von mas 05.06.2017 06:13 Uhr

Statuto di Autonomia: Il ruolo della Regione visto da un Sindaco

Continuano gli incontri indetti dalla Consulta sul territorio: domani sera alle 20.30 l’appuntamento è a Borgo Valsugana nella saletta rossa di Palazzo Ceschi, sede della Comunità di Valle.  

Per la riforma dello Statuto di Autonomia, continuano i momenti di presentazione e di discussione aperti a tutti i cittadini.  Domani sera l’appuntamento è in Valsugana: con  Fabio Dalledonne, sindaco di Borgo, parliamo di Consulta, di Statuto, di Regione, di storia e di lingue comuni.

Come Sindaco di un paese come Borgo Valsugana, mediamente grande nel contesto provinciale, ma anche come componente di Civica Trentina, mi allineo alle posizioni espresse, all’interno della Consulta, dal nostro presidente Rodolfo Borga.  Nelle più recenti sedute, è stata chiarita la posizione prevalente in Sudtirolo circa il futuro della Regione: nulla di nuovo, in verità, con la riproposizione di idee marcatamente anti-regionaliste. E tutto ciò, quasi fosse un elemento secondario o di disturbo della quiete Trentina, nel silenzio “assordante” del centrosinistra cosiddetto autonomista.
borgoSi sta procedendo alla realizzazione di una riforma dove la nostra Regione non dovrebbe più avere alcuna competenza amministrativa o legislativa. Un continuo depotenziamento e uno svuotamento totale di competenze, peraltro già al lumicino.  Quindi, la funzione  della nostra Regione, se si va avanti così, sarebbe e quella di un evanescente raccordo  tra le materie che le due Province ritengono d’interesse comune e, ciliegina sulla torta, il Consiglio regionale verrebbe abolito.

Dunque, quello che si prospetta per il futuro della nostra Regione è di essere un ente: a) che non ha alcuna competenza propria; b) i cui margini d’azione sono rimessi alle determinazioni discrezionali di enti terzi (le Province); c) che non è supportato dalla legittimazione popolare che consegue al voto.

Detto questo, che ritengo sian0 comunque oggettive ed obiettive valutazioni di merito, non resta che aspettare come si evolveranno le cose. A mio avviso è certo che la possibile “sparizione” della Regione è un altro valido motivo per porre particolare attenzione nel decidere di procedere verso una modificazione del nostro Statuto che,  grazie alla provvidenziale bocciatura popolare della riforma costituzionale Renzi,  non è più obbligata.

Da Sindaco devo tuttavia riconoscere che i nostri rapporti fabioIstituzionali  sono intrattenuti totalmente con la Provincia di Trento; se penso a quelli con la  Regione o con i colleghi sudtirolesi,  ricordo solo qualche domanda di contributo, magari per i gemellaggi  intrattenuti con città austriache o tedesche! Ed anche in questo caso noi Trentini, troppo spesso, scontiamo pure la scarsa conoscenza della Lingua Tedesca,  che è e rimane uno degli  elementi “forti” e caratterizzanti dell’aggancio regionale ed europeo.

Siamo legati alla Regione per il tramite, che ora vedo più affettivo che sostanziale, all’operato politico di Alcide De Gasperi, di cui ogni anno ci preoccupiamo di celebrare il ricordo, mentre la Regione a lui tanto cara svanisce! Tutto questo mi pare francamente ipocrita. degasperi-alcide Tutti europeisti e Degasperiani di facciata, ma “molli” nel difendere un patrimonio culturale regionale che personalmente ho nel cuore, non tanto come  nostalgico  quanto piuttosto come osservatore interessato e curioso di leggere le vicende della nostra storia al confronto di altre analoghe in Europa e nel mondo.

Confido che il lavoro della Consulta ci restituisca una Regione Autonoma e Forte, per poter svolgere un ruolo importante di raccordo nell’ambito alpino e per contribuire a rafforzare il ruolo dell’Europa delle Regioni, come salvaguardia di storia, di valori e di tradizioni che sono messi a dura prova ogni giorno dalle logiche di una globalizzazione che ormai è fuori controllo.

Non si tratta di erigere nuove frontiere ma nemmeno di lasciare le porte completamente aperte al saccheggio delle nostre culture, riconosciute valide e solide dalla Storia e che abbiamo l’obbligo morale di perpetuare!

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