbeiter der Kurie von Intrigen im Vatikan berichtet.

Es sei sehr wichtig, diese “unausgeglichene und degenerierte Logik der Komplotte und der kleinen Gruppen” zu überwinden, “die in Wirklichkeit ein Krebsgeschwür darstellen, das zur Selbstbezogenheit führt”, sagte der Papst am Donnerstag im Vatikan. Die Mitarbeiter der Kurie müssten den Willen des Papstes und ihrer Vorgesetzten folgen. Franziskus hatte bereits in den Vorjahren die Ansprachen vor der Kurie, an der immer zahlreiche Kardinäle teilnehmen, zu harscher Kritik an den Verwaltungsorganen genutzt. .

„Grundsätzlich ist es jedem seine Sache, für welches Land jemand im Falle einer doppelten Staatsbürgerschaft antritt. Es ist nichts verwerfliches daran. Wir haben aber ganz konkrete Hinweise, dass verschiedene Sportler, die momentan von Italien stark finanziell abhängig sind, bei einer gewagten Aussage befürchten ihren Startplatz zu verlieren“, sagt Elmar Thaler, Landeskommandant des Südtiroler Schützenbundes.

Viele Sportler stehen im Staatsdienst. Nur dieses Einkommen und Arbeitszeiten die für Trainings genutzt werden, machen es möglich, den Sport auf hohem Niveau auszuüben. So ist die Biathletin Dorothea Wierer bei der italienischen Finanzwache (Guardia di Finanza) beschäftigt, während die Eisläuferin Carolina Kostner bei der staatlichen Gefängnispolizei (Corpo di Polizia penitenziaria) angestellt ist.

Sportler wollen zum Land

Bei einer anonymen Umfrage des Südtiroler Schützenbundes, gaben Spitzensportler mehrheitlich an, dass ohne den sportlichen Hintergrund eine Anstellung bei einer Heereseinheit oder den Carabinieri für sie nicht in Frage komme. Die Befragten sprachen sich stattdessen vielfach für eine Anstellung beim Land aus.

Außerdem fürchten laut Umfrage fast alle Sportler negative Konsequenzen, sollten sie nach einem erfolgreichen Bewerb die Südtiroler Fahne in die Hand nehmen.

Doppelpass eröffnet neue Perspektiven

Welche Auswirkungen fehlendes italienischen Nationalbewusstsein im Sport hat, musste Gerhard Plankensteiner am eigenen Leib erfahren. Vor 11 Jahren hat der Südtiroler Rodler große Empörung im Staatsgebiet ausgelöst, weil er nach einem Sieg zu einem Reporter sagte, dass er die italienische Hymne, den erst seit kurzem amtlichen „Inno di Mamelli“, nicht kenne. Plankensteiner erntete einen medialen Shitstorm. Es endete damit, dass der damals 34-Jährige im Olympiastudio des Staatsfernsehers RAI die erste Strophe der österreichfeindlichen Hymne zum Besten geben musste.

„Das zeigt einfach, wie national man in Italien zum Beispiel im Sport ist. Da gibt es keine Rücksicht auf Minderheiten. Eine zusätzliche Österreichische Staatsbürgerschaft würde für jene, die sie annehmen wollen, neue Perspektiven auftun“, ist Elmar Thaler überzeugt.

Die Eheleute hatten in einer angemieteten Wohnung in der Bozner Drusus-Straße junge Asiatinnen als Prosituierte für sich arbeiten lassen. Die Frauen wurden außerhalb Südtirols angeworben.

Die Zuhälter sollen sich in penibler Art und Weise um jedes kleinste Detail der Dienstleistung beschäftigt haben, um maximalen Profit aus der Tätigkeit zu schlagen. So konnte gegen Aufpreis etwa Geschlechtsverkehr ohne Kondom verlangt werden. Ebenso konnten Freier für Geld eine Dusche in Anspruch nehmen. Freier sollen über Telefon die Möglichkeit gehabt haben, eine Rückmeldung zu den empfangenen Diensten abzugeben. Besonders treuen Kunden wurde gar ein Rabatt gewährt.

Bis zu 20 Freier am Tag brachten den Chinesen täglich bis zu 3000 Euro Gewinn ein. Lediglich 15 Prozent des erwirtschafteten Geldes soll den Huren selber geblieben sein.

Jetzt klickten aber die Handschellen: Der 36-jährige Mann wurde ins Bozner Gefängnis gebracht. Seine Ehefrau wurde im Venediger Gefängnis inhaftiert.

Der spätestens mögliche Wahltermin ist der 20. Mai. Erwartet wird, dass Mattarella am 29. Dezember das Parlament auflöst. An diesem Tag ist auch eine Pressekonferenz von Premier Paolo Gentiloni zum Jahresende geplant, bei der er eine Bilanz über dieses Jahr ziehen wird. Nach der Auflösung des Parlaments bleibt Gentiloni bis zu den Neuwahlen im Amt.

Mit der Auflösung des Parlaments beginnt der Wahlkampf in Italien offiziell. Die Parteien sind bereits dabei, die Listen in den verschiedenen Wahlkreisen festzulegen. Sozialdemokraten-Chef Matteo Renzi will voraussichtlich in Florenz kandidieren, in der Stadt, in der er vor seinem Sprung in den Regierungssitz 2014 Bürgermeister war. Nicht auszuschließen ist jedoch, dass Renzi in Mailand oder in Turin kandidiert.

Gentiloni wird in seiner Heimatstadt Rom um einen Parlamentssitz kämpfen. Für die amtierenden Minister von Renzis Demokratischer Partei (PD) gilt die parteiinterne Regel nicht, derzufolge man nach drei Legislaturperioden nicht mehr für ein Mandat im Parlament kandidieren darf. So will Kulturminister Dario Franceschini in seiner Heimatstadt Ferrara um einen Parlamentssitz rittern. Verkehrsminister Graziano Delrio kandidiert wie Franceschini in der norditalienischen Region Emilia Romagna. Justizminister Andrea Orlando wird in Genua und in La Spezia seine Kandidatur einreichen.

In Kalabrien kandidiert Innenminister Marco Minniti für einen Parlamentssitz. Der Minister ist wegen seiner Bemühungen für ein Ende der Flüchtlingsankünfte aus Libyen sehr populär. Debora Serracchiani, Präsidentin der autonomen Region Friaul-Julisch Venetien und stellvertretende PD-Chefin, kandidiert in ihrer Region für einen Senatssitz.

Ex-Premier Silvio Berlusconi führt schon seit Wochen einen intensiven Wahlkampf. Obwohl der 81-Jährige wegen eines Ämterverbots selber keine Kandidatur einreichen wird, wirbt er für seine Mitte-Rechts-Allianz, die laut Umfragen 36 Prozent der Stimmen erhalten könnte. Als gefährlichster Rivale betrachtet Berlusconi nicht Renzis PD, die laut Umfragen ein Tief von 24 Prozent erreicht hat, sondern die populistische Fünf-Sterne-Bewegung um den Starkomiker Beppe Grillo. Wiederholt appellierte Berlusconi, nicht eine “Bande verantwortungsloser Politprofis mit einem alten Komiker an der Spitze” zu wählen.

Der Unfall geschah am Donnerstag kurz nach 10.00 Uhr. Im Einsatz standen der Notarzt, die Rettung und die Straßenpolizei.

Bei einer Filzung des Afrikaners wurden 20 Gramm Haschisch und kleinere Mengen Marihuana sichergestellt. Ebenfalls trug der sich illegal im Land befindliche Mann ein Messer mit einer sechs Zentimeter langen Klinge bei sich.

Er wurde zunächst aufs Polizeipräsidium gebracht und anschließend ins Gefängnis verfrachtet.

Daraus geht hervor, dass eine Zusammenarbeit zwischen den Gemeinden St. Ulrich, St. Christina, Wolkenstein, Kastelruth und Lajen sowie der Gesellschaft STA vorangebracht wurde, um die Planungen zu koordinieren. Ziel sei die Eintragung einer möglichen Trasse in den Bauleitplan der Gemeinden.

„Mit der Zunahme des motorisierten Individualverkehrs ab den 60er Jahren, verloren die Lokalbahnen schnell an Bedeutung. So wurden beispielsweise die Taufererbahn und die Grödner Bahn in den Jahren 1957 bzw. 1960 aufgelassen. Die Zeiten haben sich mittlerweile geändert, sowie die Bedürfnisse nach Infrastruktur und Mobilität. Dort, wo es ehemals Bahnlinien gab oder diese geplant wurden, erleben diese eine Renaissance in Form von Überlegungen zur Wiederherstellung“, so der freiheitliche Landtagsabgeordnete.

„Im Zuge der Machbarkeitsstudie wurde eine volkswirtschaftliche Analyse und Potentialabschätzung durchgeführt. Diese wurde in den sechs Gemeinden Klausen, Lajen, St. Ulrich, Kastelruth, St. Christina und Wolkenstein im Gemeinderat und/oder im Gemeindeausschuss vorgestellt und von den Gremien für gut befunden. Zurzeit entwickeln die Planer (Büro EUT aus Brixen hat die Ausschreibung gewonnen) einen Trassenkorridor, der dann in den betreffenden Gemeinden besprochen wird“, zitiert Blaas aus der Antwort des zuständigen Landesrates Mussner auf seine Anfrage.

„Die sechs Körperschaften haben jeweils eine Summe von 20.000 Euro für die Planung zur Verfügung gestellt. Bisher seien davon 33.988,10 Euro als angefallene Kosten gebucht worden. Ob es letztlich zu einer Wiederinbetriebnahme der Grödner Bahn kommen wird, hängt von verschiedenen Faktoren ab“, erklärt Walter Blaas abschließend. „Grundlage für die Realisierung ist die politische Bereitschaft sowie die Akzeptanz in der Bevölkerung und die Frage nach den zur Verfügung stehenden Finanzmitteln“, so Blaas.

Als der Linzer nicht bei der Oma im Seniorenheim ankam, erstatten Angehörige eine Vermisstenanzeige. Daraufhin machte sich eine Polizeistreife auf die Suche. Erst in der Nacht stießen sie auf den Abgängigen. Er war mit seinem Pkw über eine Böschung gestürzt. Der Wagen überschlug sich und landete mit der vorderen Hälfte im Fluss. Die Polizisten entdeckten den durchnässten Fahrer eingeklemmt im Wageninneren. Die Feuerwehr befreite ihn aus seiner misslichen Lage. Mit einer Unterkühlung und einem verstauchten Finger wurde er in ein Linzer Spital eingeliefert. Seinen Angaben nach sei er auf der Straße einem Reh ausgewichen.

Großhandel Das Geschäftsklima hat sich im Vergleich zu den Vorjahren stark verbessert und fast alle Unternehmen melden heuer eine zufriedenstellende Ertragslage. Ebenso optimistisch sind die Erwartungen für 2018.

Das Jahr 2017 war für den Südtiroler Großhandel positiv. Die Ertragslage wird von 92 Prozent der Unternehmen zumindest als befriedigend bewertet, 38 Prozent melden sogar eine „gute“ Rentabilität. Dies stellt eine deutliche Steigerung im Vergleich zum Vorjahr dar. Die Stimmung ist auch im Hinblick auf 2018 optimistisch. Immerhin 94 Prozent der Großhändler erwarten ein zufriedenstellendes Betriebsergebnis. Die Großhandelsunternehmen konnten heuer ein wachsendes Geschäftsvolumen erzielen. Insbesondere der Südtiroler Markt entwickelte sich sehr positiv, aber auch auf dem gesamtitalienischen Markt gab es deutliche Umsatzsteigerungen. Der Aufschwung in Italien übertraf die Erwartungen und davon profitierten besonders jene Südtiroler Großhandelsunternehmen, welche die Brückenfunktion mit den deutschsprachigen Ländern betreiben. Insgesamt melden heuer über die Hälfte der Großhändler ein Umsatzwachstum, auch deshalb weil die Verkaufspreise angestiegen sind. Die betriebliche Wettbewerbsfähigkeit hat sich somit deutlich verbessert und die Unternehmen konnten auch vermehrt investieren. Die Kostensituation, die Zahlungsmoral der Kunden und der Zugang zum Kredit werden in etwa auf dem Niveau des Vorjahres bewertet.

Die befragten Unternehmer und Unternehmerinnen sind auch in Bezug auf das Jahr 2018 sehr zuversichtlich und rechnen mit weiteren Umsatzzuwächsen. Die Investitionen und die Beschäftigung dürften laut Erwartungen der Wirtschaftstreibenden ebenfalls weiter zunehmen. Das Geschäftsklima ist derzeit in allen Branchen des Großhandels positiv. Sehr optimistisch äußern sich die Unternehmen im Baustoffhandel: Über drei Viertel von ihnen melden sogar eine „gute“ Ertragslage im Jahr 2017 und für 2018 wird eine weitere Besserung erwartet. Dies ist besonders erfreulich, nachdem der Baustoffhandel in den vergangenen Jahren die Wirtschaftskrise stark spürte.

Handelskammerpräsident Michl Ebner ist über das gute Geschäftsklima erfreut, unterstreicht aber die Notwendigkeit einer Verbesserung der Rahmenbedingungen: „Südtirols Großhandel hat durch seine Brückenfunktion wesentliche Vorteile. Damit dies auch in Zukunft möglich ist, soll vermehrt in die Sprachenausbildung investiert werden. Darüber hinaus braucht es für die Brennerachse eine zeitgemäße Autobahn- und Schieneninfrastruktur.“

Der Vizekanzler sei nun auf die Verfassung und die Gesetze vereidigt und werde sich daran auch halten, hieß es laut “profil” aus Straches Büro auf eine entsprechende Anfrage.

Ein Kommentar von Lukas Steinwandter

„Österreich darf sich illegale Invasionen nicht erlauben. Es ist ein Wahnsinn, zu denken, daß ein Teil Italiens von einer Mehrheit österreichischer Bürger bewohnt sein könnte“, poltert etwa die Chefin der Fratelli d’Italia (FLI, Brüder Italiens), Giorgia Meloni. „Das wäre eine verkappte Sezession.“

Aber nicht nur stramme Linke, die glauben, sie seien rechts, beklagen die Entscheidung von Kanzler Sebastian Kurz und Vize-Kanzler Heinz-Christian Strache. Auch EU-Parlamentspräsident Antonio Tajani kündigte an, mit der neuen Regierung in Wien noch einmal über die Südtirol-Frage reden zu wollen, womit er überreden meint.

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„Europa hat zwar viele Fehler, hat aber die Ära des Nationalismus abgeschlossen“, kommentierte er. Es wäre ein „willkürlicher Schritt“, wenn Österreich den Südtirolern ihren Paß gewähre. „Es wäre so, als ob wir (Italien) in Kroatien jenen den italienischen Paß geben würden, die dort italienischer Muttersprache sind.“ Daß Italien genau das tut, wußte der Forza-Italia-Politiker Tajani nicht, oder ließ es unter den Tisch fallen.

In Südtirol und Österreich sind es vor allem die Grünen und ihre Begleitschwafler, die es nicht akzeptieren wollen, wenn ein paar Tausend Südtiroler neben der italienischen auch die österreichische Staatsbürgerschaft besäßen. Die Südtiroler Grüne Brigitte Foppa, die so etwas wie die alpenländische Kathrin Göring-Eckardt ist, sprach von einer „ethnischen Zündelei“.

Die Südtiroler, glaubt sie, seien „Weltbürger*innen“ und die wollten keinen Doppelpaß, sondern wenn schon einen EU-Paß. Grüne sind Träumer, sie wollen die Realität oftmals nicht wahrhaben. Doch Foppa scheint die vergangen zwei Jahre völlig verschlafen zu haben.

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Die EU ist so fragil und zerstritten wie schon lange nicht mehr. In dieser Situation zu sagen, man gestehe anderen das Recht auf eine zweite Staatsbürgerschaft für das von vielen als Vaterland wahrgenommene Österreich nicht zu, grenzt an mit reichlich Ignoranz getränkter Frechheit.

Bedenklich stimmt indes das Gebaren der Südtiroler Volkspartei (SVP) in dieser Causa. Ihr Obmann Philipp Achammer bringt keinen Satz zustande, ohne vom „europäischen Geist“ zu schwadronieren, der in eine „voll umfassenden Unionsbürgerschaft“ münden müsse. Daß sich Vertreter der SVP einmal mit den deutsch-südtirol-feindlichen Grünen zusammentun, dürfte für manch Südtiroler Polit-Urgestein ein Schlag in die Magengrube sein.

Hoffnung macht: Zwei Dutzend SVP-Alt-Mandatare hatten vor Abschluß der Koalitionsverhandlungen in Wien um Zustimmung zur doppelten Staatsbürgerschaft gebeten. Einer der Unterzeichner war auch Alt-Landeshauptmann Luis Durnwalder. Dieser Vorstoß wiederum dürfte ein Schlag ins Gesicht des amtierenden Landeshauptmannes Arno Kompatscher gewesen sein.

Der Völser sorgte in Südtirol immer wieder mit schwammigen Äußerungen über sein Vaterland Österreich, wie er es in einem Interview mit einer österreichischen Zeitung einmal nannte, für Aufsehen. Am Montag kritisierte er, die FPÖ betreibe „nationalistische“ Politik. Wer weiß: Vielleicht fürchtet er sich auch einfach nur vor möglicher neuer politischer Konkurrenz aus Österreich.

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Was konkret an den Plänen für die doppelte Staatsbürgerschaft nationalistisch sein soll, weiß keiner der Raunzer so genau (Deutschland, Polen, ja Italien selbst verfahren seit Jahrzehnten ähnlich). Nationalismus ist, wenn ein Nationalstaat einer Minderheit nicht nur das Selbstbestimmungsrecht verwehrt, sondern auch noch die vor allem symbolische Verbundenheit mit dem Heimatstaat durch einen zweiten Paß verbieten möchte. Für diese Debatte gilt: Wer Nationalismus sagt, der lügt.

Alles Klagen der Weltbürger und EU-Fanatiker bringt nunmehr sowieso nichts. Die FPÖ wird, was den Doppelpaß für Südtiroler angeht, weiter Druck machen. Den besorgten Bürgern bleibt deshalb nichts anderes übrig, als diffuse Ängste zu schüren. Wo zahlt der Südtiroler mit zwei Pässen seine Steuern? Muß er Wehrdienst leisten? Wer hat überhaupt Anrecht darauf?

Die Fragen sind längst beantwortet und die Feinheiten, die es noch nicht sind, werden in Wien diskutiert und geklärt werden. Der Völkerrechtler Peter Hilpold zerstreute zuletzt mehrfach die teilweise vorgeschobenen Bedenken der Kritiker. Steuern orientierten sich etwa immer am Wohnsitz. Klar: Ich zahle schließlich auch Steuern in Deutschland, weil ich dort gemeldet bin.

Jeder Staat ist frei, wie er sein Staatsbürgerschaftsrecht gestaltet. Sollte die österreichische Staatsbürgerschaft Nachfahren der deutsch- und ladinischsprachigen Tiroler südlich des Brenners gewährt werden, wäre noch nicht einmal eine Verfassungsänderung nötig, weil Österreich eine Schutzfunktion der Südtiroler ausübe, sagt Hilpold.

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Schwieriger sei die Frage nach dem Wehrdienst. Hier müsse Österreich eine Regelung treffen, wobei dies am besten auch an den Hauptwohnsitz gekoppelt werden könne. Dasselbe gilt für das passive Wahlrecht. Und selbst wenn: Wer Rechte bekommt, hat auch Pflichten. Südtirolern mit dem doppelten Paß stünde schließlich auch der öffentliche Dienst offen, was auch eine Bereicherung für den österreichischen Staat wäre.

Und das beste: Niemand wird gezwungen, den österreichischen Paß zu beantragen. Aber der italienische Staat will hingegen interessierte Südtiroler mit Zwang „für sich allein behalten“. Schließlich tangiert die Staatsbürgerschaft nach Jahrzehnten auch die Identität – und um nichts anderes geht es.

Nach fast 100jähriger Trennung von Österreich ist die Zeit reif für ein eindringliches Zeichen der (Wieder-)Verbundenheit.


Lukas Steinwandter: Der Pusterer lebt und arbeitet als Journalist in Berlin. Der Text erschien zuerst auf seinem Blog.


Augenzeugen berichteten dem Sender Channel Ten, der Fahrer sei absichtlich und mit hohem Tempo von etwa 100 Kilometer pro Stunde in die Passanten gerast. Der Mann soll mit seinem weißen Geländewagen gegen 16.40 Uhr über eine rote Ampel gefahren und in die Passanten gefahren sein, als diese gerade den größten Zebrastreifen in Richtung der Bahnstation überquerten. Er habe ganz offensichtlich Menschen treffen wollen, weil er direkt auf die größte Menge zugesteuert sei.

Der Vorfall ähnelt einem anderen vom Jänner, als ein Fahrer am selben Ort zu einer Fahrt ansetzte und in einer Fußgängerzone in Passanten raste. Sechs Menschen starben, 30 wurden verletzt. Dem Fahrer wird sechsfacher Mord vorgeworfen. Der Vorfall vom Jänner wird nicht als Terrorakt behandelt.

Der Unfall ereignete sich gegen 7.30 Uhr. Ersten Informationen zufolge wurde eine Fußgängerin von einem Pkw angefahren. Die Frau erlag wenig später ihren Verletzungen.

Im Einsatz standen der Rettungshubschrauber Aiut Alpin, die freiwillige Feuerwehr Bruneck sowie die Ordnungshüter.

Rohde twitterte am Mittwoch: „An sämtliche Auswahlgremien sämtlicher Kunstakademien: Sollte sich Sebastian Kurz jemals bei Ihnen bewerben – nehmen sie ihn auf um Gottes Willen, scheissegal, was er vorlegt!“

Eine eindeutige Anspielung auf Adolf Hitler. Dieser hatte sich 1907 hatte sich erfolglos um ein Malerei-Studium an der Wiener Kunstakademie beworben.

Rohde bedient sich damit altbekannter Muster: Immer wieder lassen sich Politiker und andere Menschen des öffentlichen Lebens zu Nazi-Vergleichen hinreißen, um die Vergleichsperson zu diskreditieren.

Auf Vorschlag von Mobilitätslandesrat Florian Mussner hat die Landesregierung am 19. Dezember beschlossen, einen “Pendlerbonus” einzuführen. „Regelmäßige Zugfahrgäste erhalten demnach einmal jährlich eine Entschädigung im Falle von wiederholten Verzögerungen auf den einzelnen Bahnlinien“, erklärt Landesrat Mussner. Diese Vergütung ist in der zwischen den Eisenbahnunternehmen und der Verbraucherzentrale abgestimmten Qualitätscharta vorgesehen. „Die Maßnahme beruht auf einer EU-Verordnung zu den Rechten und Pflichten der Bahnfahrgäste und zielt indirekt auch darauf ab, die Qualität der Eisenbahndienste für die Nutzer zu gewährleisten und weiter zu verbessern“, sagt Mussner.

Gemäß der jeweiligen Dienstleistungsverträge soll die Gutschrift bereits im kommenden Jahr für die Verspätungen der Trenitalia-Züge zur Anwendung kommen, in den folgenden Jahren dann auch für die Züge der SAD AG. Gutgeschrieben werden maximal 50 Euro pro Person und Jahr.

Verspätungen und Vertragsstrafen

Laut Dienstleistungsvertrag sind die Eisenbahnunternehmen dazu verpflichtet, eine Reihe von Qualitätsstandards im Bahnverkehr zu gewährleisten, beispielsweise im Hinblick auf die Pünktlichkeit, Sauberkeit, Kundenfreundlichkeit, Fahrgastinformation und Ähnliches. Die Einhaltung dieser Standards wird vonseiten des Landes regelmäßig überprüft und bewertet. Werden die festgelegten Standards nicht erfüllt, fallen für das Eisenbahnunternehmen Vertragsstrafen an, etwa dann, wenn innerhalb eines bestimmten Zeitraumes die Pünktlichkeitsrate aufgrund von selbst verschuldeten Verzögerungen nicht erreicht wird.

Die Pünktlichkeitsrate ist für jede Bahnlinie vertraglich festgelegt und wird monatlich überprüft, und zwar anhand der effektiven Fahrzeiten und allfälligen Verspätungen, die für jeden einzelnen Zug im Datensystem exakt erfasst werden. Als „Verspätung“ gilt, wenn die im Fahrplan angegebene Ankunftszeit um mehr als fünf Minuten überschritten wird. Vertragsstrafen fallen dann an, wenn der prozentuelle Anteil an Verspätungen pro Monat eine festgelegte Quote um mehr als einen Prozentpunkt übersteigt. Als Quote gilt für die Meraner Linie zehn Prozent, für die Pustertaler Linie drei Prozent, für die Brennerbahnlinie Eisacktal/Wipptal sowie für das Unterland jeweils fünf Prozent.

Ein Großteil der jährlich anfallenden Vertragsstrafe wird über das Mobilitätsressort des Landes künftig als Pendlerbonus an die anspruchsberechtigten Zugfahrgäste weitergereicht.

Wer erhält den Pendlerbonus?

Der Pendlerbonus wird einmal jährlich automatisch all jenen Fahrgästen gutgeschrieben, die einen Südtirol Pass, einen EuregioFamilyPass, einen Südtirol Pass family, einen Südtirol Pass abo+ mit 150 Euro Jahrespauschale oder einen Südtirol Pass65+ mit einer Jahrespauschale von 75 Euro oder 150 Euro besitzen und für die im Monat auf der jeweiligen Strecke bzw. für das jeweilige Bahnunternehmen mindestens 30 Entwertungen aufscheinen. Die Gutschrift erfolgt für den Fahrgast völlig unbürokratisch, indem der Bonus einmal pro Jahr automatisch verrechnet wird. Den Inhabern von Abo+ mit Jahrespauschale von 150 Euro und von Südtirol Pass65+ mit Jahrespauschale von 75 und 150 Euro wird die Gutschrift bei der jährlichen Erneuerung des Abos verrechnet.

Seit April 2016 sind die Zustimmungsraten laut ÖGfE kontinuierlich gestiegen (+17 Prozentpunkte). Gleichzeitig hat sich die Zahl jener, die einen EU-Austritt befürworten, um die Hälfte verringert. Vor etwas mehr als eineinhalb Jahren sprachen sich noch 31 Prozent der Österreicher für einen Austritt aus.

Auch wenn die Österreicher vieles an der EU kritisierten, schätzten sie es trotzdem, “Teil der europäischen Familie zu sein – gerade wenn sich das internationale Umfeld als zunehmend instabil erweist”, so Schmidt. Positiv wirkten sich auch die guten Wirtschaftsprognosen und die “weitgehend unter Kontrolle” gebrachte “Migrationsthematik” aus. Außerdem habe die “europäische Zukunftsdebatte die von vielen vorausgesagte Auflösungsdebatte der EU klar abgelöst”.

In den 55 ÖGfE-Umfragen seit Juni 1995 waren die EU-Befürworter immer klar in der Mehrheit, im Durchschnitt mit 70 zu 23 Prozent. Die größte Zustimmung zur EU-Mitgliedschaft wurde im Juni/Juli 2002 verbucht (80 Prozent), der stärkste Austrittswunsch zeigte sich sechs Jahre später (33 Prozent).

Die Umfrage wurde von der Sozialwissenschaftlichen Studiengesellschaft vom 16. November bis 5. Dezember 2017 im Auftrag der ÖGfE durchgeführt Befragt wurden österreichweit 512 repräsentativ ausgewählte Personen, die maximale Schwankungsbreite liegt bei ca. 4,3 Prozent.

Die Betroffenen mussten von der Rettung erstversorgt werden. Der vom Vorfall verständigte Staatsanwalt ordnete eine Anzeige auf freien Fuß an.

Der Vorfall ereignete sich kurz nach 18.00 Uhr. Der 33-jährige Nordafrikaner versuchte mehrere Produkte zu stehlen. Als der Filialleiter und ein anwesender Security ihn nach der Kassa anhalten wollten, wurde der Algerier aggressiv und stieß den Security von sich. Anschließend versuchte der Täter das Geschäft mit den gestohlenen Waren zu verlassen. Als ihn der Security festhielt, versuchte er sich nochmals loszureißen und ihn auch zu beißen.

Der Security konnte ihn jedoch anhalten, bis die Polizei eintraf. Der Täter wurde festgenommen und zur Dienststelle gebracht.

 

 

Saranno più di uno gli articoli che UT24 pubblicherà nelle prossime settimane, per cercare di far conoscere la terribile storia del campo di prigionia dell’Asinara. Qui vennero rinchiusi ben 24 .000 nostri prigionieri Imperiali ed in pochi mesi se ne fecero morire più di 7.000, uccisi dalle condizioni inumane di detenzione, senza acqua e cibo sufficienti alla sopravvivenza, senza ripari contro il freddo ed i fori venti gelidi di maestrale che spazzavano l’isola in inverno e decimati dal colera contro il quale lo stato italiano non fornì nessun rimedio medico sanitario, lasciando che centinaia e centinai di uomini morissero fra gli stenti. Su quest’isola neppure i morti potevano sperare in una umana sepoltura, i cadaveri venivano gettati in mare o ammonticchiati sulle spiagge e lasciati marcire in nauseabonde, malsane ed infernali cataste.

Questa fu definita la vergogna italica dell’Asinara ed io aggiungo che, purtroppo, non fu l’unica. Inizierò questo triste racconto riportando lo scritto di Emil Marschall che fu testimone di scene indescrivibili, citato a pagina 438 del libro “dai Balcani all’Asinara “scritto da Giovanni Terranova e Marco Ischia: “sull’isola l’acqua mancava di sovente, ma per i nostri prigionieri austriaci furono particolarmente drammatiche le prime 48 ore dopo lo sbarco con la mancanza assoluta di acqua! (NdR: faccio notare che un essere umano può sopravvivere solo 36 ore senza bere). Le guardie sbarravano l’uscita dai cordoni sanitari allestiti intorno ai campi. I prigionieri si avvicinavano ai militari italiani supplicando un sorso d’acqua o un pezzo di pane ma venivano ricacciati con le baionette o con i calci dei fucili.”

Mentre Robert Schatz a pag.189 del suo libro libro ” Az olaz kiralysag terulet, isola dell’Asinara ” riporta : “i compagni di un prigioniero estrassero con un sasso dalla sua bocca un dente d’oro al fine di comperare dalle sentinelle italiane del pane”

Mentre riguardo alla disperata sete dei prigionieri austriaci il Capitano italiano Giuseppe Agnelli nelle sue memorie racconta: “Si trovavano prigionieri morti con la faccia bocconi sul rigagnolo di sfogo delle deiezioni umane (che uscivano dalle latrine),altri per lenire gli spasmi che preludevano alla fine,varcavano il cordone dei militari. per rintracciare tra le rocce dell’isola un filo d’acqua per dissetarsi e venivano fucilati dalle sentinelle”.

Ciò è confermato anche dal dottor Schatz che al riguardo scrive: “Non si potevano oltrepassare i cordoni delle sentinelle, pure i nostri prigionieri ci provavano spinti dalla sete perché non c’era acqua, solo quella nei canali di scolo delle latrine, qualche squadra di reali carabinieri si industriava a scacciare con i manganelli i prigionieri, ma non approdava a nulla poichè mentre i colpi raggiungevano i loro dorsi, quelli continuavano a bere la disgustosa acqua. La situazione attorno agli scoli il giorno successivo era quella del giorno precedente con la differenza che sulla sponda giacevano anche dei cadaveri.”

La settimana prossima, continuerò il terribile racconto, riportando la testimonianza di Josef Sramek e di altre persone al fine di poter descrivere, seppure parzialmente, ciò che fu li girone dantesco dell’Asinara, dove i nostri soldati caduti prigionieri furono lasciati morire in maniera assolutamente vergognosa e disumana.

Ebenfalls nur von ÖVP und FPÖ beschlossen wurde das gesetzliche Budgetprovisorium. Dieses schreibt im Wesentlichen den Haushalt 2017 fort und passt die Ressortstruktur den neuen Gegebenheiten an. Im kommenden Jahr ist seitens der Koalition dann ein Doppelbudget 2018/2019 geplant, das dann das Provisorium ablöst.

Davor waren am Ende der Debatte zur Regierungserklärung, zu der sich 69 Redner meldeten, diverse Oppositionsanträge mit der neuen Koalitionsmehrheit von ÖVP und Freiheitlichen abgeschmettert worden. Die SPÖ hatte unter anderem verlangt, das absolute Rauchverbot in der Gastronomie nicht zurückzunehmen, die NEOS wollten beispielsweise eine Reduktion der Gerichtsgebühren und zum Forderungskatalog der Liste Pilz gehörte der Ausstieg aus dem Eurofighter.

Ganz zum Ende der Sitzung wurden schließlich die noch fehlenden Ausschüsse konstituiert und die Mitglieder der parlamentarischen Versammlung des Europarats gewählt. Die traditionellen Weihnachtswünsche kamen nicht wie üblich vom Präsidenten des Nationalrats sondern von der erst am Mittwoch zur Dritten Präsidentin gewählten Freiheitlichen Anneliese Kitzmüller.

Abgeschlossen wird das Parlamentsjahr mit einer Sitzung des Bundesrats kommenden Freitag. Die nächste Sitzung des Nationalrats ist für den 31. Jänner in Aussicht genommen.