Musei del Tirolo: “Cima Rest” a Magasa
Le origini di Magasa si perdono nella notte dei tempi: il piccolo comune della Val Vestino, situato a 960 metri di quota e che oggi conta meno di 250 abitanti, fa risalire il suo nome alla parola celtica “mag” che significa “campo”.
L’economia dell’intera valle è in forte crisi, lo spopolamento incombe: per incentivare il turismo culturale e di montagna, l’amministrazione ha recuperato alcuni antichi fienili in località Cima Rest. L’architettura di questi edifici è unica nel suo genere, introdotta pare dai Longobardi nel 6° secolo dopo Cristo.
Il fabbricato è costituito da un pianoterra di norma composto da tre vani, chiuso tra robuste mura di pietra, adibito a stalla, abitazione e magazzino (rolt), per riparare il bestiame, permettere al contadino la lavorazione dei latticini e la conservazione del formaggio, del burro e degli alimenti. Il piano rialzato è in assi di legno appoggiate su robuste travi per stivare il fieno e mantenerlo in perfetta essiccazione per l’inverno invernale. Davvero unico è il tetto, dagli spioventi ripidissimi, in mannelli di paglia di frumento, lunghi un metro e venti centimetri, affiancati e sovrapposti con capacità idrorepellente.
Oggi quattro fienili sono stati adibiti a uso turistico-ricettiva e un quinto ospita il Museo della Civiltà Contadina. Nel fienile, nella stalla e nella “casera” si possono osservare tanti strumenti del lavoro agricolo, artigianale e caseario, tutti oggetti dall’alto valore simbolico, artistico e culturale. Tra il materiale esposto ci sono le “slitte” per il trasporto del legname e del letame, gli attrezzi usati dai produttori di formaggio e nell’attività della pastorizia, o che servivano per la lavorazione del legno, per la coltivazione dei campi, per la realizzazione e conduzione dei fienili.
La strada per arrivare non è breve: ma anche in attesa del tunnel di collegamento alla provincia di Trento, la Val Vestino ed il Museo di Cima Rest meritano una visita, magari ad agosto in occasione dei festeggiamenti per il genetliaco dell’Imperatore Franz Josef.
Visite su prenotazione: qui il link al sito del museo